Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno XIX - n.79 - Aprile - giugno 2024
ARTinFORMA 

Roma. Galleria Borghese: LOUISE BOURGEOIS. L'inconscio della memoria

di Bruna Condoleo



Louise Bourgeois. “L'inconscio della memoria” è la prima mostra della Galleria Borghese dedicata a un’artista contemporanea donna e la prima esposizione romana dell’Artista franco-americana tra le più influenti del secolo scorso. Ideata da Cloé Perrone, curata con Geraldine Leardi e Philip Larratt-Smith, l’esposizione, realizzata in collaborazione con The Easton Foundatione l’Accademia di Francia a Roma–Villa Medici, è incentrata sul grande contributo della Bourgeois alla scultura e sulla profonda connessione tra la sua pratica artistica e la Galleria Borghese. Il percorso espositivo, che attraversa alcune sale, i Giardini segreti e il Padiglione dell’Uccelliera, luoghi che Louise Bourgeois aveva esplorato con ammirazione durante la sua prima visita a Roma nel 1967, consta di circa 20 opere scultoree che dialogano con l'architettura del Casino Borghese e con la sua collezione. Le opere sono incentrate sui temi della metamorfosi, della memoria e sull'espressione di stati emotivi e psicologici. Parigina di nascita, ma americana d’adozione, Louise Bourgeois visse dall’età di 27 anni a New York, dopo aver continuamente viaggiato con la famiglia. All’età di otto anni, seconda di tre figli, Louise rimane orfana di una  madre superprotettiva e da lei molto amata, mentre con il padre, militare, uomo autoritario che presto si risposerà, ebbe sempre con lei un difficile rapporto affettivo. I problemi della sua infanzia, il senso di costrizione e di insofferenza a causa dei precari rapporti familiari, l’hanno seguita fino alla morte, avvenuta nel 2008 alla veneranda età di 97 anni; tuttavia la sua lunga esistenza è stata densa di eventi e di riconoscimenti artistici, seppure tardivi.





Louise Bourgeois, Cell XX (Portrait), 2000 Steel, fabric, wood and glass 188 x 124.5 x 124.5 cm. Photo: Christopher Burke, © The Easton Foundation/Licensed by SIAE, Italy and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY

 



Louise Bourgeois, Topiary, 2005 Marble 67.3 x 27.9 x 22.2 cm. Photo: Christopher Burke, © The Easton Foundation/Licensed by SIAE, Italy and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY


Subito dopo la laurea alla Sorbona parigina, Louise comprese che era l’arte, o meglio la scultura appresa all’Ecole des Beaux-Arts di Parigi, la sua grande vocazione. A New York, dove visse con il coniuge, lo storico dell’arte Goldwater, iniziò a partecipare ad alcune mostre, anche se per molto tempo il suo impegno di madre di tre figli la distolse dal lavoro e dall’attività espositiva. Al ’49, all’età di 38 anni, data la prima personale di scultura, ove espone figure umane allungate, legni e bronzi dipinti di nero, bianco e blu, che rivelano influenze surrealiste. Dagli anni ’60 si dedica alla lavorazione del metallo e alla creazione di installazioni in cui, ormai autonoma nella ricerca formale e contenutistica, la scultrice elabora un singolare linguaggio figurativo, in cui i temi della sessualità femminile e quelli legati ai rapporti famigliari divengono l’espressione matura di uno stile inconfondibile. Negli anni Sessanta, dopo un periodo di intensa psicoanalisi, inizia a lavorare con forme biomorfe, sperimentando il lattice, il gesso, la cera e altri materiali; le frequentazioni della Bourgeois con l’Italia e con la collezione Borghese risalgono proprio alla fine degli anni ’60 per poi riprendere negli anni ’80 e ’90. Intanto  accresce la sua popolarità prima con la partecipazione a “Documenta 1983”, poi grazie a una prima retrospettiva delle sue opere svoltasi al MoMa di New York.


