Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno XIX - n.79 - Aprile - giugno 2024
IN MOSTRA 


Forlì. "Preraffaelliti. Rinascimento moderno"
di Bruna Condoleo




Ai Musei di San Domenico a Forlì si sta svolgendo la mostra “Preraffaelliti. Rinascimento moderno”, diretta da Gianfranco Brunelli e curata da un gruppo di storici dell’arte: Elisabeth Prettejohn, Peter Trippi, Cristina Acidini con Francesco Parisi, con Tim Barringer, Stephen Calloway, Charlotte Gere, Véronique Gerard Powell e Paola Refice. Sono esposte 300 opere circa: dipinti, sculture, disegni, fotografie, mobili, ceramiche, opere in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri, manoscritti e gioielli attraverso i quali si racconta la storia di tre generazioni di artisti legati al movimento Preraffaellita. Le opere esposte provengono da molti musei del mondo, dai più prestigiosi musei italiani ad importanti istituzioni inglesi e americane. Il lungo e articolato percorso della mostra si conclude con una sezione dedicata agli artisti italiani che furono influenzati dalle tendenze neorinascimentali sia nei loro progetti architettonici ottocenteschi  sia nel revival della pittura, come Aristide Sartorio, di cui è esposta l’opera d’impronta botticelliana “Le vergini savie e le vergini stolte”, dipinta alla fine del XIX secolo.




Edward Burne-Jones , William Morris, and John Henry Dearle (designers) Morris & Co. (produttore, tessuto by Robert Ellis, John Keich, John Martin, and George Merritt) Arazzi del Santo Graal.I cavalieri si armano, Holy Grailtapestries.The Armingof the Knight, progettato nel 1890, tessuto nel 1898-1899, designed 1890, woven 1898-1899, arazzo ad alto ordito con trama in lana e seta su ordito in cotone, tapestry in wool and silk. Collezione privata, Private collectio ©

Fin dalla prima metà del XIX secolo in Europa iniziarono a svilupparsi diverse secessioni di artisti desiderosi di allontanarsi dalle rigide norme accademiche in nome di una maggiore affermazione di nuove istanze estetiche, collegate ai tempi e alle situazioni storiche e sociali contingenti. Già nel primo decennio del secolo, infatti, la Confraternita di San Luca, costituita da pittori austriaci e tedeschi trasferitisi a Roma e denominatisi Nazareni, aveva ricercato diverse strade espressive nello studio dell’arte dei “primitivi”, ovvero degli artisti tre/quattrocenteschi, tuttavia è a Londra nel 1848 che si istituisce la Confraternita preraffaellita 1), un gruppo di giovani artisti che contrappone al modello raffaellesco e michelangiolesco, in auge in Inghilterra ma ritenuto dai pittori artificioso e manierato, un linguaggio semplice e spontaneo ispirato all’arte italiana del tardo ’300 e del ‘400.  William Hunt, John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti, Ford Madox Brown, Edward Burne-Jones sono tra i maggiori esponenti di una schiera di artisti che prpongono una nuova maniera di dipingere ispirata a soggetti medioevali, cavallereschi, storici e letterari, a volte di natura religiosa.




Dante Gabriel Rossetti La vedova romana, Roman Widow 1874 olio su tela, oil on canvas. Museo de Artede Ponce / The Luis A. Ferré foundation, Inc. -


e
Ford Madox Brow, La sepoltura,The Entombment 1868 olio su tela, oil on canva. The Faringdon Collection Trust, Buscot Park, Oxfordshire ©



L’arte preraffaellita si afferma in Inghilterra dapprima con qualche iniziale difficoltà, soprattutto perché venne collegata a una sorta di risveglio cattolico dell’Inghilterra che intendeva reagire al puritanesimo anglicano e alla sua collisione con il capitalismo e l’imperialismo inglese. La rivalutazione del linguaggio dei “Primitivi” italiani, di pittori come Sandro Botticelli, Benozzo Gozzoli, Filippo Lippi, Andrea Mantegna, Vittore Carpaccio, si coniuga innanzi tutto con il recupero attraverso l’arte di un’ eticità esistenziale, dato che, pur affascinati dall'arte primitiva, i preraffaelliti non intendono replicare lo stile della Rinascenza italiana, ma soltanto prendere a modello la professionalità, l’onestà nel mestiere e la moralità di quei grandi artisti! La mostra si apre infatti con una sezione dedicata ai Maestri italiani cui si ispirano i preraffaelliti: Cimabue, Beato angelico, Filippo Lippi, Luca Signorelli e Botticelli, uno dei più lodati dal gruppo inglese!
Le perplessità attorno all’arte preraffaellita, condivise anche da importanti letterati, come Charles Dickens che la criticò aspramente, furono presto superate per divenire un ‘estetica dominante della società vittoriana, specialmente fra le classi colte ed agiate.







