Dal XVI al XIX secolo molte artiste hanno fatto di Roma il loro luogo di studio e di lavoro con una produzione variegata e di rilievo artistico, anche se sappiamo bene che la storia si è occupata ben poco dell'arte al femminile e tanto meno delle loro esistenze. La mostra “Roma Pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo”, ospitata al Museo di Roma a Palazzo Braschi fino al 23 marzo 2025, espone 130 opere di ben 56 artiste, partendo inizialmente dalle collezioni dei Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina, per poi collegarsi a quelle di molti altri musei e collezioni nazionali e internazionali, tra cui Accademia di San Luca (Roma), Accademia di Brera (Milano), Gallerie degli Uffizi (Firenze), Pilotta di Parma, Musei Reali di Torino, National Portrait Gallery (Londra) e il Museo Thorvaldsen (Copenaghen).
Di queste artiste si vogliono ricostruire vicende professionali e biografiche, spesso ignote a causa della mancanza di documentazione o perché le loro opere erano state attribuite ai lavori di maestri e familiari uomini. Di Maria Felice Tibaldi Subleyras, Angelika Kaufmann, Laura Piranesi, Marianna Candidi Dionigi, Louise Seidler ed Emma Gaggiotti, le cui opere erano per la maggior parte conservate nei depositi, e di altre artiste attive in Città, come le notissime Lavinia Fontana, Artemisia Gentileschi e Giovanna Garzoni, e le meno conosciute Giustiniana Guidotti, Ida Botti o Amalia De Angelis, la mostra espone i loro dipinti con la certezza di mettere in rilievo artiste interessanti ed esperte, ignorate per secoli, ma personalità ricche di autentico talento.
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Lavinia Fontana (1552 Bologna-1614 Roma),
Primo autoritratto alla spinetta, 1575
Olio su rame, 31 x 25,5 cm
Roma, Collezione privata
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Artemisia Gentileschi (1593 Roma - Napoli? 1654)
Aurora, Olio su tela, 219 x 4 x 144 cm
Collezione Alessandra Masu
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Il percorso della mostra, cronologico e tematico, descrive il progressivo inserimento di queste pittrici nel mercato internazionale e il faticoso conseguimento del pieno accesso alla formazione e alle più importanti istituzioni della Città, quali l'Accademia di San Luca e l'Accademia dei Virtuosi al Pantheon.
In questo processo di affermazione Roma si conferma quale luogo primario di apprendistato, ma diventa anche personificazione delle tante artiste che, per nascita o scelta, vi hanno lavorato.
Ad accogliere il visitatore all'ingresso del percorso espositivo vi è l'enigmatica artista ritratta da Pietro Paolini nei primi decenni del XVII secolo: dall’identità sinora ignota, la giovane pittrice di nature morte guarda intensamente verso lo spettatore mostrando con orgoglio gli strumenti del mestiere.
La prima sala è dedicata alla bolognese Lavinia Fontana, pittrice esperta e sensibile, autrice di autoritratti famosi, di cui si alternano opere inedite o mai esposte prima, tra cui il primo autoritratto su rame. Nella sala dedicata al '600 tre opere della notissima Artemisia Gentileschi: il dipinto "Cleopatra", con reminiscenze della statuaria antica, ma drammatico e sensuale, per quel nudo così plastico e realistico; "L 'Aurora", opera dall'iconografia inedita e infine, ascrivibile al periodo napoletano la celebre "Giuditta e la serva con la testa di Oloferne", dal carattere tragico di gusto caravaggesco.