Louise Bourgeois, UNTITLED, 2003 Needlepoint, fabric and wood 68.6 x 36.8 x 43.2 cm. Photo: Christopher Burke, © The Easton Foundation/Licensed by SIAE, Italy and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY


L'Artista utilizza con sapienza tutti i materiali, legno, bronzo, argilla, anche il marmo nero che predilige, ma non disdegna materie povere e inconsuete come i tessuti e le stoffe. Il potere della memoria, la presenza protettiva e nello stesso tempo incombente del ragno, simbolo e metafora dell'amore materno, le gioie e i drammi dell'infanzia, le paure e le insoddisfazioni legate alla condizione femminile: queste le tematiche ricorrenti delle sue opere, aggressive e potenti, che assumono rappresentazioni inedite e spesso sconvolgenti, come il ragno gigante, forma che avvolge e ripara dalle insidie del mondo, ma che tuttavia intrappola minaccioso nelle fitte trame della sua rete. Il grande Spider di bronzo, ospitato nei Giardini Segreti, è simbolo dell'essenza protettiva e resiliente della madre della Bourgeois; altre opere della Bourgeois sembrano materializzazioni di incubi onirici, spesso sono metafore di una solitudine esistenziale, oppure ossessioni sessuali trasfigurate in forme falliche. Topiary, un marmo rosa del 2005, riflette la crescita organica e le fasi di sviluppo di una jeune fille en fleur, incarnando le trasformazioni naturali e personali dalla giovinezza alla maturità. All'inizio degli anni '80 la Bourgeois presenta il suo primo gruppo di (Cells cellule), strutture autonome simili a stanze, composte da elementi scolpiti, oggetti trovati e oggetti conservati nel corso della sua vita. Nelle sue Cells sono esposti gli oggetti più diversi, vestiti, giocattoli, specchi, rocchetti di filo…, che introducono il fruitore in un mondo misterioso, fatto di memorie, di storie, di incontri e di persone di cui rimangono visi, occhi, braccia, piedi e mani, relitti ingigantiti e inquietanti di rapporti umani!




Louise BourgL. Bourgeois UNTITLED, 2002 Tapestry and aluminum 45.7 x 30.5 x 30.5 cm Photo: Christopher Burke, © The Easton Foundatio.n/Licensed by SIAE, Italy and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY

 



L. Bourgeois, UNTITLED (NO. 7), 1993-2009 Marble and wood 33 x 91.4 x 66 cm. Photo: Christopher Burke, © The Easton Foundation/Licensed by SIAE, Italy and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY



La Cell XX esposta in mostra si sofferma sulle teste umane che intavolano un confronto silenzioso, ribaltando il concetto tradizionale della ritrattistica e al contrario enfatizzando le emozioni e addentrandosi nei complessi meandri della psiche umana. The Welcoming Hands presenta calchi delle mani dell'Artista intrecciate con quelle di Jerry Gorovoy, suo caro amico e assistente di lunga data, simbolo di dipendenza, intimità e protezione. Sono dell’ultimo decennio della sua carriera le opere realizzate con i tessuti: la Scultrice ha spesso utilizzato stoffe di abiti personali, appartenuti alla famiglia, alla madre e a se stessa e attraverso un percorso inconscio della memoria che si avvale della riappropriazione delle cose indossate, l’Artista ha inteso creare una rivisitazione concreta e materiale del tempo passato. Grazie al potere della memoria la Bourgeois usa gli oggetti più diversi, in questo caso tessuti personali carichi di storie e di sensazioni  vissute, in modo plastico-emotivo a simboleggiare un femminile potente quanto martoriato dalle situazioni della vita e dalle sofferenze psichiche.
Nei suoi Fabric Drawings l'Artista  elabora eleganti intecci di tessuti dai colori cangianti e teneri, che risultano creazioni in bilico tra composizioni floreali e cromatiche astrazioni. Così ha spiegato il suo lavoro: “ La motivazione del (mio) lavoro è sopprimere l’indicibile. Vestirsi è anche un esercizio della memoria. Mi fa esplorare il passato: come mi sentivo quando indossavo quel certo vestito. I vestiti sono segnali stradali, nella ricerca del passato”.
Un'affascinante mostra a Roma alla Galleria Borghese, che durerà fino al 15 settembre 2024, da non perdere!!

Louise Bourgeois
Galleria Borghese, Rome, Italy "Unconscious Memories" (6/20/24-9/15/24)
Photo Captions and Credit Lines
All images are © The Easton Foundation/Licensed by SIAE and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY and cannot be reproduced in any format without first obtaining permission. (Inventory numbers in red below are for your identification purposes only)


Bruna Condoleo, storica dell'arte, giornalista, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte




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