Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno IX - n.42 - Ottobre - dicembre 2014
ARTinFORMA
RESTAURI E...DINTORNI

Castello di Passerano, Cimitero e Centrale a biogas:
come tentare il massacro di un gioiello nell’agro romano antico!
a cura di Marina Pennini




La zona esterna, in parte restaurata, con i contrafforti in parte ancora da restaurare



Il Castello di Passerano (1) costruito su resti romani, fortezza in età medievale residenza e locus amoenus in età rinascimentale e oggi azienda agricola, domina dall’alto i colli della Selva e della Selvotta in prossimità della Valle degli Acquedotti di Gallicano, uno dei luoghi privilegiati dal Grand Tour. Questo tratto di agro romano, conosciuto in antico come l’ ager Praenestinus, era infatti il punto di confluenza degli acquedotti che giungevano da Tibur, l’odierna Tivoli, e dalla Valle dell’Aniene (2).
Per condurre a Roma l’Aqua Marcia, l’ Aqua Claudia, l’Anio vetus e l’ Anio novus i Romani crearono ponti, acquedotti, cisterne e pozzi i cui monumentali resti arricchiscono il paesaggio della zona creando quei magnifici angoli tanto cari ai pittori dell’800. I Ponti della Bulica, di Caipoli, e Pischero fanno bella mostra di sé nella campagna circostante e le acque dei 4 condotti trovavano nel monumentale Ponte Lupo (Ars et Furor n. 40/2014 ) il loro punto di incontro e snodo verso la città imperiale.
La natura del territorio circostante accoglie le sorgenti termominerali sulfureo-ferrose di Pantanello, la cascatella di S.Giovanni in Camporazio, le latomie di pozzolana, un tempo usate come cave di quel prezioso materiale con cui i Romani realizzavano malte resistentissime e ancora boschi, macchie, rocce e tanta fauna selvatica che conta istrici, tassi, faine, volpi, ghiri e nei fossi vaironi, trote, cavedani, anguille , rane e rospi, volatili come il martin pescatore, il merlo acquaiolo, l’allocco, gufi, nibbi bruni, poiane e ancora tanti fiori e piante di una rigogliosa natura nutrita da tanta acqua.



Veduta del Castello


La torre


ARS
La storia

Le prime notizie del Castello risalgono al secolo X d.C., dove il fundus Passeranus è citato in una bolla emanata nel 936 da papa Leone VII, in cui se ne attesta l’appartenenza al Monastero benedettino di Subiaco che alla fine del X secolo concede l’autorizzazione a costruire un castello, su precedenti strutture di età romana.
Dal 1000 agli inizi del 1400 il Castello passa dapprima al Monastero di San Paolo, viene adibito a prigione e poi accoglie molti personaggi del periodo, papi, antipapi, e, durante la guerra con gli Angioini per il dominio di Napoli, il re Ladislao d’Angiò, primo sovrano a desiderare un unico Regno d’Italia in anticipo di quattrocento anni sull’ idea Risorgimentale.
Come ricorda lo stemma murato nel Maschio e datato 1536, il Castello fu annesso in quel periodo ai territori del feudo Colonna che comprendeva anche Zagarolo e Palestrina.
A quella data è papa Martino V Colonna da Genazzano (la cui elezione a Costanza nel 1417 segnò la fine dello Scisma d’Occidente) che, da umanista attento, inizia il programma di Restauratio Urbis, finalizzato a conciliare la grandezza della Roma dei Cesari con la fede cristiana, idea che troverà un convinto sostenitore nel collezionista duca Marzio Colonna.
Alla metà del Cinquecento il Castello, viene occupato dalle truppe del duca d’Alba e subisce gravi danni. Venuta ormai meno la sua importanza strategica, con le strutture in rovina, il Castello è ceduto nel 1622 alla famiglia Ludovisi, per poi passare ai Rospigliosi Pallavicini.




