Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Rivista bimestrale - Anno V - n.18 - Primavera 2009
RITRATTI E AUTORITRATTI 



Anne Donnelly: pictura ut poësis
di Bruna Condoleo




Il testo critico qui riportato è tratto dal catalogo della mostra Anne Donnelly. L ’universo poetico di "Onia”, che si svolge a Roma, presso la Galleria d’Arte “Il Saggiatore” di Carla Gugi, dal 20 marzo al 9 aprile 2009.


Isole con uccelli di mare, 2008, olio su tela



Donna in grigio, 2005, olio su tela




english
version


Spirito colto ed amante della poesia , che rimane il filo conduttore della sua vicenda d'artista, Anne Donnelly ha sempre avvertito pressante dentro di sé il desiderio di penetrare il mistero dell'universo; questa ricerca, tuttavia, non ha generato angosce né fughe nell'immateriale, bensì un linguaggio che sa sorvolare con poetica leggerezza e musicale eleganza la realtà da cui pur nasce e si alimenta la sua sensibilità pittorica. Intarsio prezioso della memoria, l'arte di Anne canta un mondo di limpida bellezza, quasi fosse al principio della creazione, lontano dalle aberranti devastazioni urbane, privo anche della presenza umana, come se quest'ultima possa costituire una contaminazione dell'ineffabile immagine del creato. Dopo la prima formazione accademica avvenuta a Dublino, nella natia Irlanda, l’esperienza della pittrice si è arricchita con i numerosi viaggi in Europa, con la conoscenza di paesi incontaminati, come l'Andalusia, ma anche con la frequentazione di grandi capitali della cultura, come Parigi. Fin da ragazza disegna instancabilmente tutto ciò che vede e più che la semplice registrazione dello spettacolo naturale, è una tensione di ordine
mentale e psichico a regolare il contrappunto degli elementi costitutivi del quadro. Il nucleo lirico dell'ispirazione è, infatti, un'adesione trepida alla natura ed alle sue creature nel loro espandersi alla vita, da assaporare nell'immediatezza del loro apparire, ma da modulare attraverso il filtro sapiente della memoria.
Ugualmente distante dal fugace divenire del linguaggio impressionista, come dalle rielaborazioni
espressionistiche della realtà, l’opera di Anne è una personalissima risposta alle molteplici sollecitazioni culturali che hanno agito nel suo excursus artistico. Dal contatto, spesso rinnovato, con i luoghi della sua geografia esistenziale, le coste irlandesi, i paesi andalusi, le isole greche, la terra toscana, la campagna romana, dove vive da oltre 40 anni, ella ha saputo plasmare una originale iconografia non più costretta dalle convenzioni del naturalismo ottocentesco né dalle estetiche avanguardiste del ‘900. (….) Il metodo della figurazione dal vero, che gli artisti degli anni ‘50 vivono o come negazione del valore dell’oggetto, o viceversa come punto di riferimento per la conoscenza del mondo, nella pittura della Donnelly riafferma la propria validità filosofica e spirituale.
Di fronte alla caotica indeterminatezza con cui il mondo si presenta alla coscienza, la sua pittura tende a ricostruire un ordine superiore ed anche se perdura l’orma tonale dell’apparizione fenomenica, non è la presenza tangibile, bensì l’essenza delle cose ad intrigare l’artista; come nell’arte orientale, non l’ hic et
 

Alberi in fiore, 2004, olio su tela
nunc della percezione ottica, ma una tensione verso l'eterno che Anne condivide in parte con il linguaggio pierfrancescano, in parte con l'estetica morandiana. Liberati da costrittive norme prospettiche e formalistiche, i suoi dipinti sono la traduzione dell’emozione di cosa vista ed interiorizzata dalla coscienza. La pittrice intende oltrepassare le apparenze che mutano continuamente, perciò nelle sue tele non il mondo soggettivo proiettato nelle cose visibili, ma la sostanza vera che scopre l’universale nel precario e trasforma la percezione in conoscenza. Senza mai scadere nella banalità illustrativa, l'artista affronta la quotidianità con la consapevolezza del valore intrinseco di ogni cosa, anche la più effimera: una brocca, un gabbiano in volo o il



