Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno XIX - n.79 - Aprile - giugno 2024
ARCHITETTURA DEL '900


Parigi. il Centre Georges Pompidou, una rivoluzione nel concetto di Museo!
di Ilaria D'Ambrosi



Il 31 gennaio 1977 a Parigi viene aperto al pubblico un edificio che, da questo momento in poi, rivoluzionerà radicalmente l'idea stessa del museo: Renzo Piano e Richard Rogers inaugurano il Centre Georges Pompidou. Già negli anni Sessanta, grazie alle intenzioni del Presidente della Repubblica Georges Pompidou, iniziò a circolare il desiderio di riqualificare il quartiere di Beaubourg, particolarmente degradato; da qui al concorso bandito nel 1971 il passo sarà breve e la prima pietra del Centro viene posta l'anno successivo, nel 1972. Il progetto dell'Architetto genovese Renzo Piano, in collaborazione con lo strutturista Richard Rogers (e Gianfranco Franchini, che poi si ritirò), si impose da subito come luogo di riferimento per la diffusione dell'arte contemporanea, ma non solo, divenne un vero e proprio punto di partenza dal quale ripensare al concetto di museografia. In questo edificio vengono completamente sovvertiti i tradizionali schemi progettuali, lasciando confluire in fase ideativa i modelli di Andrè Malraux, già collaudati nel Museo di Arte Moderna, e quelli di una biblioteca pubblica. Lo stesso Piano dichiarerà: "l'intento era quello di creare una gioiosa macchina urbana […] una creatura che potrebbe essere uscita da un libro di Jules Verne, oppure un'improbabile nave in carenaggio" Di fatto, ciò che ne uscirà sarà - a detta di Bruno Zevi - "un grido moderno nel cuore della capitale francese".


Parigi. Centre Pompidou, Renzo Piano e RichardRogers. Aperto al pubblico nel 1977



Partiamo dal progetto. L'architettura del Centre Pompidou è pensata per "portare fuori" ciò che normalmente si trova all'interno delle mura di un edificio. Per questo, tubature, cavi e impianti sono resi completamente visibili all'esterno del guscio perimetrale del museo. Grandi tubature colorate, in cui a ogni colore corrisponde una funzione: nelle tubature verdi scorre l'impianto idraulico, in quelle gialle quello elettrico, nelle tubature blu passa il sistema di areazione e nelle rosse l'impianto per movimentare le scale mobili e gli ascensori, anche quest'ultimi rigorosamente estradossati rispetto al perimetro dell'edificio. Nonostante ciò, il dialogo con il contesto urbano non risulta forzato o in contrasto, tutt'altro: il Museo, nato da strategie ben mirate a rendere l'arte un patrimonio di tutti, arriva a restituire un'identità a tutto il quartiere, ristabilendo anche il ruolo della Ville Lumiére nel panorama culturale contemporaneo. Qui, infatti, viene raccolta l'idea di Georges Pompidou di creare un'istituzione che accogliesse al suo interno ogni forma d'arte, dalla musica al cinema, all'arte libraria, di fatto oltrepassando il canonico concetto di museo specializzato per abbracciare ogni espressione artistica, abbandonando dunque l'idea del museo rivolto a una élite a favore di quella di voler educare un'ampia forbice di società ai nuovi linguaggi. Prime fra tutti le facciate dell'edificio stesso, caratterizzate dalla fortissima presenza dei colori primari!




I fantasmagorici prospetti colorati del Centro Pompidou



I


Entriamo all'interno. Il bando istituito dal Ministero degli Affari Culturali richiedeva l'ideazione e la realizzazione di "un centro culturale ad uso misto": i primi tre piani ospitan, la Bibliothèque publique d'information, il quarto e il quinto il Musée National d'Art Moderne, con gli allestimenti realizzati nel 1980 da Gae Aulenti. Il Centre Pompidou è eretto interamente in acciaio e vetro, al suo interno, grandi spazi aperti e percorsi liberi da impedimenti fisici e visivi sono il risultato della scelta di una progettazione "rovesciata", ovvero, se da una parte i grovigli di cavi, tiranti, controventature e impianti affollano le facciate, dall'altra affrancano gli spazi interni da qualsiasi struttura portante, conferendo ai 7500 metri quadrati di sale espositive un'enorme flessibilità. Ancora oggi, a quasi 50 anni dalla sua ideazione, il Centro Pompidou è uno dei massimi esempi di architettura high-tech: la potenza delle strutture in acciaio, la bellezza dei colori e l'armonia con il contesto esterno tanto quanto con gli spazi interni, lo hanno fatto diventare un'icona per tutta la Francia. Con il Centre Georges Pompidou siamo di fronte a un edificio che si configura come uno spazio espositivo in continuo rinnovamento, in cui la presenza delle innumerevoli opere garantisce un importante palcoscenico per l'arte internazionale e la creazione di un simbolo di una nuova identità culturale. Non a caso nel 2019 è stato aperto il Centre Pompidou X West Bund Museum in Cina1

Vogliamo ricordare ai nostri lettori che dal 2025 al 2030 il Centre Pompidou rimarrà chiuso al pubblico per lavori di ristrutturazione e manutenzione dei locali, ma tale chiusura nulla toglie alla possibilità di apprezzare la particolarità del suo aspetto esterno!

Ilaria D'Ambrosi, architetto e Urban Planner
e-mail: ila.dambrosi@gmail.com

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