Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno IX - n.36 - Aprile - giugno 2013
ARCHITETTURA DEL 2000
L'opera House di Goteborg: una nave dei sogni!
di Ilaria D'Ambrosi



Goteborg: L'Opera House


Recentemente la nostra redazione ha partecipato ad un inusuale giro turistico: tra illusione e realtà, vi sveliamo i segreti dell’ Opera House di Goteborg, in Svezia.
Dietro le quinte il teatro progettato dallo studio Lund & Valentin assume tutto un altro profilo, ugualmente emozionante come le numerose rappresentazioni che vengo messi in scena. Famoso per gli impressionanti allestimenti e per la partecipazione degli artisti più noti sul panorama internazionale, la vera anima dell’Opera House si cela nei 1117 locali alle spalle della scena. Qui lavorano incessantemente circa 500 persone tra costumisti, scenografi, tecnici per rendere ogni minuto dell’opera in programma un evento spettacolare.
Avere la fortuna di osservare questo edificio è un' emozione particolare. Dopo quasi 50 anni di controversie sul sito in cui sarebbe dovuto sorgere il teatro, oggi l’edificio gode di un enorme apprezzamento. Costruita lì dove l’acqua lambisce le banchine del porto monumentale di Goteborg, l’Opera House assume le fattezze di una nave silenziosamente arenata, in attesa di partire per un’altra spedizione. Passeggiare intorno all’ elegante e molto compatta struttura d’acciaio, carpirne i significati e le forme così ben disegnate per dialogare con lo skyline della città, è un piacere, seppur il freddo a volte non lasci tregua! Mentre i germani reali scorrazzano lungo il fiume ghiacciato tornano alla memoria i protagonisti delle leggende nordiche:



fantasticando dove l’illusione si nasconde, non vediamo più pesanti travi d’acciaio, ma immaginiamo la carena tondeggiante di una nave, non percepiamo il vetro delle finestrature, bensì delle vele spiegate al vento, così quando anche la prua prende forma, siamo pronti a salpare alla volta di un nuovo viaggio.
Un occhio critico ci spinge a considerare l’aspetto informale, in contrasto non solo con gli edifici della città, ma anche con gli altri poli culturali che Goteborg offre. Una nota negativa? Noi non la consideriamo tale, piuttosto un accenno al naturalismo, un’esaltazione del già fortissimo rapporto con la natura presente in molti edifici scandinavi (pensiamo all’Opera House di Oslo).
Attraversando l’entrata principale ci si trova in un ambiente caldo e accogliente, dove piccoli faretti gialli esaltano l’atmosfera elegante e la fioca luce naturale che trapela dalle vetrate. Prima di visitare i retroscena, è doveroso fermarsi nella caffetteria dell’Opera e assaggiare uno dei buonissimi dolci tipici alla cannella, mentre già si sentono le note dei musicisti in prova e qua e là gli artisti scambiano due chiacchiere con i visitatori.
Dalle illustrazioni esposte sulle pareti esterne della sala più interna apprendiamo che, nonostante l’Opera sia stata inaugurata nel 1994, solo di recente (2010) ha subito un significativo ampliamento: un passaggio connette il nucleo originario a un secondo auditorium, più piccolo del principale, finanziato interamente dagli introiti delle vendite dei biglietti. Non c’è che dire, dopo 50 anni di discussioni, il successo dell’Opera è decisamente tangibile!
Il salone centrale del teatro che funzione da auditorium ha una veste molto classica, ottagonale: le più di mille poltroncine di velluto rosso sono allineate nello spazio della platea e nelle balconate sopra di essa, in uno stile un po’ retro’, quasi in contrasto con quanto ci si sarebbe aspettati, ma basta che il primo strumento intoni una nota che capiamo la ricercatezza della progettazione di questo ambiente: il Teatro dell’ Opera di Goteborg è uno dei migliori al mondo per l’acustica. Da una porticina nascosta a fianco della scena, accediamo al cuore pulsante dell’Opera: i laboratori. Qui sarti, acconciatori, scenografi, costumisti e numerosi artigiani preparano le parrucche, gli abiti e le scene del nuovo spettacolo. Ogni artista indosserà un abito disegnato e realizzato negli atelier retrostanti il palcoscenico, per dare vita a quella strabiliante fabbrica di sogni che è il teatro.
Visitiamo le sale prova, gli uffici, la falegnameria, gli archivi, insomma tutto ciò che è reale, poi a fianco al nostro gruppo passano alcuni ballerini in abiti da scena e nel percorso verso l’uscita ricominciamo a spaziare con la fantasia.
Con difficoltà salutiamo chi che ci ha guidato nella nostra visita, ma ancora per qualche minuto ci soffermiamo nella hall. Dalle ampie vetrate vediamo il fiume insinuarsi lento nelle maglie della città e salutando una nave che entra nel porto siamo pronti anche noi a passare un altro giorno a Goteborg,.conoscere il Writing e la Street Art.












Ilaria D'Ambrosi, laureata in Architettura all'Università Roma Tre




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