Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno XIX - n.79 - Aprile - giugno 2024
IN MOSTRA 


Erika Capobianco. Una pittura che graffia l'anima!

di Bruna Condoleo



Il 16 maggio 2024 alle ore 18.30 nello spazio di Officinenove Studio, che riapre al pubblico per l’occasione, si inaugura la mostra Graffi dell’anima, dell’artista Erika Capobianco, dove sono esposte 28 opere della sua più recente produzione. La mostra, curata dalla scrivente e affiancata dall'artista Monica Pirone, storica fondatrice del collettivo Officinenove, si concluderà il 13 giugno 2024, dalle ore 18.30, con un finissage che prevede la lettura da parte dell'attrice Cristina Moglia delle liriche di Erika Capobianco, componimenti poetici che evidenzieranno la sensibilità dell'Artista e assieme alle sue opere offriranno un ritratto più intimo e veritiero del suo complesso mondo interiore.






Crocefissa, tecnica mista, 106x175, 2019



Donna sola, tecnica mista, 107x165, 2022


La mostra delle opere di Erika Capobianco costituisce un viaggio intorno alla figura umana, un’indagine in cui i personaggi divengono una trascrizione intensamente emotiva delle reazioni agli eventi della vita, alla volubilità delle emozioni, all’incapacità degli individui di essere se stessi e di comprendere i bisogni dell’altro. La sua arte affida la libertà espressiva a una gestualità potente, a un vitalismo frantumato che elabora forme primitive disfatte dalla violenza del colore e da una stesura pittorica sommaria. Erika ha attraversato la terra seminata dal dolore, come si evince anche dalla sua intensa attività poetica, dove le parole tendono ad infrangere i muri di silenzio nella ricerca di un varco di luce. La pittura è prima di tutto un’esperienza poetica - asserisce l’artista contemporaneo Pierre Soulages -  E’ una metafora che  non si lascia spiegare: su di essa vengono a farsi e a disfarsi i significati che le si attribuiscono… Per questo l’arte provoca, inquieta ed esalta, come la vita!” .






Facebook, tecnica mista, 107x107, 2022



Amore materno, tecnica mista, 102x107, 2022

L’Artista romana rifiuta l’idea di piacevolezza formale: l’ impeto della pennellata destruttura le immagini fino al limite dell’astrazione, tuttavia dal suo stile immediato e provocatorio nascono inedite armonie create dall’accumulo di un’energia interiore che esplode nell’irruenza del gesto  pittorico (Amore materno). Se le sue opere evocano per alcuni aspetti formali i linguaggi di artisti come Ensor, Nolde o Bacon, non si tratta mai di influenze dirette, piuttosto di inconsapevoli assonanze estetiche. Erika è autodidatta e il suo lessico, che attinge al proprio vissuto e alla risonanza emotiva che ne deriva, ha un’origine inconscia da cui emergono pulsioni, grida e passioni. La spiccata sensibilità le permette un empatico coinvolgimento con le sofferenze umane che l’Artista riesce a tradurre grazie a un’innata forza espressiva (Donna sola); quando la tensione si stempera, si fa strada nella sua pittura anche una vena di sottile e arguta ironia che non scade mai nella banalità (Self portrait). Consapevole delle anomalie del mondo contemporaneo, ingiustizie, egoismi, prevaricazioni, violenze, Erika dipinge creature fragili dalle bocche urlanti (Crocefissa), dai corpi bloccati in dolorosa tensione o disarticolati in lotta affannosa, immagini che sembrano alludere alla sconfitta di un’umanità che ha smarrito la via della tolleranza e della pacifica convivenza.




Self portrail, tecnica mista, 70x105, 2018



The blondes, tecnica mista, 68x107, 2019

La scelta di un linguaggio pittorico che graffia l’anima definisce in modo crudo il dramma della coscienza individuale e della storia collettiva.
Il visitatore della mostra, colpito dall’ impietosa trasfigurazione del reale, si troverà dinanzi a un percorso visionario dove s’ incontrano fantasmi (Senza pelle), come fossero riemersi  da un personale altrove per urlare la rabbia e il dolore ma anche la volontà di vivere; in questa folla di personaggi stralunati e chiusi in se stessi (Facebook) traspaiono una profonda solitudine e uno spasmodico desiderio di risposte e di certezze.
La scelta insolita dei materiali, i più improbabili, che coabitano sulla tela fa apparire i lavori  di Erika alla stregua di un libro della memoria, criptico nel suo codice di forme oniriche, ma più  esplicito nelle brevi frasi, nei loquaci segni, nei piccoli oggetti  che scandiscono  spesso lo spazio attorno alle immagini. Un neoespressionismo figurativo il suo, contrassegnato da un’intima inquietudine che si manifesta nei corpi resi con linee spigolose e aguzze e nelle tinte sensuali e arbitrarie, fra cui trionfano il rosso, il giallo e il nero. Pennellate energiche come sciabolate, significanti come ferite, solcano i volti di figure che vivono relegate in uno spazio claustrofobico nel quale Erika fa emergere la potenza interiore degli sguardi: grandi occhi allarmati, feriti, allucinati, imploranti, smarriti, incapaci di posarsi sulle cose per trovare loro un senso.



Rainy day, tecnica mista, 100x80, 2017



Senza pelle, tecnica mista, 73x206, 2021

La co-curatrice Monica Pirone, in occasione della mostra di Erika Capobianco annuncia con soddisfazione la riapertura dello spazio espositivo. "Officinenove Studio" riapre dopo circa 4 anni al pubblico - sottolinea la Pirone- I fondatori storici sono Vincenzo Giannantonio, Monica Pirone e Paola Soldini, ai quali si è aggiunto in seguito Sergio Angeli; attualmente al Collettivo “originario” si sono unite la sopra citata Erika Capobianco e Cristina Moglia, artista ed attrice che organizza e cura in sede laboratori attoriali.
Officinenove riapre con una nuova veste che privilegi il laboratorio e lo studio e attorno a sé artisti di differenti discipline, con la finalità di creare un vero e proprio collettivo di addetti ai lavori dove le esposizioni risultino più momenti di verifica e sperimentazione che mere mostre da galleria e dove vengano privilegiati gli scambi, gli incontri e i progetti che vedono coesistere diversi linguaggi. Crediamo che di questi tempi la coralità possa meglio esprimere un sentimento di smarrimento e disagio e che la comunione di intenti dia migliore spazio alla creatività, possibilmente lontane da protagonismi ed egoici punti di vista. Una vera linea democratica di vivere, uno spazio che faccia emergere pluralismi dove ciascuno possa contribuire con una reale partecipazione attiva all’insegna  di princìpi quali la condivisione, le diversità e il rispetto per il lavoro del prossimo"
(M. Pirone).
Lo spazio espositivo è aperto dal lunedì al venerdì e la mostra può essere visitata su appuntamento dalle 16,00 alle 19,00.


monica.pirone@gmail.com  angelintro@gmail.com
Instagram: Monica pirone official - Sergio Angeli official 
fb: Erika Capobianco - Monica Pirone
per visita su appuntamento tel.3406020807


Bruna Condoleo, storica dell'arte, giornalista, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte



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