La zona esterna, in parte restaurata, con i contrafforti in parte ancora da restaurare
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Il Castello di Passerano (1) costruito su resti romani, fortezza
in età medievale residenza e locus amoenus in età
rinascimentale e oggi azienda agricola, domina dall’alto i
colli della Selva e della Selvotta in prossimità della Valle
degli Acquedotti di Gallicano, uno dei luoghi privilegiati dal Grand
Tour. Questo tratto di agro romano, conosciuto in antico come l’
ager Praenestinus, era infatti il punto di confluenza degli acquedotti
che giungevano da Tibur, l’odierna Tivoli, e dalla Valle dell’Aniene
(2).
Per condurre a Roma l’Aqua Marcia, l’ Aqua Claudia,
l’Anio vetus e l’ Anio novus i Romani crearono ponti,
acquedotti, cisterne e pozzi i cui monumentali resti arricchiscono
il paesaggio della zona creando quei magnifici angoli tanto cari
ai pittori dell’800. I Ponti della Bulica, di Caipoli, e Pischero
fanno bella mostra di sé nella campagna circostante e le
acque dei 4 condotti trovavano nel monumentale Ponte Lupo (Ars et
Furor n. 40/2014 ) il loro punto di incontro e snodo verso la città
imperiale.
La natura del territorio circostante accoglie le sorgenti termominerali
sulfureo-ferrose di Pantanello, la cascatella di S.Giovanni in Camporazio,
le latomie di pozzolana, un tempo usate come cave di quel prezioso
materiale con cui i Romani realizzavano malte resistentissime e
ancora boschi, macchie, rocce e tanta fauna selvatica che conta
istrici, tassi, faine, volpi, ghiri e nei fossi vaironi, trote,
cavedani, anguille , rane e rospi, volatili come il martin pescatore,
il merlo acquaiolo, l’allocco, gufi, nibbi bruni, poiane e
ancora tanti fiori e piante di una rigogliosa natura nutrita da
tanta acqua.
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Veduta del Castello
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La torre
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ARS
La storia
Le prime notizie del Castello risalgono al secolo X d.C., dove il
fundus Passeranus è citato in una bolla emanata nel 936 da
papa Leone VII, in cui se ne attesta l’appartenenza al Monastero
benedettino di Subiaco che alla fine del X secolo concede l’autorizzazione
a costruire un castello, su precedenti strutture di età romana.
Dal 1000 agli inizi del 1400 il Castello passa dapprima al Monastero
di San Paolo, viene adibito a prigione e poi accoglie molti personaggi
del periodo, papi, antipapi, e, durante la guerra con gli Angioini
per il dominio di Napoli, il re Ladislao d’Angiò, primo
sovrano a desiderare un unico Regno d’Italia in anticipo di
quattrocento anni sull’ idea Risorgimentale.
Come ricorda lo stemma murato nel Maschio e datato 1536, il Castello
fu annesso in quel periodo ai territori del feudo Colonna che comprendeva
anche Zagarolo e Palestrina.
A quella data è papa Martino V Colonna da Genazzano (la cui
elezione a Costanza nel 1417 segnò la fine dello Scisma d’Occidente)
che, da umanista attento, inizia il programma di Restauratio Urbis,
finalizzato a conciliare la grandezza della Roma dei Cesari con
la fede cristiana, idea che troverà un convinto sostenitore
nel collezionista duca Marzio Colonna.
Alla metà del Cinquecento il Castello, viene occupato dalle
truppe del duca d’Alba e subisce gravi danni. Venuta ormai
meno la sua importanza strategica, con le strutture in rovina, il
Castello è ceduto nel 1622 alla famiglia Ludovisi, per poi
passare ai Rospigliosi Pallavicini.
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Interno di un granaio, utilizzato anche come scenografia per varie riprese cinematografiche
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Particolare della parte restaurata dal barone Quintieri e la zona in tufo ancora da rinforzare
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Un interessante inventario agronomico
manoscritto, del tempo di Nicolò Ludovisi Boncompagni, oggi
conservato presso la Biblioteca Casanatense “Descrittione
del territorio di Zagarolo, Colonna Gallicano, e Passerano”
composto da Andrea Carone nel 1637, costituisce una fonte preziosa
per la ricostruzione della storia della Tenuta fino alla prima metà
del XVII secolo.