Anfora e polli, 2002, olio su carta




Fiori e frutta, 2005, olio su carta




Caffettiera e mele, 2007, olio su carta



giardino fiorito della propria casa. Il colore è reale e fantastico assieme: esso ha la fluidità delle superfici di Matisse, la densità delle forme di Nicolas de Staël, l'intensità materica di Jean Fautrier, ma nei dipinti di Anne la materia si è fatta più leggera, carezzata da una luce atmosferica, senza che l'interna energia venga dispersa.
Non la luce “en plein air” degli impressionisti, che si trasforma incessantemente per tradurre l’istantaneità della sensazione visiva, ma una luminosità diffusa, aerea, intima, che inonda i suoi paesaggi senza ora né stagioni, donando loro un chiarore quasi soprasensibile. L’immagine che ne risulta è un racconto interiore, arricchito del fluire bergsoniano del tempo della coscienza, in cui si sono accumulati pensieri e stati d’animo fino a creare una



Zahara de los Atunes, 2005, olio su carta


più pregnante realtà figurativa. Le lunghe insenature della costa occidentale irlandese, i paesini assolati del sud della Spagna, le costiere greche si sovrappongono nella memoria per divenire luoghi poetici ed assoluti, circonfusi da un'aurea rarefatta e pregna di serenità: i paesaggi si colorano di soffici sfumature di rosa, il cielo si popola di voli, il mare riflette le nuvole terse di un'alba o di un tramonto che non diverrà giorno pieno, perché ha già raggiunto un'implicita, equilibrata bellezza. I gabbiani, abitatori dell'aria, che con il loro volo eccitato tendono verso le altitudini celesti ma non disdegnano la terra, sono tra i protagonisti di tanti suoi quadri.



Caffettiera e brocche, 2007, olio su carta




Canale in verde, 2002, olio su carta


 



Uccelli sul mare, 2002, olio su tela
  Come de Staël, il drammatico artista di origine russa il cui linguaggio pittorico è stato più volte accomunato a quello della pittrice, Anne (“Onia" in lingua gaelica!) ama molto dipingere questi uccelli navigatori dell'infinito, forme libere, quasi astratte nella linearità elegante della loro anatomia, note di grazia tra le amplissime partiture celesti, contrappunti musicali dell'ammirevole concerto del creato, metafore del suo “ indomito cuore mai sazio di volo” (Carlo Mazzantini).(….) Gli olivi e i mandorli in fiore del terreno attorno alla sua casa a Tivoli, magnetici visi femminili, piccoli animali domestici stilizzati in eleganti schemi araldici: questi i soggetti preferiti da Anne, cui si deve aggiungere la natura morta, che conserva per la pittrice il sapore di una predilezione antica, nata fin da quando le opere di Braque l’avevano colpita a Parigi. La frequentazione dell’arte italiana ha poi rinvigorito questa attrazione, soprattutto attraverso l'opera di Giorgio Morandi, che nel mondo umile delle bottiglie, dei fiori un po' appassiti, indagato negli aspetti più
segreti e reiterato con toni offuscati e tinte polverose, ha saputo esprimere in modo specialissimo il suo desiderio di scavare l'oggetto per arrivare all' essenza. (….)
Anche Anne ripropone il fascino discreto di vecchie caffettiere, coglie nella sfericità di un frutto il piacere della forma, capta nelle linee aggraziate di un vaso i giochi luminosi delle ombre chiare, evocando così, nell'evanescente cromatismo dell'immagine, frammenti di vita e di affettività ricomposti in una superiore
armonia. Benché sia estranea all'inquietudine ed alla sommessa malinconia dell'arte morandiana, la natura morta della Donnelly ha lo stesso potere di esaltare con la levità del tocco e con preziose gamme coloristiche la qualità delle piccole cose che, svelando la loro sostanza più segreta, la traducono nel magico ed assorto sortilegio della forma pittorica.
I suoi fiori un po' sgualciti ma ancora vitali, incisi da graffi e pervasi da iridescenze, in cui si percepiscono di volta in volta reminescenze da Chardin, Bonnard, De Pisis, Mario Mafai, acquistano la leggerezza materica di un'epifania mentale: il quadro, sapiente mélange di toni rosacei, celestrini, bianchi ed ocra, si rivela come un'ineffabile metafora poetica. Corrosi da un sentimento di sottile nostalgia, i fiori dipinti da Anne sono il frutto di un'impressione colta nel suo vibrare originario, ma che si placa in un clima di trasognata riflessione; la sua pittura fresca e nervosa, quasi a rievocare quella murale, resa con spatolate ora lievi, ora insistite, sa ricreare l'atmosfera sospesa delle auliche nature morte del passato, con il miracolo dell'attimo che si consuma ricreando se stesso infinitamente.
 


