Se si pensa alla Città eterna, vengono subito alla mente le imponenti rovine archeologiche, le chiese paleocristiane, i sontuosi edifici rinascimentali e barocchi: difficilmente verrebbe da immaginare che nel centro storico, a due passi del Pantheon, esiste una chiesa, S. Maria Maddalena, costruita in puro stile rococò, dalla dinamica facciata e dall'interno prezioso. Tra le tante chiese che appartengono al Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno, S. Maria Maddalena, come gran parte dei templi cristiani, sorge sul luogo di un oratorio ben più antico, risalente al 1300, sempre dedicato alla santa, che due secoli dopo divenne la sede dell'Ordine fondato da Camillo de Lellis, dei Ministri degli Infermi, tutto dedito alla cura degli ammalati bisognosi. A ricordo di questa pia attività è il bel quadro cinquecentesco della Madonna Salus infirmorum, dipinto in stile bizantineggiante, conservato in una cappella all'interno della chiesa.
Dopo la morte del fondatore dell'Ordine, nel 1614, la chiesa fu rimaneggiata ed ampliata fino alla ricostruzione del 1673, affidata a Carlo Fontana , architetto di valore, autore, fra l'altro, della Chiesa romana di S. Marcello al Corso.
Dopo di lui altri architetti furono impegnati nei lavori dell’attiguo convento e della stessa chiesa, da Carlo Francesco Bizzaccheri a Carlo Giulio Quadri , il quale nell’ultimo decennio del ‘600 ristrutturò l’edificio sacro, mantenendo le fondamentali indicazioni planimetriche del Fontana, e ne progettò la facciata.
(sotto: Madonna Salus Infirmorum, tela depinta del XVI sec)
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La facciata di S. Maria Maddalena a Roma
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La pianta della chiesa è molto originale e risente di influssi borrominiani nell’aula ottagonale che costituisce la navata, la quale s’innesta al vano quadrato ricoperto dalla cupola ed amplificato da due cappelle laterali, quasi a formare assieme al vano absidale una croce greca. Tutto l’interno, dopo la consacrazione del 1727, fu decorato ed abbellito nell’arco di un decennio: l’abside è preceduta da un arco affrescato da Michelangelo Cerruti, decoratore della suggestiva volta che ricopre la navata, e pittori celebri in Roma, come il napoletano Luca Giordano e Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio (autore del fastoso affresco della volta della Chiesa romana del Gesù), hanno lasciato qui opere bellissime. Inoltre la chiesa fu rivestita di marmi pregiati, capitelli, stucchi e dorature secondo un gusto rococò che non scade mai nell’eccesso, ma esprime con eleganza il gusto per la decorazione preziosa. Raffinati confessionali, creati da un valente ebanista dell’epoca, si dispongono simmetricamente lungo la navata e un’urna di bronzo dedicata al beato Camillo, scolpita da Luigi Valadier , arricchisce la grande Cappella della crociera destra, detta delle Reliquie, perché custodisce le spoglie del Santo.
Tutta la chiesa esprime una bellezza aggraziata di forme, di colori e di arredi: dall’aereo affresco della cupola, raffigurante “La Trinità in gloria”, alla statua lignea quattrocentesca della Maddalena, miracoloso crocefisso tardo-cinquecentesco che, si dice, abbia parlato a S. Camillo, fino alla pala d’altare con l’immagine della Santa.
Ma è la Sacrestia il capolavoro, esempio luminoso d’inventiva rococò, luogo di curiosità inaspettate, come il trompe l’oeil suggerito dalle “finte finestre” di una delle pareti, ripetizione illusionistica di quelle vere, aperte sul lato opposto. Progettato da Francesco Rosa, il vano della sacrestia è rischiarato dalle vibranti immagini della volta, affrescata con la “Gloria di S. Camillo e di S. Filippo Neri”, dipinta su di uno sfondo luminoso ove nuvole, angeli e beati si muovono fluttuanti nel cielo.
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La facciata di S. Maria Maddalena a Roma
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Dove sorgeva l’antica infermeria cinquecentesca, l’architetto portoghese Emanuele Rodriguez Dos Santos, cui si deve il completamento del convento e del campanile, edificò nella prima metà del '700 la Cappellina di S. Camillo, a memoria del luogo in cui era morto il beato; ma l’opera più emozionante dell’interno della chiesa è il quadro posto sull’altare della seconda cappella di sinistra, intitolato a “S. Lorenzo Giustiniani che adora il bambino”, frutto dello straordinario talento di Luca Giordano , che lo ha dipinto nel 1704, ad un solo anno dalla sua morte. La pennellata guizzante, la suggestiva atmosfera di miracolo, il dinamismo delle figure degli angeli, lo splendore trascendente della figura del Bambino sanno creare note di altissima poesia.
Se la cantoria in legno intagliato eseguita da Domenico Barbini arricchisce la controfacciata di elementi fastosi, la facciata della chiesa è un raro esempio di sobrio gusto settecentesco. Il suo ritmo concavo, memore dell’inconfondibile stile dell’architetto lombardo Francesco Borromini, uno dei geni del barocco romano, s’impreziosisce di dettagli originali nel timpano spezzato del portale, nell’andamento convesso della finestra al piano superiore, nelle nicchie laterali con statue, per finire con il fastigio mosso ed ondulato. |
Affacciata sulla piccola piazza omonima, la chiesa di S. Maria Maddalena è un gioiello architettonico forse poco conosciuto, anche dagli stessi romani, malgrado la sua armoniosa bellezza e la ricchezza del patrimonio artistico che custodisce al suo interno.
S. Maria Maddalena: l'urna sepolcrale di S. Camillo De Lellis, di Luigi Valadier (fine XVIII sec.)
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