Recentemente la nostra redazione ha partecipato ad un inusuale
giro turistico: tra illusione e realtà, vi sveliamo i segreti
dell’ Opera House di Goteborg, in Svezia.
Dietro le quinte il teatro progettato dallo studio Lund &
Valentin assume tutto un altro profilo, ugualmente emozionante
come le numerose rappresentazioni che vengo messi in scena. Famoso
per gli impressionanti allestimenti e per la partecipazione degli
artisti più noti sul panorama internazionale, la vera anima
dell’Opera House si cela nei 1117 locali alle spalle della
scena. Qui lavorano incessantemente circa 500 persone tra costumisti,
scenografi, tecnici per rendere ogni minuto dell’opera in
programma un evento spettacolare.
Avere la fortuna di osservare questo edificio è un' emozione
particolare. Dopo quasi 50 anni di controversie sul sito in cui
sarebbe dovuto sorgere il teatro, oggi l’edificio gode di
un enorme apprezzamento. Costruita lì dove l’acqua
lambisce le banchine del porto monumentale di Goteborg, l’Opera
House assume le fattezze di una nave silenziosamente arenata,
in attesa di partire per un’altra spedizione. Passeggiare
intorno all’ elegante e molto compatta struttura d’acciaio,
carpirne i significati e le forme così ben disegnate per
dialogare con lo skyline della città, è un piacere,
seppur il freddo a volte non lasci tregua! Mentre i germani reali
scorrazzano lungo il fiume ghiacciato tornano alla memoria i protagonisti
delle leggende nordiche:
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fantasticando dove l’illusione
si nasconde, non vediamo più pesanti travi d’acciaio,
ma immaginiamo la carena tondeggiante di una nave, non percepiamo
il vetro delle finestrature, bensì delle vele spiegate al
vento, così quando anche la prua prende forma, siamo pronti
a salpare alla volta di un nuovo viaggio.
Un occhio critico ci spinge a considerare l’aspetto informale,
in contrasto non solo con gli edifici della città, ma anche
con gli altri poli culturali che Goteborg offre. Una nota negativa?
Noi non la consideriamo tale, piuttosto un accenno al naturalismo,
un’esaltazione del già fortissimo rapporto con la natura
presente in molti edifici scandinavi (pensiamo all’Opera House
di Oslo).
Attraversando l’entrata principale ci si trova in un ambiente
caldo e accogliente, dove piccoli faretti gialli esaltano l’atmosfera
elegante e la fioca luce naturale che trapela dalle vetrate. Prima
di visitare i retroscena, è doveroso fermarsi nella caffetteria
dell’Opera e assaggiare uno dei buonissimi dolci tipici alla
cannella, mentre già si sentono le note dei musicisti in
prova e qua e là gli artisti scambiano due chiacchiere con
i visitatori.
Dalle illustrazioni esposte sulle pareti esterne della sala più
interna apprendiamo che, nonostante l’Opera sia stata inaugurata
nel 1994, solo di recente (2010) ha subito un significativo ampliamento:
un passaggio connette il nucleo originario a un secondo auditorium,
più piccolo del principale, finanziato interamente dagli
introiti delle vendite dei biglietti. Non c’è che dire,
dopo 50 anni di discussioni, il successo dell’Opera è
decisamente tangibile!
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Il salone centrale del teatro che funzione da auditorium ha una
veste molto classica, ottagonale: le più di mille poltroncine
di velluto rosso sono allineate nello spazio della platea e nelle
balconate sopra di essa, in uno stile un po’ retro’,
quasi in contrasto con quanto ci si sarebbe aspettati, ma basta
che il primo strumento intoni una nota che capiamo la ricercatezza
della progettazione di questo ambiente: il Teatro dell’ Opera
di Goteborg è uno dei migliori al mondo per l’acustica.
Da una porticina nascosta a fianco della scena,
accediamo al cuore pulsante dell’Opera: i laboratori. Qui
sarti, acconciatori, scenografi, costumisti e numerosi artigiani
preparano le parrucche, gli abiti e le scene del nuovo spettacolo.
Ogni artista indosserà un abito disegnato e realizzato negli
atelier retrostanti il palcoscenico, per dare vita a quella strabiliante
fabbrica di sogni che è il teatro.
Visitiamo le sale prova, gli uffici, la falegnameria, gli archivi,
insomma tutto ciò che è reale, poi a fianco al nostro
gruppo passano alcuni ballerini in abiti da scena e nel percorso
verso l’uscita ricominciamo a spaziare con la fantasia.
Con difficoltà salutiamo chi che ci ha guidato nella nostra
visita, ma ancora per qualche minuto ci soffermiamo nella hall.
Dalle ampie vetrate vediamo il fiume insinuarsi lento nelle maglie
della città e salutando una nave che entra nel porto siamo
pronti anche noi a passare un altro giorno a Goteborg,.conoscere
il Writing e la Street Art. |
Ilaria D'Ambrosi, laureata in Architettura all'Università Roma Tre
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