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Maria Luisa Raggi (1742 - 1813 Genova),
Paesaggio con rovine, 1730-40
Tempera su pergamena, 31 x 59 cm,
Musei Capitolini - Pinacoteca Capitolina - Galleria Cini
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Maria FeliceTibaldi (Roma 1707 -1770)
Cena in casa del fariseo, 1748
Acquerello su pergamena, 27,2 x 63,8 cm
Musei Capitolini - Pinacoteca Capitolina - Galleria Cini
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Ancora dedicata al Seicento è la sala delle nature morte in cui eccellono Laura Bernasconi e Anna Stanchi. Prestito eccezionale dall’Accademia di San Luca un prezioso album con minuziose miniature di piante, frutti, fiori e animali dell’ascolana Giovanna Garzoni. La sezione dedicata ai secoli XVI e XVII si chiude con la sala dedicata al ritratto, tra cui di particolare interesse è l’unica opera oggi nota di Claudia Del Bufalo che raffigura la sorella Faustina nel suo abito nunziale. Segue un focus sulla grafica, la miniatura e un accenno alla figura della famosa architettrice Plautilla Bricci, di cui sono esposti alcuni prospetti ottocenteschi del suo progetto più rappresentativo: la Villa del Vascello!
Per quanto concerne il Settecento neoclassico viene illustrato il percorso artistico di Angelika Kauffmann, nata in Svizzera, ma pittrice internazionale che si stabilisce a Roma, dove la sua casa-atelier diventa anche un luogo di incontro per tanti intellettuali, fra cui Goethe che ne ammirava l'arte e la cultura. Ha viaggiato spesso a Londra e qui ha frequentato circuiti aristocratici, colta e stimata da tutti; il suo merito è aver portato avanti il nuovo ruolo sociale delle donne diventando addirittura membro fondatore della Royal Academy of Arts, unica nel suo tempo. Ampio spazio, poi, viene dato all’incisora Laura Piranesi e ad altre pittrici che con il loro operato consolidano la presenza nelle Accademie e il successo nel mercato dell'arte, tra cui Élisabeth Vigée, Caterina Cherubini e Maria Felice Tibaldi.
Il racconto ottocentesco della pittura femminile, infine, si snoda con i tanti volti di artiste, autoritratte o raffigurate da altri, ma anche di cantanti, attrici, salonnière, immagini che restituiscono la determinazione con cui tante donne hanno contribuito ai decisivi cambiamenti della società.
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Hortense Lescot (Haudebourt) (Parigi 1784-1854), Il piccolo mendicante, 1808-1809
olio su tela, collezione privata
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Virginia Barlocci (Riccardi, Mariani) (1824–1898)
Beatrice 1880, Olio su tela, 113 x 65,5 cm
Roma, Museo di Roma Palazzo Braschi
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Di Emma Gaggiotti si espone per la prima volta il Ritratto di famiglia, oltre alla Venere degli Uffizi e alla Sacra Famiglia dei Musei Vaticani, entrambe opere conservate nei depositi e appena restaurate, mentre l’Autoritratto degli Uffizi ha trovato posto solo un anno fa nelle sale degli autoritratti del Museo.
Il percorso di visita si conclude con le ultime tre sale, articolate per temi: soggetti religiosi e di storia, ritratto, e infine paesaggio e natura morta. Nella Roma del XIX secolo le artiste godono di maggiori libertà che in passato, pertanto crescono di numero e in molti casi sono personalità ancora da scoprire, come, ad esempio, Erminia De Sanctis e Virginia Barlocci, di cui si conservano vari lavori nelle collezioni capitoline, ma che riemergono anche dal mercato antiquario.
Chiude la mostra una mappa, per continuare la visita in Città, con le indicazioni di tutte le opere di artiste esposte in luoghi pubblici e accessibili. A corredo della mostra anche un ciclo d’incontri aperti al pubblico dove verranno toccati altri ambiti disciplinari in cui la presenza delle donne è stata rilevante e ha lasciato il segno nel tempo, con la presenza di ospiti internazionali, studiosi rinomati nel campo dei gender studies e non solo.
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Palazzo Braschi, ©allestimento.Roma 2024
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Palazzo Braschi, allestimento, Roma 2024 © |
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L'esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è curata da Ilaria Miarelli Mariani (Direttrice della Direzione Musei Civici Sovrintendenza Capitolina) e Raffaella Morselli (Professoressa ordinaria Sapienza Università di Roma), con la collaborazione di Ilaria Arcangeli (Ph.D Università di Chieti Gabriele D'Annunzio). Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Catalogo Officina Libraria.
Ufficio stampa Zètema Progetto Cultura
Chiara Sanginiti | +39 340 4206787 | c.sanginiti@zetema.it
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