Nel 1923 il Castello appartiene al barone Paolo Marzi Quintieri
che cura gli interventi di restauro nel 1968. Paolo Quintieri lo
rilevò insieme a circa 900 ettari di terreno così
l’edificio venne a trovarsi al centro di una notevole tenuta
agricola.
Il Barone Giovanni Paolo Quintieri, muore a Rapallo il 18 agosto
1970 lasciando, per volontà testamentaria, tutto il suo patrimonio
mobiliare e immobiliare all’istituto “Paolo Colosimo”
pro ciechi di Napoli dove la madre, Evelina Casalis, aveva sempre
prestato la sua opera di volontaria e benefattrice. Segue la cessione
alla Regione Campania, alla quale ancora oggi appartiene per la
gestione della società S.A.U.I.E. acronimo di Società
Anonima Urbana Industria Edilizia srl creata dal Barone per gestire
un complesso immobiliare, ancora esistente che il barone iniziò
a costruire nel 1934 dopo aver acquistato una frazione di terreno
ex villa Ada De Heritz.
L‘Azienda Agricola di Passerano (3) con la sua estensione
di circa 900 ettari, pari a circa 1/1000 della superficie agricola
laziale, ha vari rami di attività: dall’allevamento
dei bovini di razza frisona italiana alle coltivazioni di grano,
orzo, mais, fieno e paglia utilizzati per I ‘alimentazione
animale e circa tre ettari dedicati alla coltivazione dell’olivo
per la produzione di olio extravergine.
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Muro esterno coperto di vegetazione
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Stemma Colonna con data 1536
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FUROR (non nel senso etimologico di ispirazione, ma nel senso moderno di "furore"!)
La Questione del Cimitero
In questo contesto idilliaco che si presterebbe ad uno sviluppo
turistico sia culturale che agro alimentare di alto livello, la
giunta comunale di Gallicano nel Lazio approva, nell'aprile 2013,
un Project financing di 50 milioni di euro per la costruzione di
un cimitero comprensoriale da 120 mila loculi da realizzarsi nella
tenuta di Passerano.
La popolazione ignara dell’iniziativa si solleva e, nella
generale indignazione, partono diffide di Italia Nostra, del Comitato
per Gallicano, della locale Università Agraria e di altri
comitati ed associazioni cosichè il comune, trovandosi a
ridosso delle elezioni locali, decide di sospendere la delibera.
La stessa azienda di Passerano invia una lettera chiaramente in
disaccordo con la proposta!!
Dopo l’insediamento della nuova Giunta nel maggio 2013, l’opposizione
richiede a novembre la convocazione di un Consiglio straordinario
per discutere il tema Cimitero. Al vivace e movimentato consiglio
partecipano numerosissimi cittadini e anche Urbano Barberini, consigliere
di Italia Nostra e Gianni Innocenti di Legambiente Tivoli (4). Il sindaco ammette la possibilità di errori ed il progetto
va nel dimenticatoio fino ad Aprile 2014, quando con la delibera
50 della Giunta Comunale di Gallicano nel Lazio, si conferma (!!!!)
l'interesse pubblico alla realizzazione dell'opera.
A seguito di ciò, per la tutela e il rispetto delle leggi
di salvaguardia, i consiglieri di opposizione inviano tutta la documentazione
prodotta alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio,
la Guardia di Finanza, i principali rappresentanti del governo italiano
ed europeo, le Procure di Tivoli, Roma, Napoli e Lazio, tutti i
gruppi consiliari della Regione Lazio, la Regione Campania (proprietaria
della tenuta), il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri
della Regione Lazio, di Palestrina, Gallicano nel Lazio, oltre alla
Questura di Roma, etc..
La documentazione inviata il 23 giugno 2014 riporta tutta la storia
e atti documentati di cui si chiede verifica.
Attualmente il progetto del Cimitero è fermo.
