Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno XIV - n.62 - Ottobre - dicembre 2019
RITRATTI e AUTORITRATTI 

LEONARDO: "La Madonna Litta" dall'Ermitage a Milano!
di Bruna Condoleo

E’ in corso a Milano al Museo Poldi Pezzoli un’importante mostra incentrata sull’opera di Leonardo da Vinci, La Madonna Litta, conservata nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, una delle più affascinanti città-museo del mondo per la sua architettonica bellezza, per i tesori d’arte, per la storia grandiosa e tragica che la caratterizza. Da quando Pietro l l’edificò dal nulla sulle sponde paludose della Nava, San Pietroburgo rappresenta una meta di straordinario interesse culturale; in questa “finestra sull’Europa”, che architetti urbanisti italiani e stranieri costruirono con ampiezza di prospettive e sontuosità, esiste uno dei Musei più prestigiosi del mondo. Ospitato nel Palazzo d’Inverno, per due secoli dimora imperiale, voluto da Caterina II e ampliato nel tempo, l’Ermitage è divenuto un complesso museale enorme, con un percorso di 24 Km., 353 sale, 3 milioni di pezzi e una pinacoteca che vanta capolavori da tutto il mondo. Nei suoi saloni rutilanti di ori, di cristalli, di mobilio prezioso, dove sono esposte opere provenienti dalle più rinomate collezioni europee, l’arte italiana è rappresentata in maniera superba. Oltre alle testimonianze del Rinascimento, del Barocco e del Neoclassicismo, tre opere, quali la scultura “Il giovane accovacciato” di Michelangelo, il dipinto “La Madonna Benois” di Leonardo e “La Madonna Litta”, anch’essa attribuita al genio vinciano, varrebbero da sole a qualificare un museo!




Leonardo da Vinci (Vinci, 1452 - Amboise, 1519). Madonna Litta. Tempera su tavola trasportata su tela, c. 1495
© San Pietroburgo, Museo dell'Ermitage, inv. ??-249



“La Madonna Litta”, acquistata dallo zar Alessandro II presso la famiglia lombarda Litta Visconti Arese nel 1865, da cui la sua denominazione, malgrado veda tuttora controversa l’attribuzione di ogni sua parte alla mano del Maestro (nel museo russo, tuttavia, è qualificata come di Leonardo da Vinci!), risulta un autentico capolavoro per la delicatezza dei sentimenti espressi e per l’atmosferico paesaggio di rocce sullo sfondo, di matrice certamente leonardesca. La presenza del latte e del cardellino della Passione, stretto nella mano sinistra del Bambino, traduce una complessa e criptica simbologia, tipica di molte altre opere del Maestro. La Madonna Litta, elaborata nella bottega che l’Artista creò a Milano nell’ultimo decennio del ‘400, è molto simile nella posizione in tralice del viso a una testa disegnata da Leonardo, conservata al Louvre e rivela una squisitezza di fattura pittorica e una concezione unitaria riferibili a un’ideazione squisitamente leonardesca. L’impianto compositivo denota una maggiore densità plastica e coloristica rispetto a opere coeve del Maestro, come ad esempio “la Vergine delle rocce”, contrassegnate dalla tecnica rivoluzionaria dello “sfumato”, opposta al chiaroscuro e capace di esaltare l’eterno divenire delle cose terrene attraverso il tratteggio e la gradazione delle tinte. Tuttavia si ritiene che tali differenze stilistiche, soprattutto evidenti nella veste della Vergine e nel corpo plastico di Gesù, possano addebitarsi alla mano di un ottimo allievo della bottega milanese, come Giovanni Antonio Boltraffio oppure Marco D’Oggiono, anche loro appassionati al tema della Madonna che allatta.



Leonardo da Vinci (Vinci, 1452 – Amboise, 1519) Testa di una giovane donna di profilo verso sinistra e disegno di un occhio. Penna e due tipi di inchiostro su carta ingiallita, incollata su carta di supporto, c. 1490 – 1492 © Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Cod. F 274 Inf. 14



Giovanni Antonio Boltraffio (Milano, 1467 – 1516) Studio per una testa di bambino che prende il latte (studio per la "Madonna Litta"). Punta d'argento, lumeggiature a biacca su carta preparata in azzurro, c. 1490 © Parigi, Fondation Custodia, Collection Frits Lugt, inv. 2886



L’analisi stilistica della tela dimostra una cura particolare nella resa dei sentimenti: la dolcezza del viso e dello sguardo materno, circonfusa da un’intima atmosfera e l’espressione stanca e appagata del Bambino, ritratto in un atteggiamento tipico di un fanciullo che allatta, sono riconducibili all’interesse di Leonardo per i “moti dell’animo”, da lui indagati per tutta la vita e di cui “Il Cenacolo” milanese è l’esempio più stupefacente e grandioso. Quest’opera bellissima e toccante, giunta dall’Ermitage l’8 novembre scorso, è ospitata nel Museo milanese Poldi Pezzoli in occasione delle celebrazioni dai 500 anni dalla morte di Leonardo; dopo 30 anni di assenza dal nostro Paese, la Madonna Littà è dunque la principale attrazione della mostra “Intorno a Leonardo”, curata da Andrea di Lorenzo e Pietro C. Marani, esposta a confronto con altre opere analoghe riferibili alla cerchia degli allievi del Genio.
L'opera è stata eseguita nel Ducato milanese dove conobbe una notevole fortuna, come dimostra il grande numero di copie e derivazioni eseguite da artisti lombardi a noi pervenute. Nell’Ottocento, inoltre, era l’opera più rinomata dell’ importante collezione di opere d’arte dei duchi Litta; in mostra è affiancata a un altro capolavoro, la “Madonna con il Bambino” del Museo Poldi Pezzoli dipinta da Boltraffio.



