Una dama di corte in piedi accanto a un ventaglio. Palazzo Blu, Pisa©
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Per la prima volta Palazzo Blu di Pisa ospita una grande mostra dedicata al maestro giapponese "HOKUSAI", fino al 23 febbraio 2025, prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Blu e MondoMostre, con il contributo di Fondazione Pisa, a cura di Rossella Menegazzo, docente ed esperta di Storia dell'arte dell'Asia orientale all'Università degli Studi di Milano.
Attraverso oltre 200 opere provenienti dal Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova e dal Museo d'Arte Orientale di Venezia, oltre che da collezioni private italiane e giapponesi, la mostra mette in evidenza l'eclettismo del massimo maestro del filone artistico ukiyoe, letteralmente tradotto "immagini del Mondo Fluttuante", che ha segnato l'apice dello sviluppo dell'arte di epoca Edo (1603 – 1868) in Giappone, ma anche per la indiscutibile influenza che ha esercitato sull'arte europea di fine Ottocento e che continua ad avere su tanti artisti contemporanei. Il progetto espositivo valorizza le due più grandi collezioni italiane d'arte giapponese evidenziandone la qualità artistica e il valore storico, sociale e culturale. Un patrimonio che dobbiamo a Edoardo Chiossone ed Enrico di Borbone Conte di Bardi.
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Accanto alle opere del Maestro sono presentate dunque anche le opere in silografia e pittoriche dei suoi allievi più vicini, tra cui Hokkei, Gakutei, Hokuba, Ryuryukyo, nonché della figlia Oi che accompagnò Hokusai fino alla fine della sua carriera, raccogliendo il suo lascito artistico secondo il proprio stile.
Il percorso espositivo si articola in otto sezioni: 1. Vedute celebri del Giappone, 2. Vedute del monte Fuji, 3. Manga e manuali, 4. Rappresentazione di poeti e poesie, 5. Surimono: biglietti e inviti, 6. La libertà di dipingere, 7. Hokusai e il giapponismo, 8. Hokusai pop.
La mostra inizia con la produzione più celebre e prolifica di Hokusai, le stampe di vedute di luoghi celebri (meisho) destinate al vasto mercato: templi e architetture, ponti e cascate, oltre a libri illustrati (ehon) che documentano le prime vie di collegamento interne del Giappone come il Tokaido e i luoghi iconici della capitale amministrativa shogunale di Edo. Una produzione che sfocia nella serie delle famose Trentasei vedute del monte Fuji (1830-32) a cui è dedicata la seconda sezione affiancata dai tre volumi dedicati alle Cento vedute del monte Fuji (1834-35, 1840 circa) e un album di epoca Meiji mai esposto prima d'ora che riprende il lavoro sulle trentasei vedute di Hokusai.
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Trio di suonatrici di koto e shamisen. Palazzo Blu, Pisa©
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Oniwakamaru sottomette una carpa gigante. Palazzo Blu, Pisa©
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Sangi Hitoshi. Palazzo Blu, Pisa©
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La sezione successiva presenta la produzione di 15 volumi di Manga, intesi come manuali di disegno per pittori professionisti e amatori, insieme ad altri libri illustrati e manuali che condensano tutti i personaggi e gli elementi che si ritrovano poi compiuti nelle stampe policrome di Hokusai. Da queste opere i pittori europei dell’Ottocento hanno tratto a piene mani per ricreare pose e soggetti per le loro pitture. Tra gli album di grande formato è esposto il famoso Pivieri sulle onde (Nami chidori), uno degli album più raffinati di Hokusai del genere erotico noto come shunga, “immagini di primavera”, che circolava di nascosto evitando la censura con sobrie copertine per offrire però immagini all’interno di incontri amorosi d’ogni genere e che interessava tutti gli artisti che grazie a questa produzione sbarcavano il lunario.
Da qui, la mostra prosegue con una selezione di opere pensate per un pubblico più colto, legata a temi e personaggi letterari e poetici. In particolare, vengono presentati esempi da due serie: Specchio dei poeti giapponesi e cinesi, dedicata ai cento grandi poeti classici, e Cento poesie per cento poeti in Racconti illustrati della balia. Il cuore della mostra è rappresentato da una grande sezione dedicata a una produzione artistica esclusiva e poco conosciuta dal pubblico: i surimono, biglietti e inviti di massima raffinatezza tecnica, concepiti per una committenza colta ed elitaria. Caratterizzati da illustrazioni di grande eleganza, arricchite da pigmenti d'argento e oro, o dalla stampa ricavata a secco, da varianti di colore, includono testi e poesie calligrafate che esplicitano il loro scopo.
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Tigre fra i bambù che guarda la luna piena.
Palazzo Blu, Pisa©
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Ariwara no Narihira. Palazzo Blu, Pisa©
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Il percorso storico si chiude infine con una selezione di rotoli dipinti a mano che rappresentano l'apice dell'abilità e dell'eccentricità di Hokusai nel tratto, oltre al suo spirito più profondo. In queste opere emergono chiaramente il suo pensiero religioso e scaramantico, con la presenza di animali leggendari e portafortuna come galli, draghi e tigri, oltre a immagini del sacro monte Fuji, a cui era devoto. Troviamo anche ritratti di poeti, divinità e belle donne, simboli di bellezza ed eleganza.
Infine la mostra espone una selezione di opere dei più noti artisti contemporanei del pop giapponese come Yoshitomo Nara (1959), famoso per le figure di bambine dai volti spaventosi e arrabbiati; il gruppo teamLab, rinomato per il museo d'arte digitale immersiva a Tokyo, il disegnatore Manabu Ikeda, che lavora in punta di penna realizzando disegni affollati di minuti particolari, tra cui l’opera Foretoken in cui ha ripreso la “Grande Onda” di Hokusai in un' immagine apocalittica e un omaggio dell’artista italiano Simone Legno, che sempre alla Grande Onda ha dedicato un’opera pittorica appositamente per la mostra. Un'esplorazione di quello che potrebbe essere definito "nuovo giapponismo", attraverso installazioni che utilizzano i nuovi linguaggi della tecnologia, dell’animazione, della grafica per apprezzare ancora di più l’assoluta contemporaneità del lavoro di Hokusai.
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La [grande] onda presso la costa di Kanagawa. Palazzo Blu, Pisa©
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