Giotto: Cristo benedicente fra S.Giovanni Evangelista, la Vergine, S.Giovanni Battista e S. Francesco d’Assisi – 1310-1315
Ricordate la Fondazione Cini? Ne avevamo parlato nello scorso numero in merito al sogno realizzato del direttore della Fondazione, Pasquale Gagliardi, di poter rivedere a Venezia, nel Refettorio del Monastero di S. Giorgio Maggiore, una copia dell'opera di Paolo Veronese “Le nozze di Cana”.
Ma questa volta dobbiamo fare un passo indietro di 200 anni, per finire in quello che lo storico dell' arte Roberto Longhi definì “il più gran secolo dell'arte italiana”, spostarci da Venezia a Firenze e concentrare la nostra attenzione su di un'opera conosciuta a pochi, ma di rilevante importanza storico artistica.
L'artista è Giotto di Bondone e il dipinto è un inedito uscito dalla sua bottega tra il 1325 e il 1335, che è ora esposto agli Uffizi di Firenze in occasione della mostra L'eredità di Giotto. L'arte a Firenze tra il 1340 e il 1375, inauguratasi il 10 giugno (si concluderà il 2 novembre 2008).
|
La tavola, di proprietà dai primi anni '60 proprio della Fondazione Cini, è una tempera su legno di 42,5 x 32 cm., già accostata alla cerchia di Giotto, ma prima d'ora senza alcuna valida motivazione critica.
Oggi firma l'attribuzione uno dei massimi esperti mondiali del periodo artistico in questione, il professor Miklòs Boskovits , docente di Arte Medioevale all'Università di Firenze. L'opera, spiega il professore, “ deve essere stata realizzata nella bottega di Giotto, come confermano lo stile, la gestualità dei personaggi, l'eleganza e la grandiosità del disegno, ma anche piccoli particolari quali la decorazione delle aureole, conformi ai modi di Giotto negli ultimi anni di attività, forse non molto prima della morte, avvenuta nel 1337 ".
Il dipinto rappresenta due personaggi vestiti all'antica, in piedi, probabilmente a colloquio con persone non visibili nella parte superstite della tavola. Secondo M. Boskovits potrebbe trattarsi degli apostoli Tommaso o Giuda Taddeo (a sinistra dell'osservatore) e di Matteo o Simone (a destra) ed essere parte di una composizione raffigurante i dodici apostoli divisi in gruppi, come nella predella del Polittico Stefaneschi di Giotto, oggi conservato nella Pinacoteca Vaticana, il tutto anticamente accostato ad un'immagine di Cristo o ad una Madonna in trono con bambino.
Dato il precario stato di conservazione, si è reso necessario, prima del trasferimento all’interno della Galleria degli Uffizi, un intervento di preconsolidamento e di successivo restauro della tavola giottesca.
La pellicola pittorica risultava infatti in uno stato di degrado avanzato: crettature e sollevamenti di colore interessavano gran parte dell’opera che è stata quindi preconsolidata e reintegrata nelle zone più incidentate, quali le mani, i visi e le vesti dei santi.
La mostra "L’eredità di Giotto", curata da uno specialista nel settore, Angelo Tartuferi e diretta dal direttore degli Uffizi Antonio Natali, presenta circa 60 capolavori di valenti artisti della "scuola" di Giotto, tra cui Taddeo Gaddi, Bernardo Daddi, Maso di Banco, i fratelli Orcagna, Giottino.
Oltre 40, invece, le opere che saranno presentate dalla Galleria dell’Accademia fiorentina nella mostra gemella su "Giovanni da Milano" (curata da Daniela Parenti e diretta da Franca Falletti), un artista interessante, anche lui giottesco, amante del racconto e ricco di intenso pathos.
Ma non è tutto: la meravigliosa terra di Toscana sorprende ancora, dando l'opportunità di vedere anche l'“impossibile”!
L'arte è per tutti, anche per chi non ha la possibilità di girare il mondo e chi dovesse visitare la mostra “ L'eredità di Giotto” non può tralasciare di fare un "salto" anche nella vicina Vinci, per visitare "L'impossibile Leonardo”, una mostra singolare a cura della produzione Rai di Napoli.
|
|
Tavola con due apostoli, attribuita a Giotto (1325/1335).
Giovanni da Milano, Polittico di Prato: Martirio di S.Bartolomeo (particolare)
|
Come per “Le nozze di Cana”, la tecnologia è stata qui indispensabile per permettere appunto l'impossibile: ed ecco quindi la Gioconda, la Vergine delle rocce, la Dama con l'ermellino, il Cenacolo ed altre opere di Leonardo, sparse tra Parigi, Londra, Monaco..., riprodotte in altissima definizione su diapositive grandi come gli originali e retro-illuminate per permetterne la visione frontale. Queste copie perfette di capolavori sono per la prima volta esposte tutte assieme, fino al 31 agosto 2008, nel paese natale del genio italiano, grazie alle tecnologie digitali d'avanguardia che permettono eventi non realizzabili nella realtà, in nome del diritto di accesso alle opere d'arte da parte di tutti. Ma non basta: un'altra operazione estetica analoga, coraggiosa e di qualità, sta avvenendo a Milano. Il famoso pittore regista Peter Greenaway ha voluto clonare "Il Cenacolo" leonardesco a Palazzo Reale, reinterpretando il celeberrimo dipinto con spettacolari effetti di luce che fanno prendere vita all'opera, assieme a voci e musiche suggestive. Iniziative intelligenti ed anticonformiste che servono a dare diffusione alla cultura e spazio alla creatività contemporanea.
|
E' vietata la riproduzione anche parziale dell'articolo e delle immagini
© Copyright |
|
|