Interno di un granaio, utilizzato anche come scenografia per varie riprese cinematografiche



Particolare della parte restaurata dal barone Quintieri e la zona in tufo ancora da rinforzare


Un interessante inventario agronomico manoscritto, del tempo di Nicolò Ludovisi Boncompagni, oggi conservato presso la Biblioteca Casanatense “Descrittione del territorio di Zagarolo, Colonna Gallicano, e Passerano” composto da Andrea Carone nel 1637, costituisce una fonte preziosa per la ricostruzione della storia della Tenuta fino alla prima metà del XVII secolo.
Nel 1923 il Castello appartiene al barone Paolo Marzi Quintieri che cura gli interventi di restauro nel 1968. Paolo Quintieri lo rilevò insieme a circa 900 ettari di terreno così l’edificio venne a trovarsi al centro di una notevole tenuta agricola.
Il Barone Giovanni Paolo Quintieri, muore a Rapallo il 18 agosto 1970 lasciando, per volontà testamentaria, tutto il suo patrimonio mobiliare e immobiliare all’istituto “Paolo Colosimo” pro ciechi di Napoli dove la madre, Evelina Casalis, aveva sempre prestato la sua opera di volontaria e benefattrice. Segue la cessione alla Regione Campania, alla quale ancora oggi appartiene per la gestione della società S.A.U.I.E. acronimo di Società Anonima Urbana Industria Edilizia srl creata dal Barone per gestire un complesso immobiliare, ancora esistente che il barone iniziò a costruire nel 1934 dopo aver acquistato una frazione di terreno ex villa Ada De Heritz.

L‘Azienda Agricola di Passerano (3) con la sua estensione di circa 900 ettari, pari a circa 1/1000 della superficie agricola laziale, ha vari rami di attività: dall’allevamento dei bovini di razza frisona italiana alle coltivazioni di grano, orzo, mais, fieno e paglia utilizzati per I ‘alimentazione animale e circa tre ettari dedicati alla coltivazione dell’olivo per la produzione di olio extravergine.



Muro esterno coperto di vegetazione
 
Stemma Colonna con data 1536




FUROR (non nel senso etimologico di ispirazione, ma nel senso moderno di "furore"!)
La Questione del Cimitero
In questo contesto idilliaco che si presterebbe ad uno sviluppo turistico sia culturale che agro alimentare di alto livello, la giunta comunale di Gallicano nel Lazio approva, nell'aprile 2013, un Project financing di 50 milioni di euro per la costruzione di un cimitero comprensoriale da 120 mila loculi da realizzarsi nella tenuta di Passerano.
La popolazione ignara dell’iniziativa si solleva e, nella generale indignazione, partono diffide di Italia Nostra, del Comitato per Gallicano, della locale Università Agraria e di altri comitati ed associazioni cosichè il comune, trovandosi a ridosso delle elezioni locali, decide di sospendere la delibera.
La stessa azienda di Passerano invia una lettera chiaramente in disaccordo con la proposta!!
Dopo l’insediamento della nuova Giunta nel maggio 2013, l’opposizione richiede a novembre la convocazione di un Consiglio straordinario per discutere il tema Cimitero. Al vivace e movimentato consiglio partecipano numerosissimi cittadini e anche Urbano Barberini, consigliere di Italia Nostra e Gianni Innocenti di Legambiente Tivoli (4).
Il sindaco ammette la possibilità di errori ed il progetto va nel dimenticatoio fino ad Aprile 2014, quando con la delibera 50 della Giunta Comunale di Gallicano nel Lazio, si conferma (!!!!) l'interesse pubblico alla realizzazione dell'opera.
A seguito di ciò, per la tutela e il rispetto delle leggi di salvaguardia, i consiglieri di opposizione inviano tutta la documentazione prodotta alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, la Guardia di Finanza, i principali rappresentanti del governo italiano ed europeo, le Procure di Tivoli, Roma, Napoli e Lazio, tutti i gruppi consiliari della Regione Lazio, la Regione Campania (proprietaria della tenuta), il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri della Regione Lazio, di Palestrina, Gallicano nel Lazio, oltre alla Questura di Roma, etc..
La documentazione inviata il 23 giugno 2014 riporta tutta la storia e atti documentati di cui si chiede verifica.
Attualmente il progetto del Cimitero è fermo.



