Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Rivista bimestrale - Anno I - Mar./apr. 2006, n. 2
FRAMMENTI 

PILLOLE DI NARRATIVA

La prima lezione di nuoto
di Dejanira

 

Verso la metà del secolo scorso l'Italia era ancora modesta, se non povera. La vita scorreva pigra e lenta; si era in piena stagione estiva e mia sorella ed io, due gemelline dalla pelle scura, mediterranee nei tratti e nelle abitudini, seguivamo a ruota nostro padre nelle sue “scorribande” marine.
Abitavamo in un bellissimo paese della Calabria, situato nella riviera detta dei Cedri. Mia sorella ed io eravamo il prototipo d'una società ormai scomparsa, fatta di balie, nonne e governanti che ruotavano attorno alla nostra famiglia.
Quell'estate avevamo solo 5 anni: timorose e mute, seguivamo nostro padre che era per noi un Dio: bello, buono, possente. Pendevamo dalle sue labbra: quel mattino voleva che lo seguissimo in barca.
Aveva un'aria severa e misteriosa: ci accorgemmo poi che stava elaborando un “piano”.
La barca scivolava veloce: lasciavamo la riva e nostra madre era diventata un puntino nero sotto l'ombrellone. Ad un tratto ci sentimmo sollevare verso l'alto ed insieme finimmo nell'acqua fredda e profonda.
L'impatto fu traumatico: cominciammo ad annaspare, divincolandoci, muovevamo all'unisono mani e piedi, facendo gli stessi movimenti. Sembrava mi vedessi riflessa in uno specchio; la mia mente e quella di mia sorella erano in simbiosi ed inviavamo l'una all'altra messaggi telepatici, avendo le medesime emozioni!
Dopo la spinta in basso, guadagnammo automaticamente la superficie, come due cagnolini spauriti.
Allora le forti mani di mio padre ci afferrarono, togliendoci dal panico e dalla paura, mentre ridendo diceva: “oggi è la prima lezione di nuoto”!
Per noi, forse, fu il primo tuffo nella vera vita, fuori dalla serena fanciullezza.
C'era già il dovere di ubbidire a chi, sopra di noi, poteva regolare le nostre vite.
Quando la vita mi stressa, sogno ad occhi aperti che alla fine della mia esistenza, mano nella mano con la mia gemella, sparirò in quel profondo blu dell'infanzia e misteriosamente tornerò a sentire la bella risata di mio padre, attirata a lui teneramente.