Un nuovo viaggio, all’insegna dell’arte figurativa,
fra miti e sogni, dal sapore surreale e immaginifico, è la
mostra Grand Tour di Claus Larsen, allestita presso la galleria
Atlantica di Paolo Rigon, curata da Ivan Quaroni e patrocinata dall’Ambasciata
di Danimarca. Il titolo Grand Tour non è un revival dell’età
dell’Illuminismo, ma testimonia una nuova e fantasiosa versione
del “viaggio”, con protagonisti insoliti come pinguini,
anatre, oche, pappagalli e i germani reali. Claus Larsen, nato a
Copenaghen nel 1954, è un personaggio poliedrico, medico
chirurgo e affermato artista, illustratore e autore delle illustrazioni
dell’Anatomia Artistica pubblicata da Zanichelli nel 2007,
nonchè attuale Presidente dell’Associazione Europea
degli illustratori medici e scientifici. Le sue opere sono realizzate
con una raffinata tecnica pittorica da far pensare non solo ai maestri
rinascimentali, ma anche a alcuni contemporanei: da John Currin
a Neo Rauch, da Glenn Brown a Mark Ryden. Unico nella scelta iconografica
e nel tono ironico con cui presenta le sue “narrazioni pittoriche”,
per l'occasione di questa attuale mostra presenta venti opere, tra
oli su tela e su tavola, tempere all’uovo su carta e due litografie
con interventi serigrafici in tiratura limitata.
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Germano reale, 2013
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Passaggio, 2013
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L’impianto scenografico è suggestivo
ben strutturato e di forte impatto visivo, di stampo rinascimentale
nell’ architettura dipinta nell’opera, nella scelta
dei titoli è invece metaforico e metanarrativo come in “Pinguini
paladini” o in “l Germano Reale”, mentre tridimensionale
e visionaria è nel “Paesaggio”. I suoi lavori
intrigano non solo per la ricercata linea estetica, ma anche per
quel raffinato gusto letterario che fa pensare al poeta, scrittore
e drammaturgo francese Raimond Queneau, soprattutto nel rapporto
ambiguo che s'instaura fra contenuto e forma dell’opera. Afferma
il curatore Ivan Quaroni: Larsen è, infatti, un surrealista
dei nostri tempi, un enigmista dell’immagine con una particolare
predisposizione per l’allusione e la metafora, ma anche per
l’affabulazione e la sovversione dei significati. Le sue opere
suggeriscono sempre livelli multipli d’interpretazione. E
così il volo di uccelli, nelle sue tele dagli effetti tridimensionali
potrebbe essere interpretato come un “nuovo nomadismo culturale
multimediale ”. I popoli sono gli uccelli, portavoce di
un bisogno concreto di ritornare in noi stessi per riscoprire la
bellezza della natura, grazie anche all'uso della tecnologia. La
mostra, inaugurata il 1 marzo 2013, resterà aperta al pubblico
fino al 28 m. c.
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Carmelita Brunetti, specializzata in Psicologia dell'arte, già
docente all'Accademia di Belle Arti FABA di Cosenza, Direttore Responsabile
della rivista "Arte Contemporanea".
e-mail: carmelita.arte@libero.it
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