Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno VIII - n.34 - Ottobre - dicembre 2012
NOTIZIE ed EVENTI


L'arte orafa dei fratelli VERNA. I gioielli di Vito Berardi
a cura della Redazione


Gioielli in argento e pietre ideati dallo scultore Vito Berardi. (Orefici Verna)


Nel mese di agosto scorso un’interessante mostra di gioielli, svoltasi a Calascio, in provincia de L’Aquila, ci riporta nel mondo antichissimo e sempre nuovo dell’oreficeria d’autore, grazie all’iniziativa dei fratelli Verna, Giampiero e Fabio. Questi ultimi, avvalendosi dell’apporto di scultori e cesellatori esterni, hanno sponsorizzato un’esposizione in cui l’arte orafa ha trovato espressione massima nell’ideazione di gioielli creati da quattro artisti: Vito Berardi, Saul Costa, Patrizia Gabriele e Albino Moro. Così ha presentato l’attività dei fratelli Verna l'artista Pietro Cimino:
“Farfalle, gioielli, fiori di campo? La realtà si confonde, reo lo scintillio, l’occhio è preda, non più in grado di distinguere, e del resto non ne ha nessuna voglia. Butterfly, jewel? Quei piccoli, sottili, leggeri miracoli che hanno il potere di catturare mente e vista fino a guidarle nell’onirico.
Farfalle dicevamo, ovvero gorgonie sottomarine, fogliame filiforme, ragnatela pazientemente costruita. Quasi che natura e manifattura si confondano. Dentelle di Bruges, mantillia di Siviglia. I gioielli dei fratelli Verna. Dove l’oggetto si fa esca, proponendosi preda desiderata, ambita.
A ben leggerne lo styling, la grafica di base è sommatoria di esperienze epocali differenti. Ecco quindi la scarna simmetria medioevale, il gotico fiorito, l’aristocratica maestà del classico che strizza l’occhio mal Cellini. Lo svolgersi del design si articola tra i preziosi ramages del barocco per arrivare alla sintesi moderna, colta quanto elegante, non priva di citazioni del sapore di Kandijski o Mondrian.
Che a vederli così paiono generati dalla natura, per una delle sue innumerevoli e raffinate creazioni. E non si tiene in conto dell’ operosità tecnica fatta di esperienza pluriennale, competente uso degli arnesi e rispetto delle proprietà della materia.
Interessante è il percorso dall’idea al finito, dove la prima è risultante di studi ed esperienze, analisi e test. Ovvero, l’idea é figlia di un’immage, una intuizione, magari un incontro con una nuvola o una foglia o un lampo di luce, qualcosa che il caso ti mette davanti. Ma non è l’oggetto a concepire l’idea: essa è già nell’artista, giace in nuce. L’oggetto non è che il catalizzatore, la scintilla che scatena la creatività e la mette in azione.
A seguire c’è tutta l’opera dell’artigiano, disegno, modello, cera, materia, forno, incastonatura, limatura, la manualità dell’artigiano.
 
Un pendentif, creazione di V. Berardi
Ma dire artigiano è termine improprio. Il percorso generativo non può essere immune da varianti, non è una mano anonima quella che costruisce, ma una mano guidata da mente d’artista, che valuta criticamente, accosta, sostituisce, ottimizza, inserisce. E l’opera gradualmente prende forma, fino a stabilizzarsi in opera unica, irripetibile. Ché a replicarla, fatalmente un’altra opera scaturirà dalla fucina di Giampiero e Fabio Verna. Dicevamo del metallo prezioso. A questo si accompagna la capacità di comporre il manufatto con l’incastonatura delle pietre. Già, le pietre. In primis la scelta, quella giusta tra mille, che si origina dalla conoscenza. Colore, preziosità, proprietà tecniche per durezza, riflesso. Elementi necessari ma non sufficienti. A renderle efficaci è la lavorazione, la messa in forma, la scelta del proprio aspetto più peculiare nel contesto del gioiello finito.”
Relativamente alla mostra estiva di Calascio continua Pietro Cimino:
“È cosa impropria reputare l’aspetto commerciale quale unica finalità. I Verna avrebbero in tal caso un percorso meno insicuro e aleatorio di quello che li impegna ad allestir mostre, recuperare location e avventurarsi in valorizzazioni di paesi come Calascio, borgo medioevale montano in provincia dell'Aquila, come anche la scelta non accentratrice di affidarsi all’opera di scultori e cesellatori esterni, segno di modestia e voglia di confronto quando potrebbero limitarsi a custodire una fama acquisita negli anni.




V. Berardi: forme scultoree per un gioiello unico
V. Berardi: anello geometrico e statuina in argento. Esemplari unici


Dalle linee intersecanti di Patrizia Gabriele all'apporto cosmopolita e al fascino della mitologia arcaica di Saul Costa, dai monili fortemente geometrizzati con libere uscite naturalistiche di Albino Moro alla solida scultura materica di Vito Berardi, marcatamente attuale, legata al proprio linguaggio. Ma l'arte ha le sue esigenze, l'artista č alieno da considerazioni prettamente commerciali. Sperimentare, innovare, confrontarsi, mettersi in gioco. Estendere e superare la tradizionale fattura del gioiello sino a tradurlo in opera artistica, slegata da fogge prevedibili e da gusti correnti. Ed č nella ricerca, madre del progredire, la garanzia di unicitā dei loro prodotti. Pietre sconosciute o inusitate, tracciamenti grafici innovativi, parure mai proposte che diverranno voga, invidiabili monili nati per affinare colli e polsi e mani. Che a sfoggiarli dā il senso e l'orgoglio di esser promotori di Arte."


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