A Milano, a Palazzo della Ragione, si sta svolgendo una bellissima
mostra fotografica dell’artista William Klein, " Il mondo a modo suo", che durerà
fino al 11 settembre 2016. Curata da Alessandra Mauro la mostra
espone 150 opere originali del fotografo statunitense, provenienti dal suo archivio
personale, nonché estratti dei suoi filmati, pellicole da
lui dirette e si divide in 9 sezioni.
Nato nel 1928 a New York da una famiglia ebrea, William Klein è
il prototipo dell’artista anticonformista per eccellenza che
ama esprimersi in tutti i campi della creatività, come è
accaduto durante la sua lunghissima carriera, durante la quale ha accumulato oltre
ai consensi, anche moltissime critiche. Dopo una giovinezza trascorsa
a New York, Klein si sposta in Europa e a Parigi si iscrive alla
Sorbonne per gli studi universitari con la guida di grandi personalità
del mondo dell’arte, come Fernande Léger. Malgrado
fosse interessato alla pittura, dagli anni ’50 inizia ad utilizzare
la fotografia, ispirato soprattutto dall’arte astratta che
prediligeva; tornato nella grande Mela realizza il diario fotografico
sulla sua Città, primo di una serie di ritratti, spesso impietosi,
di metropoli: Roma, Mosca, Tokyo. Come recita Domenico Piraina,
direttore di Palazzo della Ragione “di ognuna (di queste città
fotografate) ha interpretato lo spirito del luogo, il suo timbro
più autentico, il genius loci, come sono soliti fare gli
etnografi.”
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(Manifesto della mostra) Quattro teste, Giorno del
Ringraziamento, Broadway e 33rd, New York 1954 (dalla sezione New
York). © William Klein
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Custode, Cinecittą, Roma 1956 (dalla sezione Roma)
© William Klein .
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Segue poi l’interesse per il mondo della moda, presto superato
dall’attrazione per il cinema, grazie anche alla
conoscenza e alla frequentazione di grandi registi come Fellini
e Pasolini, incontrati a Roma, grazie ai quali può sperimentare nella Capitale anche la regia cinematografica. Dagli anni ’80, tuttavia,
si dedica nuovamente alla fotografia o meglio al "suo modo" del tutto
originale di fermare le immagini dell’universo degli umili,
dell’emarginazione sociale e della gente della strada: la sua fotografia è,
infatti, opposta a quella tradizionale e di successo, espressa dall’arte
di H. Cartier Brésson, artista universalmente ammirato. A
quel tempo veniva elogiata la foto perfetta che riuscisse a realizzare
un attimo di bellezza assoluta, ma per Klein la macchina fotografica
era invece il mezzo per cogliere la varietà della vita, gli aspetti
meno nobili dei quartieri delle città e degli esseri viventi, insomma era
lo strumento per rappresentare il “disordine” dell'esistenza, che ha i caratteri
del verismo più crudo, a volte ironico, spesso feroce. Quasi
un etnografo della fotografia, come egli stesso amava definirsi,
Klein ha creato con libertà estrema il suo mondo artistico:
l’interessante mostra milanese lo sta documentando ampiamente,
sia per la qualità del materiale fotografico esposto sia
per l’affluenza di pubblico.
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Stazione ferroviaria di Kiev, Mosca 1959 (dalla
sezione Mosca) © William Klein .
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Locandina cinematografica, Tokyo 1961 (dalla sezione
Tokyo) © William Klein .
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