Frederic Leighton, Ragazze greche che raccolgono ciottoli in riva al mare. Greek girls picking up pebbles by the sea 1871, as Colección Pérez Simón, Mexico ©




Beato Angelico , Compianto sul Cristo morto. Lamentation over the Dead Christ 1436 -1441. tempera su tavola, tempera on panel. Firenze, Museo di San Marco ©


Una delle personalità più interessanti del gruppo è William Morris, scrittore e polemista oltre che pittore e geniale designer, cofondatore nel 1861 della Ditta Morris, Marchall, Faulkner & Co. interessata alla arti applicate: mobili, argenti, carte da parati, arazzi, vetrate e stoffe, sono tutti oggetti realizzati artigianalmente dalla Ditta, ma eseguiti con raffinatezza e sapienza che avrebbero dovuto diffondere nella massa il gusto della bellezza in ogni aspetto del vivere quotidiano, soppiantando la volgarità anonima della produzione industriale. Non bisogna tralasciare infine l’influenza che ebbe sul gruppo il movimento neogotico, tanto che proprio John Ruskin, scrittore e disegnatore, il maggior fautore del revival gotico, divenne uno fra primi sostenitori dei giovani pittori.
Uno dei più valenti preraffaelliti è stato John Everett Millais che ha creato opere famose, molte delle quali sono ispirate ai classici shakespeariani, come si evince dalla celebre tela “Ofelia” (1852), un olio che fonde realtà e poesia. Il Pittore offre l’immagine di un’ingenua e dolce fanciulla che, scivolata nel ruscello, viene trascinata verso la sua fine mentre canta in mezzo a una natura meravigliosa, descritta da Millais con cura minuziosa, frutto di uno studio personale della vegetazione lungo le rive del Tamigi. Piante e fiori caratteristici della zona assumono nella tela anche una valenza simbolica: il papavero simbolo di morte, l’ortica del dolore e la margherita dell’innocenza!



Andrea del Verrocchio e Lorenzo di Cred,i Madonna di Piazza 1474 -1483, tempera su tavol, tempera on panel, Pistoia, Cattedrale di San Zeno
La bellezza della fanciulla è quella di Elisabeth Siddal, futura moglie di Rossetti e anche lei pittrice, morta avvelenata dal laudano dieci anni dopo la presentazione di quest’opera alla Royal Accademy! L’amore per la natura, in cui i preraffaelliti riconoscono un’autentica poeticità, la nostalgia di un Medioevo spesso idealizzato, l’interesse per soggetti narrativi creano nella loro pittura una sorta di contaminazione tra fascino romantico (Fussli e Blake) e razionalismo modernista, molto apprezzata dai sostenitori del gruppo e dai critici lungimiranti. Nelle opere di Dante Gabriel Rossetti, figlio di un esule mazziniano emigrato a Londra, l’ispirazione ai modelli italiani quattrocenteschi appare chiara in opere di rara suggestione cristiana, come in “Ecce ancilla domini” (1850), dove l’amore per il colore bianco, declinato in diverse tonalità, rivela ascendenze dallo stile di Beato Angelico, molto apprezzato dai preraffaelliti. L’opera esprime una forte carica emotiva nell’ossequioso timore della Vergine, dall’inedita chioma rossa, e nella forte luminosità che avvolge scena e figure evocando una dimensione ultraterrena. Anche nelle tavole disegnate per commentare i romanzi inglesi come nelle opere più famose in cui ritrae donne ambigue e affascinanti, Rossetti rivela un sofisticato gusto decorativo oltre a una pregevole esecuzione tecnica.
Anche Edvard Burne-Jones, seguace di Rossetti, richiama opere quattrocentesche per uno spiccato gusto linearistico che deriva dal Botticelli e un'esaltazione del mito e delle atmosfere sognanti. In “La scala d’oro” (1880) gli influssi botticelliani si notano nelle forme flessuose delle vergini che scendono lungo sinuose scale recando strumenti musicali, immerse in un luogo ascetico senza tempo, quasi un paradiso dantesco!
A proposito di Dante Alighieri si deve porre l’accento sull’amore che i pittori preraffaelliti dimostrano per la poesia e per l’opera del genio toscano: molti di loro, infatti, sono anche poeti, come Rossetti, che ha tradotto la “Vita Nova”. Ut pictura poesis è un antico principio ricorrente nella storia dell’arte e i preraffaelliti sono stati molto sensibili all’interrelazione di immagine e parola, tanto che molti di loro scrissero saggi e recensioni e dotarono spesso i dipinti di preziose iscrizioni.
Fin dalle prime mostre a molti parve chiara la bellezza dello stile preraffaellita che lo storico dell’arte John Christian ha definito “freschezza primaverile” per la luminosità delle tinte e per l’impatto emotivo dei soggetti. La loro tecnica, eseguita con un lavoro lento nella definizione di ogni dettaglio, prevedeva sottili strati pittorici che lasciavano trasparire il bianco e l’uso di colori sintetici per creare effetti brillanti: un vero Rinascimento dei tempi moderni!.
L'interessante mostra “Preraffaelliti. Rinascimento moderno ” terminerà il 30 giugno 2024.



1) Il termine "preraffaelliti" fu coniato dal pittore William Hunt.



Bruna Condoleo, storica dell'arte, giornalista, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte




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