Milano è la città protagonista nel palcoscenico dell’economia
globale non solo con Expo 2013, ma anche con l’arte. Per questa
primavera sono previsti molti appuntamenti culturali e di arte contemporanea
come quelli organizzati dal Museo del Novecento.
Nella magnifica sede del museo, dal 5 aprile fino all’8 settembre
2013, è godibile la mostra dedicata al più stravagante
artista statunitense, diventato un’icona internazionale dell’arte
del dopoguerra, esponente della Pop Art: Andy Warhol (1928-1987).
La rassegna intitolata Andy Warhol’s Stardust, curata da Laura
Calvi, è stata realizzata in collaborazione con Bank of America
Merrill Lynch – sponsor principale del museo. Nelle ampie
sale del museo sfilano alcune delle stampe più significative
dell’artista, provenienti dalla collezione Bank of America
Merril Lynch, che ha attuato il prestito nell’ambito del programma
Art in Our Communities®. Il titolo della rassegna è rappresentativo
dell’intera produzione artistica di Warhol, le sue icone,
infatti, continuano a brillare come stelle nel firmamento. I soggetti
a cui Warhol si interessa com'è noto, sono i prodotti del
consumismo industriale, pubblicizzati e diffusi dai mass media anche
ai livelli più popolari. Egli stesso definisce i suoi “prodotti”
Pop, cioè popular. Le immagini che usa per le sue opere sono
i barattoli di minestre Campbell’s, le scatole di Kellog’s,
le bottiglie di Coca-Cola, le foto dei divi di Hollywood, le immagini
di cronaca (incidenti d’auto e suicidi) e quelle dei “miti
americani” come Topolino, Superman, il dollaro.
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Keith Haring & Andy Warhol
Andy Mouse, 1986
collezione Bank of America Merrill Lynch
© Keith Haring Foundation
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Campbell's Soup II: New England Clam Chowder
collezione Bank of America Merrill Lynch
© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts
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La tecnica usata per questi lavori è quella
del riporto fotografico, con violenti colori, che dissacrava il
concetto di unicità dell’opera d’arte, creando
un procedimento artistico vicino a quello meccanico. Egli, inoltre,
è autore di film e cortometraggi sulla stessa tematica, che
realizza insieme ai collaboratori del suo studio, la famosa Factory
a Manhattan dove si svolgevano le attività artistiche e mondane
del gruppo della Pop Art.
Affascina durante la visita anche la ritrattistica che sin dall’inizio
degli anni settanta e per tutti gli anni ottanta, ritrova massimo
splendore nelle icone: da Muhammad Alì, a Marilyn Monroe
a Elvis Presley, definibili su parametri non tradizionali e senza
tempo. L’allestimento è stato ben curato da Fabio Fornasari
e sottolinea la produzione seriale delle opere come si trattasse
di oggetti o merci di consumo. Nel presentare le stampe in fila
come si fa con i prodotti sugli scaffali nei supermarket, si vuole
affermare l’idea rivoluzionaria di Arte popolare propugnata
da Warhol.
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Flowers, 1970
collezione Bank of America Merrill Lynch
© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts
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Carmelita Brunetti, specializzata in Psicologia dell'arte, già
docente all'Accademia di Belle Arti FABA di Cosenza, Direttore Responsabile
della rivista "Arte Contemporanea". e-mail:
carmelita.arte@libero.it
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