Uno scorcio della parte esterna





La centrale a Biogas
Ma non è finita….
Infatti è in piedi un’ altra proposta devastante del Comune di Gallicano: la proposta di realizzazione per una centrale a biogas vicino al cimitero cioè sempre all’interno della storica Tenuta Agricola.
La proposta del 2008 riceve dalla Regione Lazio nell’ aprile 2013 l’autorizzazione per la Valutazione di Impatto Ambientale!!!!.
Si scatena a Gallicano la reazione dei cittadini che attraverso varie associazioni (Comitato per Gallicano, Associazione di Valle Martella e altre) organizzano incontri e manifestazioni di protesta e di informazione sugli aspetti nocivi per la salute e per il territorio che la centrale a biogas comporterebbe fino all’incontro di febbraio 2014 con la Commissione Ambiente della Regione Lazio.
Nel marzo 2014 una fiaccolata per le vie di Gallicano conta 400 cittadini che sfilano pacificamente contro la costruzione del Mostro a biogas.
Si susseguono riunioni, Consigli, eventi di protesta:
- a marzo 2014 durante il Consiglio Comunale straordinario a Gallicano si rileva l'assoluta mancanza di argomentazioni valide in tutti i sensi da parte della maggioranza per procedere nel progetto
- Ad aprile 2014 viene pubblicato dal Comitato per Gallicano un documento choc sull'impianto che porta a sensibilizzare in modo diretto Nicola Zingaretti e Michele Civita rispettivamente Presidente e Assessore alle Politiche del territorio della Regione Lazio.
- Si tiene un Consiglio straordinario a Zagarolo, comune limitrofo mai informato dell’iniziativa che si dichiara assolutamente contrario all’impianto.
- Infine, dopo un fuoco incrociato di articoli di stampa contro il Sindaco di Gallicano si arriva, finalmente!!!!, alla rinuncia dell’iniziativa in sostituzione della quale si propone ad oggi un impianto ci compostaggio aerobico da 25mila tonnellate.
Il Comitato per Gallicano resta però contrario e propone un impianto di compostaggio aerobico di comunità (5).

Mura di recinzione e corpo di fabbrica



Un ingresso murato




Ars
Nell’ex granaio della tenuta di Passerano, il 4 ottobre si è tenuta la premiazione del concorso Fotografico Gallus Canit 2014, organizzata dal Dott. Mario Galli del Comitato per Gallicano per sensibilizzare la popolazione al tema del Paesaggio Storico dell’Agro Romano e attirare maggiormente l’attenzione sulle problematiche del territorio. Durante la visita all’esterno del Castello si sono evidenziate anche problematiche di restauro che ci attiveremo per sottoporle all’attenzione dell’attuale Presidente della Regione Campania (6).