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Uno scorcio della parte esterna
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La centrale a Biogas
Ma non è finita….
Infatti è in piedi un’ altra proposta devastante del
Comune di Gallicano: la proposta di realizzazione per una centrale
a biogas vicino al cimitero cioè sempre all’interno
della storica Tenuta Agricola.
La proposta del 2008 riceve dalla Regione Lazio nell’ aprile
2013 l’autorizzazione per la Valutazione di Impatto Ambientale!!!!.
Si scatena a Gallicano la reazione dei cittadini che attraverso
varie associazioni (Comitato per Gallicano, Associazione di Valle
Martella e altre) organizzano incontri e manifestazioni di protesta
e di informazione sugli aspetti nocivi per la salute e per il territorio
che la centrale a biogas comporterebbe fino all’incontro di
febbraio 2014 con la Commissione Ambiente della Regione Lazio.
Nel marzo 2014 una fiaccolata per le vie di Gallicano conta 400
cittadini che sfilano pacificamente contro la costruzione del Mostro
a biogas.
Si susseguono riunioni, Consigli, eventi di protesta:
- a marzo 2014 durante il Consiglio Comunale straordinario a Gallicano
si rileva l'assoluta mancanza di argomentazioni valide in tutti
i sensi da parte della maggioranza per procedere nel progetto
- Ad aprile 2014 viene pubblicato dal Comitato per Gallicano un
documento choc sull'impianto che porta a sensibilizzare in modo
diretto Nicola Zingaretti e Michele Civita rispettivamente Presidente
e Assessore alle Politiche del territorio della Regione Lazio.
- Si tiene un Consiglio straordinario a Zagarolo, comune limitrofo
mai informato dell’iniziativa che si dichiara assolutamente
contrario all’impianto.
- Infine, dopo un fuoco incrociato di articoli di stampa contro
il Sindaco di Gallicano si arriva, finalmente!!!!, alla rinuncia
dell’iniziativa in sostituzione della quale si propone ad
oggi un impianto ci compostaggio aerobico da 25mila tonnellate.
Il Comitato per Gallicano resta però contrario e propone
un impianto di compostaggio aerobico di comunità (5).
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Mura di recinzione e corpo di fabbrica
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Un ingresso murato
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Ars
Nell’ex granaio della tenuta di Passerano, il 4 ottobre si
è tenuta la premiazione del concorso Fotografico Gallus Canit
2014, organizzata dal Dott. Mario Galli del Comitato per Gallicano
per sensibilizzare la popolazione al tema del Paesaggio Storico
dell’Agro Romano e attirare maggiormente l’attenzione
sulle problematiche del territorio. Durante la visita all’esterno
del Castello si sono evidenziate anche problematiche di restauro
che ci attiveremo per sottoporle all’attenzione dell’attuale
Presidente della Regione Campania (6).
et "Furor"
Ora domandiamoci come sia possibile, contro ogni logica e buon
senso, nel Paese della Gande Bellezza, della grande cultura, della
storia, dell’arte, anche solo partorire ipotesi del genere.
Pensare che gli unici affari possano riguardare l’orrore
e la morte e mai proporre turismo, cultura, bellezza, condivisione,
conservazione del territorio e dei nostri beni quando in altri
paesi con molto meno si attivano vere e proprie economie floride
sui beni culturali…..
In questa parte d’Italia, tanto cara ai protagonisti del
Grand Tour si sono susseguite a raffica proposte devastanti scongiurate
solo grazie all’azione indignata e determinata dei cittadini
(7).
Messe tutte in fila stordiscono perché la loro connotazione
assurda e volgare lascia perplessi anche i più distratti
e attoniti e preoccupati coloro che vivono in queste zone così
belle.
Ricordo che quest’area vasta e preziosa è stata messa
più volte a rischio grave. Ricordate la questione della
Lottizzazione Nathan? (v. nota 6) e la proposta di discarica a
Corcolle? (8)
Il Territorio intorno a Roma ha un sito ogni 300 mt. circa, con
resti di importanza e bellezza inestimabili. E che dire delle
ricchezze storico artistiche di Tivoli, Palestrina, e di tutti
i comuni limitrofi?
