Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Rivista bimestrale -Anno IV- Gen./mar. 2008, n.13
RITRATTI E AUTORITRATTI 



Mimmo Pesce, orafo.
di Bruna Condoleo



 



ciondolo d'argento con turchese

 

Indossare un gioiello di Mimmo Pesce, pittore, scultore ed orafo da circa 40 anni, è ostentare un messaggio non verbale con l'irruenza e la provocazione che sono da sempre peculiarità dell'Artista calabrese. Con foga primitiva egli fonde a cera persa forme diverse: animali mitici, immagini astratte, figure sinistre, come antiche immagini apotropaiche, oppure cesella e sbalza sagome misteriose, a svelare il proibito che si cela nel nostro inconscio. Sempre per lui il gioiello è fuga dalla banalità e dal consueto, esperienza totale e gesto con cui si concretizza l'invisibile.
L’Artista si spinge alle radici della forma, scoprendone i percorsi essenziali e le fragilità, sovrapponendo ed intrecciando figure elementari e suggestioni dal mondo naturale. La ricerca delle origini è anche ricerca dell’etnicità della forma; il rapporto con la tradizione orafa
 

spilla d'oro con cuore di smeraldo

egizia, barbarica, perfino azteca e maya, è costantemente visibile nei suoi oggetti artistici che non hanno perduto il fascino segreto dei monili delle antiche culture. Pesce sonda le risorse delle pietre dure: lapislazzuli, onici, turchesi, ametiste, olivine…, studiando le varianti del rapporto tra pieno e vuoto, coinvolgendo le qualità della materia, ora lustra, ora specchiata, ora scabra, ed in un’esuberante dialettica sa modulare la forza e le attrattive del colore con la variabilità della luce.


Pettorale aureo d'ispirazione egizia, con scarabeo di lapislazzulo (collezione privata), 1998



Un gusto dell’ornamento, il suo, che si compiace di sviluppi di forme geometriche come di linee sinuose, di bagliori d’oro e di riflessi argentei, la cui vibrazione muta grazie all’inserzione di pietre preziose, rubini e zaffiri, ma anche di materiali meno aulici, a creare un inedito contrasto con la ricchezza del materiale aureo, in un’effusione barocca con cui l’artista sa giocare fino in fondo la carta della seduzione. Il gioiello non è soltanto monile prezioso, ma soprattutto elemento metaforico e metonimico, ovvero segnale che commenta i messaggi lanciati dal corpo ed in relazione a questi ultimi viene concepito per interagire con i gesti ed i movimenti di chi lo indossa, per illudere o confondere, per alludere o negare.


Ciondolo in oro a cera persa: "labirinto"

I gioielli-sculture di Pesce sono anche piccoli amuleti, pregni di rimandi misteriosi e di ancestrali simbologie: essi vivono la realtà di reperti “coscienti”, in cui il potere estetico si coniuga con i significati più reconditi, a volte rinnovando la forma originaria, a volte ricalcando l’energia compressa della loro storia millenaria. Nascono così dalla fantasia dell'Artista pettorali opulenti simili a fastosi “hosckh” egizi, spille barocche, catene di gusto medioevale, collari bizantineggianti: lamine auree entro cui pulsano cuori iridescenti, ellissi su cui sono sospese pietre trasparenti, dischi lunari con occhi luminosi, cordoni d’argento che trattengono a stento frecce puntate sul cuore.

Medaglione in argento con rubino (2002)



mini scultura-gioiello in argento con figura (cm 8,5) e pietra di luna


Nato a Reggio Calabria nel '46, Mimmo Pesce si trasferisce dopo la maturità artistica a Roma, dove, allievo di Pericle Fazzini, consegue il diploma di Scultura all'Accademia di Belle Arti. Fin dal '63 Pesce inizia la sua attività espositiva, che ininterrottamente giunge fino ai nostri giorni, con successi di pubblico e di critica: performances, esposizioni di scultura e pittura, grafica e films d'artista, installazioni... La critica più auterovole (Micacchi, Del Guercio, Misuraca, Von Varner Kruger) evidenzia le sue innate capacità espressionostiche in opere sempre dense di forza aggressiva e di polemica. L'arte orafa è uno dei tanti momenti della sua creatività vulcanica e del suo nomadismo culturale, grazie al quale Pesce riesce ad appropriarsi con libertà inventiva di forme e di mezzi i più disparati.


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