Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Rivista bimestrale - Anno V - n.18 - Primavera 2009
GALLERIE IN RETE 
PROPOSTE DI ARTE CONTEMPORANEA

A Bologna, le metamorfosi di Arrivabene
di Carmelita Brunetti



A Bologna la nota Galleria Forni presenta, nei suoi bellissimi spazi espositivi, per la prima volta le opere di Agostino Arrivabene in una personale intitolata "Metamorfosi". Le opere dell' artista sono di grande suggestione ed interesse culturale, perché egli non solo plasma le forme con i colori, come facevano i pittori del Seicento fiammingo ed olandese, ma usa la mitologia e la simbologia per tradurre l'essenza dell'essere nella lotta continua tra la vita e la morte.
Il percorso espositivo vede trenta dipinti dei diversi generi amati dall'artista: si passa dalle nature morte, dove il fiore, ad esempio, diventa una Corona santa, rivelando nella sua metamorfosi la sacralità risolutiva nella lotta del bene contro il male, ai paesaggi idealizzati, come I balnea di Zeus, il dio che ambiguamente si presenta sotto la forma di una nube bianca lontana o ancora, come è idealmente nelle intenzioni dell'artista, in un toro bianco sguazzante in acqua, ma che, non si vede perché solo citato nel titolo.
Il suo lirismo, fatto di rimandi e citazionismi, proietta in un mondo visionario fatto di simboli e creature fantastiche dove animali bizzarri e figure umane ricordano, soprattutto per la tecnica, i grandi Maestri storici. Arrivabene è stato infatti definito da Vittorio Sgarbi, nel corso della presentazione di una mostra a Piacenza nel 2002, dedicata al Surrealismo padano, “ un giovane in grado di dipingere come un antico maestro fiammingo”, come Durer o Van Eych.
Nei suoi dipinti colpisce la luce, elemento fondamentale che invade e caratterizza l' intera produzione, come in "Pieris rapae", dove è una farfalla bianca ad illuminare il paesaggio durante la bella stagione ed a punteggiare i prati della campagna lombarda dove Arrivabene vive e dipinge. Quello che percepiamo nei suoi lavori è l'effetto del contrasto fra luce ed ombra, ottenuto con la raffigurazione degli animali come capri, di cui uno è, Il capro bianco candido, albino, in un paesaggio islandese dalle luci adamantine, oppure il suo opposto, Il caprone nero, che è un essere ancestrale in una notte artica, in cui l'animale pare fluttuare nel blu con miriadi di lucciole simbiotiche. Il palesarsi di una natura divina o demoniaca sottolinea i contrasti delle forze vitali.
 



Agostino Arrivabene: "Lumen cinereum", olio su tela, 2007




Agostino Arrivabene: Zeus, 2008, olio su tela


La mostra "Metamorfosi" è aperta al pubblico fino al 14 marzo 2009.


Carmelita Brunetti, laureata in Storia dell'Arte moderna, specializzata in Psicologia dell'arte, docente all'Accademia di Belle Arti FABA di Cosenza
e-mail:
carmelita.arte@libero.it



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