A Roma, presso la Galleria FIDIA si sta svolgendo la personale di Matilde Mancini, in cui l'artista romana, attiva dalla metà degli anni '90, espone 14 sculture della più recente attività plastica. Lungo e articolato l’iter di Matilde Mancini che, partita da una figurazione caratterizzata da una scelta di essenzialità, ha eliminato dal proprio universo estetico ogni intenzione mimetica, rimodulando il dato reale in forme e ritmi dinamici che invadono lo spazio conquistandolo con una vitalità plastica sempre più autonoma.
Dinanzi alle sue sculture si ha la sensazione di vedere frammenti geologici di mutazioni primordiali in atto e non ancora concluse, nelle quali materie eterogenee si avvicinano, interagiscono e tentano di integrarsi, desiderose di fondersi in realtà pregne di nuova efficacia comunicativa. Energie sprigionate da materiali diversi ricercano inediti equilibri: nelle dorate scanalature del legno s’insinuano leggere e aeree forme bronzee, “gettate” in sottili strati luminescenti che moltiplicano la realtà percettiva. La struttura di ogni suo lavoro è sempre passibile di alterazioni ed espansioni: le fluttuanti sculture, infatti, conciliando impulsi contrastanti, appaiono come un’opportunità per svelare ciò che in potenza è già presente nella materia. Da sempre affascinata dalle molteplici capacità espressive della materia, Matilde Mancini ha conquistato un’originale dimensione astratta basata sul gioco raffinato di forme e di luce: intense vibrazioni cromatiche dei materiali usati, distintamente percepibili, animano superfici dinamiche dalle qualità tattili seducenti. L’opera si dispiega in tutte le dimensioni e il gesto scultoreo, che sintetizza l’atto inventivo e l’oggetto che ne deriva, sembra generarsi dalla materia stessa, come se la gestualità dell’Artista fosse già inscritta in essa.
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Forme gettate X - Bronzo e Legno 2021- cm. H54L34P19©
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Forme gettate I - (a) - Bronzo e Legno 2020 - cm. H47L32P20©
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Una vita segreta vibra nel materiale che modella, plasma e graffia lo spazio per emergere come forma che si fa racconto: i vorticosi incavi che incidono il legno d’ulivo somigliano a ferite, la lucentezza e il dinamismo delle superfici bronzee esprimono tensione verso l’assoluto. Come metafore di pensieri, le sue opere alludono a emozioni e a sconvolgimenti interiori: la forma scava e incide la materia, ma al contempo sembra insinuarsi nei meandri dell’Io per interrogarsi sul senso dell’esistenza.
Le sculture di Matilde Mancini sono delicati congegni, in cui equilibri, apparentemente precari, rimangono cristallizzati nell’istante che precede una loro ulteriore evoluzione. Un’etica visionaria, quella espressa dalla Scultrice, in cui l’astrazione formale, corroborata dall’eleganza lineare e dalla tensione spirituale, può essere avvicinata a un concetto di classicità, inteso non soltanto come gusto e misura, ma come idea che mette in moto il flusso della psiche sollecitando un nuovo umanesimo, fusione di cultura e natura. Visualizzazioni del pensiero, in cui l’idea si è incarnata nella forma, possono definirsi le sue creazioni che, più simili a poesie ermetiche, intendono indagare le origini della coscienza. Con una grafia essenziale che ha una radice emotiva oltre che mentale e fantastica, Matilde Mancini ha inteso trascrivere nella materia le turbolenze dell’essere; la metamorfosi dell’opera, fulcro vitale del proprio immaginario, si configura come un rifugio poetico o meglio una ricerca appassionata di coesistenza tra sé e il mondo; affini a danze, straniamenti e dinamiche risorgenze, le sue magmatiche sculture appaiono enigmatiche e instabili come la vita stessa.
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Forme gettate VIII - Bronzo e Legno 2021 - cm. H39L24P19©
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Forme gettate VI - (a) - Bronzo e Legno 2020 - cm. H48L20P20©
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Nell' interessante presentazione in catalogo, dal titolo "Forme della vita", così conclude il critico Gabriele Simongini, curatore della mostra: "…A mio parere le sculture di Matilde Mancini sono colme di verità interiore che prende forma fra pieni e vuoti, avvallamenti, rugosità, lacerazioni, escrescenze, sensuali sommovimenti, originatisi con una sorta di processo naturale pieno di una spontaneità controllata. Senza dubbio, la nostra artista potrebbe ben condividere questa acuta riflessione di Antony Gormley: la scultura "è una forma fisica del pensiero che fa crollare la distinzione cartesiana tra res cogitans e res extensa. La gioia della scultura: il palpabile lambisce l'intelligibile. Viviamo in un'epoca in cui l'arte sembra accordarsi al teatro. Oggi trionfa la moda dell'accrescimento. Io, invece, credo nella sintesi e nella sublimazione. Siamo in una sorta di amnesia digitale: le registrazioni del pensiero e del sentimento non sono più nel corpo, ma in un codice, smaterializzate. Perciò, mentre ci confrontiamo con la cibernetica, con il digitale e la quarta rivoluzione industriale, abbiamo un intimo bisogno della scultura". Così Matilde Mancini crea trepidanti "monumenti" alla vita nel suo farsi, nella sua misteriosa necessità di esistenza/resistenza.(G. Simongini)"
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Forme gettate V - (a) - Bronzo e Legno 2020 - cm. H41L24P20©
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Forme gettate XIII (c) - Bronzo e Legno 2023- cm H54L29P23©
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Matilde Mancini. Forme gettate. Galleria FIDIA, Roma. 11-31 marzo 2023
Testo e curatela di Gabriele Simongini. Fotografie di ©Fabio Schiazza
www.artefidia.com info@artefidia.com
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