Nell'anniversario dei 500 anni dalla sua morte, il capolavoro giovanile
del Genio toscano "La madonna Benois" torna in Italia dalle collezioni dell'Ermitage, dopo 35 anni dalla sua unica esposizione,
in occasione della XIII Unesco Creative Cities Network Annual Conference di Fabriano.
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A differenza di altri musei d'Europa l'Ermitage sceglie di celebrare il genio italiano proprio nel suo Paese natale, con prestiti eccezionali a
cominciare da quello della "Madonna Benois" a Fabriano,
ove la preziosissima opera sarà in mostra presso la Pinacoteca comunale
della città marchigiana dal 1° al 30 giugno 2019.
"Abbiamo scelto di portare questo capolavoro di Leonardo a Fabriano - spiega da San Pietriburgo il prof. Michail Piotrovsky, Direttore Generale del Museo Statale Ermitage - perché in Italia non esistono città che non meritano grandi capolavori, costellata com'è
di borghi che conservano opere d'arte uniche; tanto più che quest'anno proprio piccoli centri come Matera e Fabriano sono stati scelti dall'Unione Europea o dall'Unesco per ospitare eventi culturali internazionali. Questa però è anche la grande differenza dell'Ermitage rispetto ad altri musei che chiedono per le celebrazioni di ospitare dei Leonardo. Noi scegliamo di donare, dando la possibilità ai diversi Paesi - ma soprattutto all'Italia con cui abbiamo forti legami - di rivedere in Patria grandi capolavori dei massimi artisti mondiali. Lo abbiamo fatto con Canaletto a Venezia, con Michelangelo a Roma, lo faremo con Raffaello. Per quanto riguarda Leonardo Fabriano è l'inizio. Un magnifico inizio. La Madonna Benois poi andrà a Perugia, mentre a Milano arriverà la "Madonna Litta". Questa è la politica culturale scelta dall'Ermitage".
La Madonna detta Benois, dal nome dell'ultimo proprietario del quadro, sposato con l'erede di una famiglia di mercanti russi che lo possedevano fin dai primi decenni del secolo scorso, costituisce l'attrazione principale di una delle sale più raffinate dell'Ermitage, architettura dell'italiano Quarenghi.
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Leonardo da Vinci, Madonna Benois, dipinto su tavola, trasportato su tela, 1478/80, cm.48x31. Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo. copyright
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Realizzata tra il 1478 e il 1480, è un'opera giovanile dell'Artista e dimostra ancora la dipendenza del suo stile dall'influenza di Andrea del Verrocchio, alla cui bottega egli si era formato fino a 10 anni prima. Un tempo attribuita al suo Maestro, ma menzionata dallo stesso Leonardo come una delle "due Vergini Marie" da lui dipinte, il dipinto ritrae la Madonna e il bambino intenti in un tenero intimo momento.
A soli ventisei anni l'Artista, allontanandosi dalla tradizione quattrocentesca, inventa una nuova figura di Maria: non più l'imperturbabile Regina celeste, ma una semplice madre che gioca con il proprio figlio.
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Scrive Carlo Bertelli, curatore assieme a Tatiana Kustodieva dell'esposizione a Fabriano, "Leonardo non ha creato un'immagina statica e devozionale, ha solo fermato un momento; "non ha dipinto una scena di genere, ma ha immesso
nella quotidianità significati profondi come quello cui rimanda la piantina che Maria
fa roteare tra le dita, incuriosendo il figlio: una comune - ma premonitrice – crucifera".
Al posto delle solari e luminose madonne fiorentine, ritratte dagli artisti coevi all'aperto, il genio toscano inserisce le due figure in un semplice spazio interno e semioscuro che accentua il senso d'intimità della scena e crea un capolavoro di grazia e di dolcezza materna, conquistato attraverso la sua originale tecnica pittorica dello sfumato e la sorprendente vivacità espressiva. Lo sfumato leonardesco, al contrario del chiaroscuro che evidenzia le forme, le avvolge in una calda atmosfera di ombre graduate con trapassi leggeri di colore che accentuano l'instabilità delle immagini e la sensazione di un lento divenire. Malgrado il trasferimento dalla tavola originale alla tela, avvenuto in passato, abbia alterato in parte la qualità di alcuni particolari, soprattutto nella zona dell'attaccatura dei capelli e nella bocca della Vergine-bambina, tuttavia la fluttuante rotazione dei corpi, l'abile disegno delle mani e il loro significativo intreccio, la fine osservazione psicologica dei visi del figlio e della madre, colti in un momento di spensieratezza quotidiana, rivelano i caratteri propri dello stile di Leonardo, fine indagatore dei "moti del corpo e dell'anima".