Possibile che gli unici affari/malaffari ruotino intorno alla
morte e alla distruzione della natura, del paesaggio, dell’arte,
delle persone, della bellezza?
Non si può abbassare la guardia perciò invito tutti
gli amici lettori interessati a farsi parte attiva nel manifestare
l’interesse alla salvaguardia della cultura e alla sua divulgazione.
L’unico modo civile di evitare questi scempi è quello
di rimanere vigili e far sentire forte e chiaro il proprio dissenso,
la distanza da azioni simili. Partecipare, mantenersi informati,
condividere eventi, visite, studi..
Come Periodico incentrato sull'arte e sulla tutela dei Beni Culturali e come associazioni operanti nel territorio siamo
a disposizione per segnalazioni, adesioni, suggerimenti, informazioni (scrivere alla Redazione per la rubrica della Posta:www.arsetfuror.com/r6Posta42.htm )
La parola d’ordine è “La bellezza salverà
il mondo” (9)
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Tessuti murari diversi e opera reticolata
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Vista nord
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Note:
(1)Non mi è stato
ancora possibile visitare l'interno del castello pertanto, per trasmetterne
la complessità architettonica, l'importanza storica e la ricchezza
dell'edificio (in cui fu anche costruita dal Barone Quintieri una
piscina pensile), cito testualmente alcuni passi della descrizione
fattane dagli studenti del Liceo Eliano di Palestrina in uno studio
che mi è stato utile per le informazioni storiche utilizzate in
questo articolo e che comprende un'articolata bibliografia: IL CASTELLO
DI PASSERANO, Schede a cura della classe II Liceo Classico sezione
A del L. C. Claudio Eliano di Palestrina Ricerche bibliografiche
di Alice Garozzo e Giulia Nunziata; Coordinamento scientifico e
Rielaborazione testi della Prof.ssa Paola TORNIAI A.S.2009/2010;
Progetto triennale di Alternanza Scuola / Lavoro. "…..Il visitatore,
che giunge dalla via Maremmana inferiore, è salutato dall' alto
torrione ellittico del Castello di Passerano. Il palatium, dalla
costruzione tipicamente medioevale in forma allungata, intervallata
da numerose torri di guardia su una planimetria quadrangolare, esteriormente
presenta una doppia cinta di mura con merlatura di tipo guelfo (omissis).
Sulla mole del palatium turrito insiste il palazzetto superiore,
la zona residenziale situata sul lato corto, alla quale si accede
attraverso un arco che domina una lunga scalinata; da qui un portale,
di probabile committenza Colonna, come attesterebbero il gusto e
scelte costruttive adottate, immette all'interno. Infatti, addossato
alla torre quadrata e coronato da un arco a tutto sesto con decorazione
a bugne (omissis), il portale conduce ad un'ampia corte. Questa
è cinta dal fianco della rupe, sulla quale si erge il Castello,
e chiusa dal torrione pentagonale a meridione, accanto al quale
insiste un altro portale a bugne, analogo al precedente per soluzioni
strutturali e decorative, nonché per la cronologia. L'area è perimetrata
da un possente muro, che risale alle fortificazioni volute nel XIII
secolo dal Monastero di San Paolo; la cronologia di questa parte
della fortificazione è comprovata dal paramento murario detto a
saracinesca, ovvero in cortina a bozzette rettangolari, sul quale
insistono superfetazioni (omissis) posteriori, individuabili, immediatamente
sotto al Mastio, nelle torrette rotonde ad angolo. Un'alta torre
circolare con merlatura a sporto, alla quale è addossato il corpo
di fabbrica stretto e lungo, attualmente coperto da un tetto e privo
di merlatura, domina la parte centrale del lato che guarda alla
Maremmana, mentre a Meridione si erge il già citato torrione pentagonale,
al di sotto del quale, tra i fossi di Valle dell'Inversa e Valle
dell'Acqua Nera, sono scavati quattro fossati a scopo difensivo
(omissis) La torre, come si è detto, ingloba nella parte alta un
mausoleo romano. Si tratta di un sepolcro costruito tra la fine
del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo d.C.; il piano inferiore,
a pianta quasi greca, è ipogeo, preceduto da un dromos, realizzato
in blocchi di tufo, con le pareti scavate a nicchie, per l'alloggio
delle urne cinerarie. Il livello superiore, sostenuto da una pavimentazione
lignea su mensole marmoree, era voltato a crociera, realizzato in
opus latericium ed opus reticulatum, con una pianta longitudinale
culminante in un triconco. Dalla porta principale, situata a nord-ovest,
fiancheggiata da due torri, si può riprendere il percorso. Oltrepassata
la porta in bugnato ed il secondo recinto, nel quale sono evidenti
i rifacimenti rinascimentali, si giunge ad una rampa, preceduta
da un arco , che permette l'accesso al piano nobile del Palazzo.
