Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno IX - n.42 - Ottobre - dicembre 2014
ARCHITETTURA DEL 2000
A Cagliari il Museo Mediterraneo di Arti Nuragiche e Contemporanee
di Ilaria D'Ambrosi


Quasi in tutti i mari caldi, in acque poco profonde e ricche di plancton possiamo trovare numerosissime colonie coralline. La bellezza dello scheletro calcareo ramificato di questo delicato animale (antozoo) da secoli suscita particolare interesse nel settore dell’oreficeria; ma dal 2006 è stato eletto a vero protagonista solleticando la creatività dell’archistar Zaha Hadid, insignita nel 2004 del celeberrimo Premio Prizker.





Progetto di Zaha Hadid per il Museo Mediterraneo delle Arti Nuragiche e contemporanee


Vincitrice del concorso ideato dall’Assessorato regionale ai Beni Culturali, l’architetto anglo-irachena pone sotto una nuova luce l’immagine della concrezione corallina. Come queste colonie popolano gli scogli anche di alcuni mari italiani, il Museo Mediterraneo di Arti Nuragiche e Contemporanee di Cagliari nasce dalle acque del mare per ergersi a spettacolare ingresso marittimo del capoluogo sardo. Alla stregua del corallo, il museo apparirà esternamente poroso, scultoreo e non rosso o rosa, bensì di un bianco accecante che in un eccezionale gioco d’ombre dovrà palesare la successione interna dei vuoti. In costruzione quasi sulle acque del Mar Tirreno, il progetto per il Museo Betile di Zaha Hadid apparirà eroso dal fluire delle onde e corroso dalla salsedine che ne determinerà la forma, gli spazi museali, i percorsi commerciali destinati ai visitatori e il sistema di logge per l’esposizione d’arte contemporanea. Due gusci che, uno dentro l’altro, daranno vita agli spazi dove verranno esposte le opere di arte nuragica. La pelle più esterna in pannelli di GRC protegge quella interna più versatile, per garantire la multifunzionalità degli spazi definiti da percorsi che, come firma di Hadid, si intercettano e intersecano scanditi da elementi verticali, obliqui, sospesi o vetrati. Solo il percorso commerciale attraverserà tutti gli spazi interni del museo, in perfetta continuità con la passeggiata del lungomare esterna all’edificio.



Studi del progetto  del Museo


Anche qui, come nel MAXXI di Roma, nella Stazione dei pompieri di Vitra e nel Museo di Arte Contemporanea di Cincinnati, Zaha Hadid si è imposta come regina del panorama architettonico internazionale. L’eleganza e la sublime perfezione dei suoi edifici collimano perfettamente con l’attenta e sofisticata analisi delle caratteristiche del sito. Il suo progetto, che rientra nel programma di riqualificazione del quartiere Sant’Elia, è concepito come un nodo di scambio tra le diverse culture: quella sarda, fortemente radicata sul proprio territorio, e uno scenario internazionale. La riscoperta del patrimonio artistico e culturale dell’antichissima civiltà nuragica avviene in completa osmosi con il paesaggio circostante, costituendo un water front articolato e allo stesso tempo naturale. Non a caso i percorsi interni al Museo Betile, che guideranno i visitatori tra le sale espositive piuttosto che negli spazi commerciali, rispettano la geometria degli spazi esterni e si diramano esattamente come un organismo corallino.



Digitalizzazioni del progetto di Hadid con vedute particolari degli spazi interni

In attesa che venga redatto il progetto dell’ampliamento (con l’adesione di altre strutture esterne) e pregustando l’eccezionalità di cui si fa garante la firma dell’architetto Hadid, possiamo solo aspettare pazientemente che anche questo edificio, così promettente sulla carta, venga aperto al pubblico per fare i debiti commenti non solo sulla sua bellezza ma anche sulla funzionalità.


Ilaria D'Ambrosi, architetto e Urban Planner




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