Giovanni Antonio Boltraffio (Milano, 1467 – 1516) Madonna con Bambino (Madonna del fiore). Olio su tavola, c. 1487 – 1488 © Milano, Museo Poldi Pezzoli, inv. 1609



Francesco Galli, detto Francesco Napoletano (Napoli ? – Venezia, 1501) Madonna con il Bambino. Olio su tavola, c. 1495 © Milano, Pinacoteca di Brera, Reg. cron. 307



Quest'ultimo dipinto, eseguito verso il 1485-1487 da Giovanni Antonio Boltraffio, il più originale fra gli allievi milanesi di Leonardo, con ogni probabilità sulla base di studi preparatori del Maestro, è accostabile stilisticamente alla prima versione della "Vergine delle rocce" conservata al Louvre. Alla metà dell'Ottocento anche la "Madonna con il Bambino" apparteneva alla collezione dei duchi Litta (fu acquistata da Gian Giacomo Poldi Pezzoli nel 1864): è quindi un'importante occasione aver riunito nuovamente a Milano, dopo oltre un secolo e mezzo, questi due straordinari e affascinanti dipinti leonardeschi. Sono inoltre esposte al Poldi Pezzoli altre opere dedicate al tema Madonna con il Bambino di Marco d'Oggiono, di Francesco Napoletano e del Maestro della Pala Sforzesca, che permettono di constatare come Leonardo e i suoi più stretti seguaci abbiano rivisitato in maniera sempre diversa il tradizionale soggetto. Fra i disegni in mostra anche un bellissimo studio di Leonardo, eseguito a punta metallica, custodito alla Biblioteca Ambrosiana, che raffigura un profilo femminile e un occhio ben delineato, molto somigliante agli occhi della Vergine dell'Ermitage. Inoltre si possono ammirare nell'esposizione milanese alcuni studi di Boltraffio che si legano alla testa del Bambino e ai panneggi della "Madonna Litta" nonché alla "Madonna con il Bambino" del Poldi Pezzoli.


Marco d'Oggiono (documentato dal 1487 – morto nel 1524) Madonna che abbraccia il Bambino. Olio su tavola, c. 1516 © Rivoli, Fondazione Francesco Federico Cerruti per l'Arte, inv. CC.13.P.DOG.1470.136



Maestro della Pala Sforzesca. Madonna con il Bambino che gioca con il rosario. Tempera su tavola, c. 1495 © Berlino, Staatliche Museen zu Berlin, Gemäldegalerie, inv. 1433


(Cs) Grazie al sostegno di Fondazione Bracco, da sempre impegnata nella valorizzazione del rapporto tra scienza e arte, è stata anche eseguita un'articolata campagna di analisi diagnostiche su alcune opere presenti in mostra, coordinata dall'Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del CNR in collaborazione con l'Università di Milano e l'Università di Milano-Bicocca. Le analisi (radiografie, riflettografie ai raggi infrarossi, UV, infrarosso in falso colore…), eseguite secondo un protocollo comune, hanno dato vita a interessanti e costruttivi confronti; hanno infatti permesso di evidenziare i diversi modi di realizzare i disegni preparatori e i dipinti da parte degli artisti che operavano nella bottega di Leonardo, a stretto contatto fra loro, in un arco cronologico ristretto: dal 1482 al 1499, appunto gli anni della presenza di Leonardo a Milano.
La straordinaria occasione offerta dalla presenza della "Madonna Litta" a Milano, accanto e a diretto confronto con altre opere eseguite dagli allievi di Leonardo negli stessi anni, consente di illustrare al pubblico, in modo estremamente semplice e didattico, come nasca e come si modifica nel tempo l'attribuzione di un'opera d'arte. L'esame dei documenti di archivio, delle informazioni sulla provenienza collezionistica e sulla fortuna critica, delle analisi diagnostiche e infine lo studio degli elementi "formali" e stilistici hanno consentito agli studiosi di avanzare ipotesi, spesso divergenti, sulla paternità delle opere, utilizzando vari elementi, oggi arricchitisi di nuovi strumenti scientifici, presentati nella mostra accanto agli stessi dipinti. I dati acquisiti dalle analisi scientifiche condotte sulle opere sono presenti grazie a un apparato multimediale di supporto, nonché pubblicati e consultabili, con libero accesso da parte di tutti gli utenti, anche sul sito internet del Museo Poldi Pezzoli e di Fondazione Bracco.
Per tutta la durata dell’esposizione sono inoltre organizzate diverse attività didattiche collaterali: visite guidate su prenotazione per il pubblico e le famiglie, itinerari didattici per le scuole e per i bambini, un ciclo di conferenze sui temi della mostra, affidate a specialisti degli argomenti affrontati e aperte a tutte le categorie di pubblico e un ciclo di laboratori dedicati al disegno e alle arti decorative, in collaborazione con Fondazione Cologni dei Mestieri. L’esposizione milanese, all’interno del Palinsesto “Milano e Leonardo 500”, ennesimo doveroso omaggio al Genio vinciano, terminerà il 10 febbraio 2020. (Cs)

Nota bene. In home page: foto di Anonimo intagliatore lombardo; Madonna che allatta il Bambino entro una nicchia. Xilografia, ante 7 maggio 1492, In Bernardino Busti, Mariale, Milano, Ulrich Scinzenzeler, 7 maggio 1492, carta a1 verso / fol. a1 verso © Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, inv. AM.10.035



Bruna Condoleo, storica dell'arte, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte




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