Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Rivista bimestrale - Anno IV - n.17 - Inverno 2008
ARCHITETTURA DEL 2000

La Nuova Fiera di Roma
di Ilaria D'Ambrosi


L'architetto Tommaso Valle




Siamo a Roma, lungo l'autostrada Roma – Aeroporto di Fiumicino e già si può ammirare lo spettacolare ingresso della Nuova Fiera Espositiva della Capitale, realizzata dall'architetto Tommaso Valle. Con il progetto per la "Nuova Fiera di Roma" lo Studio Valle ha realizzato un polo espositivo che si è subito collocato nella rosa delle più importanti realtà fieristiche d'Europa, dando luogo ad un complesso organismo polifunzionale di qualità.
La nuova installazione rappresenta un coacervo di simboli e di valori, riuscendo a coniugare in una sola opera le richieste di una società moderna, internazionale ed in movimento: per questo la Nuova Fiera di Roma è tra le mete turistiche più gettonate, nonché un notevole rilancio urbanistico di un’area periferica.

La Nuova Fiera di Roma: il lungo ingresso principale. (Tommaso Valle)


Non c'è che dire, hanno l'occhio lungo questi turisti!
Lo Studio Valle soddisfa le esigenze della committenza giocando con le forme architettoniche e la funzionalità, realizzando un' opera ineccepibile, ricca di valori artistico-culturali che fondono la tradizione alla logica precipua della corrente post–moderna (1).
L'Architetto Tommaso Valle, docente alla facoltà di Architettura Valle Giulia dell'Università La Sapienza di Roma, progetta quattordici padiglioni espositivi ed una fitta rete di percorsi pedonali e non, operando una sintesi formale che marca l'intero centro, di per sè caratterizzato dall'applicazione di tecnologie all'avanguardia e da

Particolare della pensilina d'accesso alla Fiera: copertura in Texalon e sostegni in acciaio
  nuovi modelli costruttivi. È ormai un'opinione comune che la Nuova Fiera sia un elemento di grande spessore ed uno di quei “giganti buoni” attenti alle norme ambientali: infatti tutti i materiali (ovviamente ad esclusione del cemento armato) sono perfettamente riciclabili e l'attenzione dello Studio si è spesso soffermata sulla ventilazione naturale e sull'esposizione solare della maggior parte degli ambienti. Non possiamo già trarre le nostre conclusioni, anche l'occhio vuole la sua parte!
Chi viene da Roma si imbatte immediatamente in una stupefacente creazione architettonica: la pensilina a copertura del percorso pedonale pensile. Questo elemento, unico nel suo genere, costituisce il nerbo del progetto ed il successo della politica ecocompatibile stabilita dallo Studio.
L’elegante copertura, tesa tra i sostegni in acciaio, è di Texalon, un materiale ottenibile dalla lavorazione degli ultimi scarti del petrolio, che gode della stupefacente qualità di essere leggero, biodegradabile e trasformabile a 120 gradi. I visitatori accedono ai diversi padiglioni per mezzo di tapis roulants e scale mobili che permettono la discesa, da un'altezza di sei metri, negli spazi espositivi, tutto questo per rendere più agevole la coesistenza di più manifestazioni contemporaneamente. Ma, architettonicamente parlando, non è tutto qui.
È importante porre l'accento sull'elemento strutturale, forse più noioso per i non addetti ai lavori, ma di grande interesse per chi si voglia avvicinare con consapevolezza al mondo dell'architettura. Lo Studio Valle ha perseguito la linea della funzionalità e questo non poteva palesarsi solo all’esterno: tra i vari padiglioni lo stesso concetto, infatti, è stato trasposto all’interno delle singole zone espositive. Pensiamo a quanto sia scomodo esporre e visitare una fiera quando a tenere il tetto sono massicci, ingombranti e, diciamocelo, bruttissimi pilastri in calcestruzzo! Ciò non accade nel progetto per i padiglioni rettangolari della Nuova Fiera di Roma, perché all’interno della copertura sono state tese quelle che in gergo si chiamano “travi a luce libera”, ovvero travi senza l’ausilio di pilastri, che bilanciano la spinta del carico all’interno della pianta della sala espositiva, ma solo ed unicamente con sostegni reticolari di bordo, ubicati cioè lungo il perimetro.  


Il dinamico ingresso della Nuova Fiera
Forse è proprio in questa configurazione così flessibile e sicuramente impegnativa che si nota non solo l’esperienza, ormai cinquantennale, dello studio romano, ma soprattutto la tendenza a considerare la Nuova Fiera di Roma come un complesso architettonico competitivo a livello mondiale.


Ingresso ovest
Appena dopo essersi laureato, nel 1957, l'architetto Tommaso Valle si è dedicato alla carriera universitaria ed all'esercizio della professione, fondando il noto studio nello stesso anno. Gli anni ’60 sono stati anni essenziali per lo studio dell’immagine ed intensi per la formazione di un nuovo stile, che tra gli anni ’70 –’80 raggiunge l’apice con lo sviluppo di un’espressività legata alla forma dello spazio ed all'uso della più moderna tecnologia. Negli anni ’90 l’architetto completa la sua ricerca analizzando nuove tematiche, quali l’architettura sostenibile.
Tra le opere più importanti dello Studio Valle ricordo il Monumento ai Caduti di Auschwitz, il Padiglione Italiano all'Expo Mondiale di Osaka, i passaggi pedonali meccanizzati dell'Aeroporto "Leonardo da Vinci" di Roma, la Torre di Controllo all'Aeroporto di Malpensa, il Centro Conferenze per le Nazioni Unite in Etiopia, la Sede della Società Alitalia, l'Università di Tor Vergata, i nuovi insediamenti della Banca d'Italia, il Campus dell'Università di Asmara e la Nuova Sede del Consiglio della Regione Puglia.




(1) Per architettura post-moderna si intendono quegli studi che, a partire dagli anni ’70, hanno contestato i dettami del Movimento Moderno e del rigorismo razionalista in nome di una libertà e di un gusto eclettico, ispirato agli stili del passato ed alla loro contaminazione. L'espressione "post-moderna" deriva da una pubblicazione del filosofo francese Jean Francois Lyotard, in cui si indicava con questo termine il tramonto delle ideologie e delle utopie del '900.



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