" E' morto zio Giorgio: come facciamo a dirlo a Piero?"- dice Silvia turbata al
marito- "certo è un bel problema! Ci hanno chiamato dal notaio: dobbiamo
presentarci con i parenti". "Ma chi lo ricorda questo zio?"- chiede
sorpreso il marito. " Zio Giorgio era il cugino carnale di mia madre- risponde
Silvia- "serio, chiuso, tutto d'un pezzo, anzi addirittura scontroso. E' un secolo
che non lo vedevamo. Dobbiamo andare alla messa di suffragio e magari in
cambio di una vecchia macchina lasciataci in eredità, dovremo pagare anche il
notaio. Certo questi parenti danno fastidio ancor più da morti che non da
vivi!”.
Dopo pochi giorni arriva una telefonata, con la quale Silvia viene a conoscenza che il maggior beneficiario dell'eredità è suo figlio Piero. "Ha ereditato un appartamento
antico nel quartiere più prestigioso di Napoli, enorme e lussuoso", dice Silvia, che non crede alle sue orecchie. " Piero ha ereditato?!- si chiede il padre dubbioso- Se lo avrà visto due volte nella sua vita è anche troppo, questo zio Giorgio così generoso: sarà uno scherzo?".
Intanto Piero ha già dato a suo fratello la delega di non voler accettare
l'eredità: " Non voglio noie"- ha detto seccato -"occupatevene voi".
A questo punto il padre insorge esterrefatto "E' un asino sul burrone mio figlio: quello
è un appartamento, non una macchina! Se non ci seguirà dal notaio lo
caccerò da casa mia". Piero è un quarantenne, il classico tipo di figlio
che non vorrebbe mai lasciare la casa paterna: apatico, stanco
della vita che scorre senza fatica e senza emozioni. E' viziato dalla madre chioccia che ne giustifica l'idiosincrasia al lavoro con una malattia, più immaginaria che reale; il padre è tristemente rassegnato a questo train de vie. Dopo anni di letargo e vita da figlio unico è la prima volta che Piero si trovi nella condizione, per lui inusuale, di assumersi delle responsabilità, aprendo gli occhi di fronte ad una “nuova” realtà, diversa dalla ripetitiva e banale propria quotidianità, per lui assolutamente sconvolgente. Piero pensa che una casa non voluta da lui, cadutagli dal cielo, proprio non se l'aspettava: chissà ora quanti problemi: notaio, tasse, mantenimento del bene, decisioni da prendere…" Povero figlio mio! Che guaio questo evento, che peso questa eredità! " commenta sgomenta la madre.
E' passato un anno dall'evento: Piero continua a fare il pensionato in casa dei genitori e non
ha voluto neppure vedere l'appartamento donatogli. Aspetta che qualche anima
pia, come sempre, gli risolva il “problema”….
Al povero zio Giorgio, nel frattempo, non è stata offerta neanche una messa in suffragio della sua anima generosa: del resto si trattava di un'eredità non voluta e fonte di troppo stress!
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