et "Furor"
Ora domandiamoci come sia possibile, contro ogni logica e buon senso, nel Paese della Gande Bellezza, della grande cultura, della storia, dell’arte, anche solo partorire ipotesi del genere.
Pensare che gli unici affari possano riguardare l’orrore e la morte e mai proporre turismo, cultura, bellezza, condivisione, conservazione del territorio e dei nostri beni quando in altri paesi con molto meno si attivano vere e proprie economie floride sui beni culturali…..
In questa parte d’Italia, tanto cara ai protagonisti del Grand Tour si sono susseguite a raffica proposte devastanti scongiurate solo grazie all’azione indignata e determinata dei cittadini (7).
Messe tutte in fila stordiscono perché la loro connotazione assurda e volgare lascia perplessi anche i più distratti e attoniti e preoccupati coloro che vivono in queste zone così belle.
Ricordo che quest’area vasta e preziosa è stata messa più volte a rischio grave. Ricordate la questione della Lottizzazione Nathan? (v. nota 6) e la proposta di discarica a Corcolle? (8)
Il Territorio intorno a Roma ha un sito ogni 300 mt. circa, con resti di importanza e bellezza inestimabili. E che dire delle ricchezze storico artistiche di Tivoli, Palestrina, e di tutti i comuni limitrofi?
Possibile che gli unici affari/malaffari ruotino intorno alla morte e alla distruzione della natura, del paesaggio, dell’arte, delle persone, della bellezza?
Non si può abbassare la guardia perciò invito tutti gli amici lettori interessati a farsi parte attiva nel manifestare l’interesse alla salvaguardia della cultura e alla sua divulgazione.
L’unico modo civile di evitare questi scempi è quello di rimanere vigili e far sentire forte e chiaro il proprio dissenso, la distanza da azioni simili. Partecipare, mantenersi informati, condividere eventi, visite, studi..
Come Periodico incentrato sull'arte e sulla tutela dei Beni Culturali e come associazioni operanti nel territorio siamo a disposizione per segnalazioni, adesioni, suggerimenti, informazioni (scrivere alla Redazione per la rubrica della Posta:www.arsetfuror.com/r6Posta42.htm )
La parola d’ordine è “La bellezza salverà il mondo” (9)