Qui, accanto ad una torre quadrata, appartenente al nucleo più antico,
si innalzano il Maschio ellittico, che costituiva il rifugio estremo
in caso di attacco, e le torri circolari, databili, sulla base dell'analisi
formale dei marcapiani ingentiliti da una cornice a toro e delle
scarpature di rinforzo, agli interventi commissionati dai Colonna
agli inizi del XVI secolo. Il giardino pensile, hortus conclusus
della residenza, fortemente modificato con i restauri degli anni
Sessanta del Novecento, insiste sulla viva roccia(solo il lato settentrionale
della rupe presenta un rivestimento murario). Il recinto merlato,
che dal Palazzo giunge alla torre pentagonale, si articola in tre
tipologie di paramento murario: a blocchi lapidei irregolari nell'alzato,
a saracinesca nella parte centrale, a blocchi quadrangolari in tufo
giallo a meridione. (Omissis) Nel perimetro ,murario risalente al
X secolo, ossia alla prima fase edilizia del complesso, sono individuabili
materiali di spoglio di età arcaica ed imperiale; all'interno si
conservano vari documenti epigrafici, tra i quali l'epigrafe dei
liberti della gens Paccia e l'ara sepolcrale, con aquila nella parte
sommitale a centina, dedicata agli Dei Mani da C.Attius Blastus,
lictor e apparitor. Sul giardino pensile si affaccia il Palatium,
caratterizzato da un'ampia sala e da una piccola cappella palatina,
la cui absidiola presenta un affresco pesantemente rimaneggiato…."
(2)La tenuta di Passerano,
di proprietà della Regione Campania, è situata in quella zona appena
fuori Roma ricchissima di reperti archeologici e storici. Gli scavi
attuati nella Necropoli arcaico - repubblicana di Cocolle - S.Angeletto
sono stati effettuati dal 1994 al 2002 in collaborazione con la
Cattedra di Archeologia dell'Università La Sapienza di Roma, Prof.
Fausto Zevi, interrotti fino alla successiva campagna del 2011 diretta
dal funzionario archeologo della Soprintendenza per I Beni Archeologici
del Lazio, Dott. Zaccaria Mari. I risultati dello scavo sono stati
presentati in un Convegno svoltosi il 19 maggio 2013 nell'ex granaio
della Tenuta di Passerano dove oggi sono conservati alcuni dei reperti
rinvenuti. Per il Convegno, il progetto museale e altre informazioni
in merito agli studi e ai percorsi si vedano: - http://www.archeolz.arti.beniculturali.it/index.php?it/237/eventi/46/conferenza-e-visita-guidata-un-viaggio-attraverso-i-secoli-dalla-necropoli-di-corcolle-al-castello-di-passerano
- http://www.tibursuperbum.it/ita/escursioni/gallicano/index.htm
(3) Per maggiori informazioni
sulla tenuta, la sua struttura e le sue attività si veda: - http://www.sauie.it/passerano.asp
(4) Per riunire le Associazioni
interessate ad uno sviluppo sostenibile e di alto livello culturale
della zona dell'Agro Romano Antico, Urbano Barberini ha fondato
con altre Associazioni e Comitati S.A.R.A' (Salvaguardia Agro Romano
Antico), v. il mio articolo "Salviamo il territorio delle meraviglie!