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Leonardo da Vinci, Madonna Benois, dipinto su tavola, trasportato su tela, 1478/80, cm.48x31, part. Ermitage, San Pietroburgo. copyright |
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Leonardo da Vinci, Madonna Benois, dipinto su tavola, trasportato su tela, 1478/80, cm.48x31, part. Ermitage, San Pietroburgo. copyright
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A differenza dei suoi contemporanei, infatti, l'Artista concentra l’attenzione su ciò che è fondamentale, poiché “un buon pittore - annota nel “Trattato della Pittura” - deve dipingere due cose principali: l’uomo e la rappresentazione della sua anima. Il primo è facile, il secondo è difficile, poiché deve essere rappresentata da gesti e movimenti delle membra del corpo”.
Léon Benois, celebre architetto di san Pietroburgo, marito della proprietaria del piccolo dipinto, Marija Aleksandrovna, nata Sapožnikova, venuto in possesso della piccola tavola e intuendone l’altissima qualità, lo fece stimare dal curatore della sezione italiana dell’Ermitage, Ernest Karlovi von Liphart, e lo mostrò al mondo nel 1908 come opera di Leonardo, paternità avvalorata dapprima dal grande critico Adolfo Ventura, poi da Berenson, Ragghianti, Brandi.
“La Madonna Benois” entrò nelle collezioni dell’Ermitage nel 1914 e fu
certamente la più importante acquisizione del Museo di San Pietroburgo negli anni immediatamente precedenti la Rivoluzione russa.
Come ricorda Tatiana Kustiodieva nel suo bel saggio in catalogo, Adolfo Venturi al tempo scrisse: “Io sottoscritto con ciò confermo che il quadro della famiglia Benois raffigurante una “Madonna col Bambino” e attribuita a Leonardo è inconfutabilmente una sua opera giovanile. L’ho studiata attentamente in occasione del mio ultimo viaggio in Russia. Il volto della Vergine col suo aspetto puro e infantile, così come la ricerca dell’essenza delle forme, sono una dimostrazione chiarissima di questo genere di caratterizzazione. Il Gesù Bambino, ancora di tipo verrocchiesco per le sue grandi proporzioni, non corrisponde a una madre così giovane e così particolare: tutto questo parla di una data precoce della creazione di quest’opera.
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Leonardo da Vinci, Madonna Benois, dipinto su tavola, trasportato su tela, 1478/80, cm.48x31, part. Ermitage, San Pietroburgo. copyright |
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Leonardo da Vinci, Madonna Benois, dipinto su tavola, trasportato su tela, 1478/80, cm.48x31, part. Ermitage, San Pietroburgo. copyright
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Qui si può riscontrare la confluenza tra le antiche forme preconfezionate e una ricerca nuova, che con grande vivacità e freschezza si incontrano nell’originale volto della madre-bambina. Tutto questo insieme fa sì che io, sottoscritto, affermi che questo lavoro debba essere considerato tra le rare opere di un genio agli inizi. Anche i disegni giovanili di Leonardo, se paragonati alla “Madonna Benois”, mi obbligano a considerare questo meraviglioso dipinto un suo lavoro, e ammetto che meriti un posto in un qualunque museo d’Europa.” (A. Venturi)
“Siamo onorati e molto felici”, ha dichiarato Maria Francesca Merloni, UNESCO Goodwill Ambassador for Creative Cities,
promotrice e ideatrice dell’evento di Fabriano, “è un grande privilegio esporre “La Madonna Benois” in occasione della XIII UNESCO Creative Cities Network Annual Conference. Le Città Creative si inchinano al genio di Leonardo, al suo messaggio di bellezza, che edifica e riscatta, all’apertura al mistero che un’opera così preziosa reca in sé”.
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La mostra a Fabriano, organizzata da Il Cigno GG Edizioni e Villaggio Globale International, si concluderà il 30 giugno 2019. Da non perdere assolutamente!!! |
Bruna Condoleo, storica dell'arte, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte.
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