Tessuti murari diversi e opera reticolata



Vista nord

Note:
(1)Non mi è stato ancora possibile visitare l'interno del castello pertanto, per trasmetterne la complessità architettonica, l'importanza storica e la ricchezza dell'edificio (in cui fu anche costruita dal Barone Quintieri una piscina pensile), cito testualmente alcuni passi della descrizione fattane dagli studenti del Liceo Eliano di Palestrina in uno studio che mi è stato utile per le informazioni storiche utilizzate in questo articolo e che comprende un'articolata bibliografia: IL CASTELLO DI PASSERANO, Schede a cura della classe II Liceo Classico sezione A del L. C. Claudio Eliano di Palestrina Ricerche bibliografiche di Alice Garozzo e Giulia Nunziata; Coordinamento scientifico e Rielaborazione testi della Prof.ssa Paola TORNIAI A.S.2009/2010; Progetto triennale di Alternanza Scuola / Lavoro. "…..Il visitatore, che giunge dalla via Maremmana inferiore, è salutato dall' alto torrione ellittico del Castello di Passerano. Il palatium, dalla costruzione tipicamente medioevale in forma allungata, intervallata da numerose torri di guardia su una planimetria quadrangolare, esteriormente presenta una doppia cinta di mura con merlatura di tipo guelfo (omissis). Sulla mole del palatium turrito insiste il palazzetto superiore, la zona residenziale situata sul lato corto, alla quale si accede attraverso un arco che domina una lunga scalinata; da qui un portale, di probabile committenza Colonna, come attesterebbero il gusto e scelte costruttive adottate, immette all'interno. Infatti, addossato alla torre quadrata e coronato da un arco a tutto sesto con decorazione a bugne (omissis), il portale conduce ad un'ampia corte. Questa è cinta dal fianco della rupe, sulla quale si erge il Castello, e chiusa dal torrione pentagonale a meridione, accanto al quale insiste un altro portale a bugne, analogo al precedente per soluzioni strutturali e decorative, nonché per la cronologia. L'area è perimetrata da un possente muro, che risale alle fortificazioni volute nel XIII secolo dal Monastero di San Paolo; la cronologia di questa parte della fortificazione è comprovata dal paramento murario detto a saracinesca, ovvero in cortina a bozzette rettangolari, sul quale insistono superfetazioni (omissis) posteriori, individuabili, immediatamente sotto al Mastio, nelle torrette rotonde ad angolo. Un'alta torre circolare con merlatura a sporto, alla quale è addossato il corpo di fabbrica stretto e lungo, attualmente coperto da un tetto e privo di merlatura, domina la parte centrale del lato che guarda alla Maremmana, mentre a Meridione si erge il già citato torrione pentagonale, al di sotto del quale, tra i fossi di Valle dell'Inversa e Valle dell'Acqua Nera, sono scavati quattro fossati a scopo difensivo (omissis) La torre, come si è detto, ingloba nella parte alta un mausoleo romano. Si tratta di un sepolcro costruito tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo d.C.; il piano inferiore, a pianta quasi greca, è ipogeo, preceduto da un dromos, realizzato in blocchi di tufo, con le pareti scavate a nicchie, per l'alloggio delle urne cinerarie. Il livello superiore, sostenuto da una pavimentazione lignea su mensole marmoree, era voltato a crociera, realizzato in opus latericium ed opus reticulatum, con una pianta longitudinale culminante in un triconco. Dalla porta principale, situata a nord-ovest, fiancheggiata da due torri, si può riprendere il percorso. Oltrepassata la porta in bugnato ed il secondo recinto, nel quale sono evidenti i rifacimenti rinascimentali, si giunge ad una rampa, preceduta da un arco , che permette l'accesso al piano nobile del Palazzo. Qui, accanto ad una torre quadrata, appartenente al nucleo più antico, si innalzano il Maschio ellittico, che costituiva il rifugio estremo in caso di attacco, e le torri circolari, databili, sulla base dell'analisi formale dei marcapiani ingentiliti da una cornice a toro e delle scarpature di rinforzo, agli interventi commissionati dai Colonna agli inizi del XVI secolo. Il giardino pensile, hortus conclusus della residenza, fortemente modificato con i restauri degli anni Sessanta del Novecento, insiste sulla viva roccia(solo il lato settentrionale della rupe presenta un rivestimento murario). Il recinto merlato, che dal Palazzo giunge alla torre pentagonale, si articola in tre tipologie di paramento murario: a blocchi lapidei irregolari nell'alzato, a saracinesca nella parte centrale, a blocchi quadrangolari in tufo giallo a meridione. (Omissis) Nel perimetro ,murario risalente al X secolo, ossia alla prima fase edilizia del complesso, sono individuabili materiali di spoglio di età arcaica ed imperiale; all'interno si conservano vari documenti epigrafici, tra i quali l'epigrafe dei liberti della gens Paccia e l'ara sepolcrale, con aquila nella parte sommitale a centina, dedicata agli Dei Mani da C.Attius Blastus, lictor e apparitor. Sul giardino pensile si affaccia il Palatium, caratterizzato da un'ampia sala e da una piccola cappella palatina, la cui absidiola presenta un affresco pesantemente rimaneggiato…."