Due gabbiani, mare e cielo, 2000, olio su carta

(…..) Cesello di armoniose rispondenze ritmiche, l'arte di Anne non si risolve mai in un decorativismo fine a se stesso: il suo lirismo forbito, che è soprattutto emozione di effetti di luce e di colori portata a registri di raffinatissima sensibilità, esprime una visione etica della bellezza che esorcizza l'angoscia. La sua pittura, ricca di vibrazioni interiori, suggerisce un'empatica immersione nella totalità del cosmo, un atteggiamento estatico quanto struggente, lontano da ogni ostentazione, da ogni eloquenza, come dal crudo tormento dell'esistenza.




Anne Donnelly all'inaugurazione della mostra




Margaret Mazzantini, figlia della pittrice, con Sergio Castellitto all'inaugurazione




Nata a Belfast nel '32, Anne Donnelly ha trascorso parte della vita in un lungo peregrinare da Dublino, dove ha iniziato gli studi, a Madrid, dove si è perfezionata all'Escuela de Bellas Artes San Fernando, a Parigi, dove nel '56 si è iscritta all'Ecole Julienne. I suoi viaggi continuano poi nell'Andalusia, nel Marocco, nelle isole della Grecia, fino in Italia, dove si ferma per alcuni anni sulle colline toscane con la grande famiglia: 4 figlie ed il coniuge, Carlo Mazzantini, affermato scrittore e poeta, da poco scomparso. Ma è a Tivoli, alle porte della Capitale, che Anne vive stabilmente dal '67, di fronte alle bellezze archeologiche di Villa Adriana, a pochi chilometri dalla Città che la pittrice ammira da sempre. La sua attività artistica, molto apprezzata dalla critica italiana e straniera ( E. Pontiggia, P. Cahill), percorre quasi 50 anni; tra le esposizioni collettive “Colori e paesaggi irlandesi”, al Complesso del Vittoriano in Roma, nel 2000 e “Royal Hibernian Accademy”, a Dublino nel 2003. Membro della DUNA, sezione dell'International Association of women artist, Anne ha esposto anche a Boston ed a New York. Tra le personali più importanti: “Eire, festival of Irish Culture”, presso il Pontificio Collegio irlandese, a Roma; “Gregorius Exhibition”, a Tivoli (Rm) nel 2002 e la più recente monografica del 2008 a Dublino, nella prestigiosa Pappercanister Gallery, dove espone abitualmente con successo.

Anne Donnelly. L’universo poetico di “Onia”.
Galleria d’Arte “Il Saggiatore” di Carla Gugi, via Margutta 83b, Roma
Dalle 12,00 alle 19,30, escluso il lunedì
per informazioni tel: 06/3207709- fax: 06/33252518


E' vietata la riproduzione anche parziale dell'articolo e delle immagini © Copyright