Uno degli appuntamenti più caratteristici
dell'ottobre salentino, “Lu Paniri te e Site”,
la festa in onore della melagrana (detta “sita”, dalla
stessa derivazione dal nome greco del grano, “sitos”),
simbolo di fecondità, ritorna puntuale dall'11 al 13 ottobre,
per le strade del piccolo ma accogliente comune di Palmariggi, tre
giorni dedicati alla varietà tipica del frutto di questo
centro idruntino, denominata “dente di cavallo a coccio duro”.
L’ottimo frutto dai rossi chicchi dolcissimi troneggia nei
“paniri” (cesti di vimini), che gli artigiani del luogo
creano lavorando il giunco. “Paniri te e site” è
un evento antichissimo che risale a 4 secoli fa; come da tradizione,
la domenica mattina si svolge la fiera-mercato e già all’alba
in tutto il centro abitato prendono posizione le numerose bancarelle.
Tante le pietanze, molte a base proprio di melagrana, che sono a
disposizione di tutti i palati, anche dei più esigenti: dagli
antipasti ai primi piatti, dagli arrosti di carne alla porchetta
dop di Ariccia. E poi, ancora, i piatti della tradizione contadina
salentina (come cicore creste, gnummareddrhi, pittule, pezzetti
di cavallo, …); i dolci tipici e le caldarroste, il tutto
accompagnato dall’ottimo Negroamaro.
E la musica? Popolare! Tra pizzica e folk, si alterneranno sul palco
nei tre giorni di festa i “Briganti di Terra d'Otranto”,
i “Mute Terre”, e gli “Scianari”.
Forse non tutti sanno che la Melagrana, oltre ad essere un frutto
buonissimo, fa anche tanto bene alla salute. Conosciute sin da tempi
antichi per le loro caratteristiche benefiche, le melegrane (o balauste)
hanno infatti proprietà astringenti e diuretiche, grazie
alla presenza del tannino, e sono ricche di vitamina A e vitamina
B, tanto che nell’antica Grecia erano prescritte come antielmintico
e antinfiammatorio. Nel succo della melagrana, inoltre, sono presenti
potenti agenti antiossidanti che agiscono sullo stato di benessere
del nostro organismo e hanno un ruolo importante in diverse patologie.
Il melograno è da sempre simbolo di fertilità, abbondanza
e longevità. Per questo motivo il frutto è stato utilizzato
nell’Arte fin dall’antichità a simboleggiare
la fecondità della natura; infatti la melagrana è
connessa al mito greco di Proserpina, diffuso anche nella Magna
Grecia. Il mito, altamente poetico, racconta che ogni anno la dea
Proserpina, figlia di Cerere, torna dal regno dell’Ade, dov’è
regina, per rivedere sua madre, la luce e la terra: è allora
che tutte le piante da frutto, gli alberi e i fiori, fino ad allora
morti per la lontananza della dea, si rigenerano felici del suo
ritorno, e così nasce… la Primavera!
Durante l’ era cristiana il frutto è stato connesso
con una simbologia di natura più spirituale: la ricchezza
del frutto è metafora dell’anima rigenerata dal peccato
e dunque allude alla Resurrezione! Ecco perché dall’età
gotica fino al 1600 tante immagini di Madonne con il Bambino o di
nature morte recano la melagrana. Oltre le quattrocentesche Madonne,
anche molto belle sono le tele con ceste di fiori e frutta d’età
barocca, dove non manca mai la melagrana, simbolo della prosperità
dell’universo. Due esempi meravigliosi: La Vergine della Melograna
di Sandro Botticelli (1480 c, Uffizi, Firenze) e La Cena in Emmaus
di Caravaggio (1598, National Gallery, Londra), che mostra sul tavolo
un insieme di vivande, compresa la melagrana, tutte allusive a simbologie
cristiane.
La festa della Melagrana è un evento curato dall’omonima
Associazione “Lu paniri te e site”, costituitasi appositamente
per la manifestazione, senza scopi di lucro, che devolve gli utili
in beneficenza e in servizi utili alla collettività. Un bell'esempio
di tradizione che si perpetua con lo spirito d'altri tempi!
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