(2)La tenuta di Passerano, di proprietà della Regione Campania, è situata in quella zona appena fuori Roma ricchissima di reperti archeologici e storici. Gli scavi attuati nella Necropoli arcaico - repubblicana di Cocolle - S.Angeletto sono stati effettuati dal 1994 al 2002 in collaborazione con la Cattedra di Archeologia dell'Università La Sapienza di Roma, Prof. Fausto Zevi, interrotti fino alla successiva campagna del 2011 diretta dal funzionario archeologo della Soprintendenza per I Beni Archeologici del Lazio, Dott. Zaccaria Mari. I risultati dello scavo sono stati presentati in un Convegno svoltosi il 19 maggio 2013 nell'ex granaio della Tenuta di Passerano dove oggi sono conservati alcuni dei reperti rinvenuti. Per il Convegno, il progetto museale e altre informazioni in merito agli studi e ai percorsi si vedano: - http://www.archeolz.arti.beniculturali.it/index.php?it/237/eventi/46/conferenza-e-visita-guidata-un-viaggio-attraverso-i-secoli-dalla-necropoli-di-corcolle-al-castello-di-passerano - http://www.tibursuperbum.it/ita/escursioni/gallicano/index.htm
(3) Per maggiori informazioni sulla tenuta, la sua struttura e le sue attività si veda: - http://www.sauie.it/passerano.asp
(4) Per riunire le Associazioni interessate ad uno sviluppo sostenibile e di alto livello culturale della zona dell'Agro Romano Antico, Urbano Barberini ha fondato con altre Associazioni e Comitati S.A.R.A' (Salvaguardia Agro Romano Antico), v. il mio articolo "Salviamo il territorio delle meraviglie! In viaggio con Urbano" v. Ars et Furor n. 40 /2014) che vede i fondatori: Ponte Lupo: Il Gigante dell'Acqua, (v. Ponte Lupo: Il Gigante dell'Acqua Ars et Furor n. 40 /2014) Comitato per Gallicano, Salviamo Villa Adriana, W Tivoli, Legambiente Circolo di Tivoli, Comitato San Vittorino, Comitato Salvaguardia Monti Prenestini.
(5) Gli Approfondimenti sulle complesse e delicate vicende relative alla centrale a Biogas e alla costruzione del Cimitero sono prevalentemente disponibili su riviste locali e nell'operato dell'Associazione per Gallicano. In particolare si vedano: Per il Cimitero - Consegna dossier alle autorità: http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=10966 - Pareri contrari al cimitero: http://ilgalloparlante.org/2013/11/28/il-cimitero-comprensoriale-di-gallicano-pare-non-piaccia-proprio-a-nessuno/ Per la questione della Centrale a BIOGAS - Fiaccolata - http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=9802 - Commissione ambiente Regione Lazio : http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=9430 - No Malagrotta di Passerano : http://osservatorelaziale.it/index.asp?art=6190 - 10 motivi per dire no : http://osservatorelaziale.it/index.asp?art=5894 - Consiglio straordinario rinviato : http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=9639 - Consiglio comunale straordinario e diffida al sindaco : http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=9624 - Documento choc del comitato per gallicano : http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=10026
(6) http://galluscanitfoto.blogspot.it/
(7) Sulla "Rivolta degli Educati" e la situazione tiburtina si veda il mio articolo : A Tivoli: il degrado del Ponte Lucano e del Mausoleo dei Plauzi. Inizia la "Rivolta degli educati"! - Ars et Furor n.39/2014
(8) Sulla vergognosa vicenda della discarica di Corcolle, anch'essa scongiurata per l'intervento sentito del mondo della cultura nazionale e internazionale, il giovane giornalista Nello Trocchia ha elaborato un complesso e dettagliato testo di informazione intitolato "Le Rovine di Adriano : Così potere e malaffare volevano distruggere la Villa dell´Imperatore Adriano", che racconta una storia di rifiuti e soldi che ha fatto il giro del mondo rischiando di diventare la Caporetto della cultura italiana e che invece ha segnato un´importante vittoria della società civile sulla politica degli affari. Il testo, che ricostruisce le vicende del 2012 e racconta la storia di chi voleva fare una discarica a Villa Adriana e perché, è stato portato in scena da Urbano Barberini per la Regia di Giuseppe Marini e l'accompagnamento musicale di Danilo Rea, per la prima volta il 15 luglio a Villa Adriana e poi il 21 settembre nella piazza del MAXXI. Dopo le intimidazioni, il teatro come risposta civile!!!! http://www.romeguide.it/?pag=teatro&lang=it&tm=&tab=spettacoli&id=20037
(9) La famosa frase del principe Miškin ne L'idiota di Dostoevskij è stata utilizzata come titolo italiano per il saggio del filosofo bulgaro Cvetan Todorov; La bellezza salverà il mondo. Wilde, Rilke, Cvetaeva (trad. Emanuele Lana, Milano, Garzanti, 2010 ISBN 9788811600565) (titolo originale francese: Les Aventuriers de l'absolu) che tratta dell'aspirazione all'assoluto, ricercata attraverso la via dell'arte. Todorov ripercorre ed analizza le vite di tre grandi autori (Oscar Wilde, Rainer Maria Rilke e Marina Cvetaeva), scelti poiché hanno posto la loro intera esistenza al servizio del bello e della perfezione; il saggista dà la propria interpretazione a ciascuna di esse, concludendo con la sua riflessione sull'arte di vivere.


Marina Pennini, Aurea Sectio srl Conservazione e Restauro Beni Culturali

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