In viaggio con Urbano" v. Ars et Furor n. 40 /2014) che vede i fondatori:
Ponte Lupo: Il Gigante dell'Acqua, (v. Ponte Lupo: Il Gigante dell'Acqua
Ars et Furor n. 40 /2014) Comitato per Gallicano, Salviamo Villa
Adriana, W Tivoli, Legambiente Circolo di Tivoli, Comitato San Vittorino,
Comitato Salvaguardia Monti Prenestini.
(5) Gli Approfondimenti sulle
complesse e delicate vicende relative alla centrale a Biogas e alla
costruzione del Cimitero sono prevalentemente disponibili su riviste
locali e nell'operato dell'Associazione per Gallicano. In particolare
si vedano: Per il Cimitero - Consegna dossier alle autorità: http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=10966
- Pareri contrari al cimitero: http://ilgalloparlante.org/2013/11/28/il-cimitero-comprensoriale-di-gallicano-pare-non-piaccia-proprio-a-nessuno/
Per la questione della Centrale a BIOGAS - Fiaccolata - http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=9802
- Commissione ambiente Regione Lazio : http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=9430
- No Malagrotta di Passerano : http://osservatorelaziale.it/index.asp?art=6190
- 10 motivi per dire no : http://osservatorelaziale.it/index.asp?art=5894
- Consiglio straordinario rinviato : http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=9639
- Consiglio comunale straordinario e diffida al sindaco : http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=9624
- Documento choc del comitato per gallicano : http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=10026
(6) http://galluscanitfoto.blogspot.it/
(7) Sulla "Rivolta degli Educati"
e la situazione tiburtina si veda il mio articolo : A Tivoli: il
degrado del Ponte Lucano e del Mausoleo dei Plauzi. Inizia la "Rivolta
degli educati"! - Ars et Furor n.39/2014
(8) Sulla vergognosa vicenda
della discarica di Corcolle, anch'essa scongiurata per l'intervento
sentito del mondo della cultura nazionale e internazionale, il giovane
giornalista Nello Trocchia ha elaborato un complesso e dettagliato
testo di informazione intitolato "Le Rovine di Adriano : Così potere
e malaffare volevano distruggere la Villa dell´Imperatore Adriano",
che racconta una storia di rifiuti e soldi che ha fatto il giro
del mondo rischiando di diventare la Caporetto della cultura italiana
e che invece ha segnato un´importante vittoria della società civile
sulla politica degli affari. Il testo, che ricostruisce le vicende
del 2012 e racconta la storia di chi voleva fare una discarica a
Villa Adriana e perché, è stato portato in scena da Urbano Barberini
per la Regia di Giuseppe Marini e l'accompagnamento musicale di
Danilo Rea, per la prima volta il 15 luglio a Villa Adriana e poi
il 21 settembre nella piazza del MAXXI. Dopo le intimidazioni, il
teatro come risposta civile!!!! http://www.romeguide.it/?pag=teatro&lang=it&tm=&tab=spettacoli&id=20037
(9) La famosa frase del principe
Miškin ne L'idiota di Dostoevskij è stata utilizzata come titolo
italiano per il saggio del filosofo bulgaro Cvetan Todorov; La bellezza
salverà il mondo. Wilde, Rilke, Cvetaeva (trad. Emanuele Lana, Milano,
Garzanti, 2010 ISBN 9788811600565) (titolo originale francese: Les
Aventuriers de l'absolu) che tratta dell'aspirazione all'assoluto,
ricercata attraverso la via dell'arte. Todorov ripercorre ed analizza
le vite di tre grandi autori (Oscar Wilde, Rainer Maria Rilke e
Marina Cvetaeva), scelti poiché hanno posto la loro intera esistenza
al servizio del bello e della perfezione; il saggista dà la propria
interpretazione a ciascuna di esse, concludendo con la sua riflessione
sull'arte di vivere.
Marina Pennini, Aurea Sectio srl Conservazione e Restauro Beni Culturali
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