La mostra “Giuseppe De Nittis. La rivoluzione dello sguardo” in corso a Ferrara a Palazzo dei Diamanti, è un’originale rassegna delle opere di un pittore italiano di fine '800 molto innovativo, che è riuscito a rappresentare il proprio tempo con uno stile accattivante, caratterizzato da immediatezza espressiva e originalità tecnica.
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Giuseppe De Nittis: Westminster, 1878. Olio su tela, cm 110 x 192. Courtesy Marco Bertoli
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Nato in Puglia a Barletta nel 1846, ribelle a qualsiasi insegnamento tradizionale, Giuseppe De Nittis scopre ben presto la libertà di dipingere dal vero e fonda a Napoli nel 1863 la Scuola di Resina che, contrapponendosi alla pittura di storia, promuove una pittura di paesaggio, libera da tutti i condizionamenti letterari o accademici. Nel 1867 compie il suo primo viaggio a Parigi, dove si trasferisce definitivamente cinque anni dopo; qui l’artista fa velocemente conoscenza dei pittori impressionisti, in particolare di Caillebotte e Degas, che lo invitano a partecipare nel 1874 alla prima esposizione della Nouvelle peinture, presso lo studio del fotografo Nadar . A contatto con questi innovativi pittori della luce atmosferica, De Nittis dipinge molti soggetti e scene all’aria aperta, ritraendo spesso la sua donna, Léontine, in barca, sull'acqua o in giardino. Léontine Gruvelle, che De Nittis sposa nel 1869 alla vigilia dei suoi esordi al Salon, fu per l'Artista musa e ispiratrice: egli la ritrae in diverse pose, da sola o assieme al figlio Jacques con pennellate veloci e visioni rarefatte. «Giornata di inverno» è senza dubbio il ritratto più elaborato e anche più rappresentativo di Léontine: il pittore guarda la sua donna seduta davanti a una finestra oltre la quale si scorge un magnifico paesaggio di neve!
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Effetto di neve, c. 1880. Olio su tela, cm 54 x 73. Barletta, Pinacoteca Giuseppe De Nittis
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Alle corse di Auteuil – Sulla seggiola, 1883. Olio su tela, cm 107 x 55,5. Barletta, Pinacoteca Giuseppe De Nittis
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La sua pittura, qualunque sia il soggetto prescelto, si mostra immediatamente come l’immagine della gioia e dell'istante fugace, interessata a cogliere fatti quotidiani, eventi cittadini e passeggiate con la rapidità impressionista acquisita nell’ambiente dei pittori parigini. «De Nittis è il vero e talentueux paesaggista delle vie parigine» scriverà Jules de Goncourt nel suo Giornale nel 1883 e sono infatti poetici i quadri che immortalano le strade, le rive della Senna e i ponti che scavalcano il fiume. Dal 1873 al 1874 il pittore lavora anche a Londra dove dipinge l'animazione della città moderna con una grande attenzione per il dettaglio e un realismo carico sempre di inventiva cromatica. Accanto a questa produzione ufficiale si dedica con particolare efficacia a una serie di paesaggi "atmosferici", influenzati dall’arte di Turner e di Whistler, originali esponenti del romanticismo inglese, rappresentando spesso Westminster con le caratteristiche torri immerse nella nebbia, un panorama celebre anche per essere stato immortalato da grandi impressionisti. Il suo gusto per le inquadrature insolite, infatti, suggerisce rimandi evocativi alle tele dipinte sugli stessi soggetti da Monet e da Manet!
Tornato a Parigi, i campi di corse di Auteuil e di Longchamp diventano uno dei temi preferiti da De Nittis; luoghi di incontro e di socievolezza, essi offrono al pittore l'opportunità di ritrarre non tanto i cavalli in corsa e i loro dinamismi, alla stregua di Degas, quanto le eleganti silhouettes delle signore parigine che sistemano l’ occhialetto per vedere una carrozza lanciata al trotto o stanno in piedi su una sedia per spiare l'arrivo del cavallo vincitore.
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Nel grano, 1873. Olio su tela, cm 33 x 25. Collezione privata
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Al Bois, 1873. Olio su tela, cm 20 x 30. Courtesy Archivi Boldini-De Nittis-Zandomeneghi
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Con Manet e Degas l’artista è tra i primi a sperimentare la tecnica del pastello nelle opere di grande formato ed è tra i migliori esponenti del “giapponesismo” in pittura, sapendo proporre, soprattutto nelle opere tarde, particolari arditezze compositive. Nel percorso espositivo della mostra ferrarese alle opere di De Nittis è affiancata un’ampia selezione di fotografie d’epoca firmate dai più importanti autori del tempo, da Charles Marville a Gustave Le Gray, da Alvin Coburn ad Alfred Stieglitz, oltre ad alcune delle prime immagini in movimento dei Lumière, con il fine di evidenziare il contributo del pittore alla comune creazione del linguaggio della modernità.
Tra le ultime tele del pittore pugliese vi è l’incantevole «Colazione in giardino», in cui ritrae intorno alla tavola imbandita la moglie Léontine e il figlio, mentre sulla tovaglia un tovagliolo sgualcito sembra evocare tristemente l’ assenza dell’artista. il 21 agosto 1884 De Nittis muore improvvisamente per una congestione cerebrale. “La morte di quest’uomo di trentotto anni – scrive de Goncourt dopo la sepoltura al cimitero Père Lachaise - di questo ragazzo così gentile, così fine nel colmarvi di gioia e piacere, di questo pittore così pittore, tranne che per gli invidiosi e i nemici, ha suscitato una simpatia del tutto naturale ed è commovente e meraviglioso il lusso dei fiori posati sulla sua bara”.
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Léontine in canotto, 1874 Olio su tavola, cm 24 x 54. Collezione privata
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La mostra, organizzata in collaborazione con il Comune di Barletta, è a cura di Maria Luisa Pacelli (conservatrice delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara), Barbara Guidi (conservatrice delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara) e Hélène Pinet (già responsabile delle collezioni di fotografia e del servizio di ricerca del Musée Rodin di Parigi). La rassegna è accompagnata da un catalogo illustrato che, grazie all’apporto di insigni studiosi, approfondisce alcuni temi ancora poco indagati, come il rapporto tra l’artista e la fotografia coeva, l’interazione con le dinamiche del mercato che hanno segnato la fin-de-siècle, le tecniche pittoriche utilizzate e il ruolo decisivo della moglie Léontine nella carriera del pittore.
La mostra “De Nittis. La rivoluzione dello sguardo” si concluderà il 13 aprile 2020.
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Alfred Stieglitz: Giorno di pioggia a Parigi, 1895. Photogravure, cm 9 x 16. Parigi, Musée d'Orsay
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Bruna Condoleo, storica dell'arte, curatrice di mostre e di cataloghi d'arte
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