Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Rivista bimestrale - Anno VI - n.26 - Novembre-dicembre 2010
FULMINI e SAETTE  



LA POSTA

Questo spazio, messo a disposizione dei nostri lettori, intende tuonare contro l'omologazione del cattivo gusto, l'inciviltà, l'abusivismo e la negligenza delle autorità preposte alla tutela dei Beni Culturali e ambientali.
Proponiamo le vostre lettere in tempo reale.



Sono arrivate in redazione centinaia di lettere relative all'incuria colpevole delle autorità italiane che ha procurato il crollo della domus dei gladiatori a Pompei. Ne pubblichiamo tre che riassumono le lamentele, gli anatemi e i diversi parei dei lettori di Ars et Furor.

Vergogna senza fine!

Era prevedibile: prima la Domus Aurea neroniana, ora la Casa dei gladiatori, domani che altro?! Decine di anni di abbandono, incuria e mancanza di provvedimenti adeguati, di tutela e di manutenzione ordinaria, ma soprattutto mancanza di fondi da utilizzare per quello che non è soltanto un patrimonio culturale preziosissimo da lasciare ai posteri, ma anche una risorsa economica per l'Italia, sempre sottovalutata e non incentivata a dovere. Vergogna senza fine, per tutti i governi, per tutti i ministri che non hanno amministrato nulla, che non sono mai stati attenti ad un bene così importante, unico, raro, che è quello dei beni culturali. A parte i giudizi degli stranieri, io penso all'Italia, così vilipesa, e con Dante dico "aih serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello..", non avendo trovato espressioni poetiche più azzeccate di queste!

Mauro M. da Caserta

 

I rimedi ci sarebbero... non c'è la volontà!

A proposito del danno gravissimo accorso a Pompei, dopo aver fatto le debite considerazioni (ingiurie a chi ha permesso questo scempio ed altri sentimenti comprensibili, non esprimibili in rete...), vorrei proporre un modo utile e pratico per evitare questi eventi catastrofici. A Milano esiste per il Duomo una squadra di restauratori che continuamente fanno un monitoraggio sulla salute del monumento e nei casi d'urgenza utilizzano tutti i i migliori e più sofisticati mezzi per intervenire. Ora, con questo espediente semplice ed efficace, ovvero con la creazione stabile di equipe di restauratori per i più importanti monumenti o siti archeologici, non solo si eviterebbero gli incidenti più gravi, ma si darebbe lavoro ai tanti bravissimi restauratori italiani che sono a casa, in attesa di un impiego, mentre, si sa, sono considerati dal mondo intero i migliori operatori del settore! La verità è che non c'è la disponibilità politica a considerare seriamente il problema della salvaguardia e della tutela dei Beni culturali: basta vedere i tagli spaventosi nella finanziaria!

Giustina F. da Como

 

Il Bel Paese sta crollando!

Ho letto su un quotidiano che piove sull'altare della meravigliosa Chiesa di S. Maria delle Grazie a Milano. E' questa un'opera architettonica rinascimentale, costruita dal Bramante, che conserva nel Refettorio L'ultima Cena di Leonardo da Vinci. Non stiamo quindi parlando di una chiesetta di campagna, ma di un capolavoro d'architettura italiana, che conserva un altro capolavoro assoluto. Bene, anzi, male, dal momento che oltre all'acqua, sull'altare si è trovato del salnitro che secondo gli esperti farebbe pensare ad una caduta dell'intonaco e dei pigmenti di colore dalla cupola. Se non erro, la chiesa è dello Stato e dunque è lo Stato che deve provvedere al ripristino immediato, senza attendere che il tutto si sbricioli e si perda definitivamente.

Luigia R. da Cuneo



La vendetta del Tempo!

La questione della conservazione, del restauro e della valorizzazione dei Beni Culturali in Italia, a mio modo di vedere, resterà perennemente oggetto di discussioni e di aspre contese, lasciando irrisolti i numerosi problemi che la concernono. Il motivo principale determinante deriva dal fattto che si ignora un aspetto fondamentale di essa.. Non so se per incapacità di valutare l’importanza sostanziale di un qualsiasi bene o per voluta scelta finalizzata alla speculazione sistematica da parte dei soliti sfruttatori delle situazioni favorevoli con la connivenza della pubblica amministrazione a tutti i livelli, specialmente locale. Non prendiamoci in giro: molti beni culturali, persino alcuni di quelli che farebbero parte del cosiddetto patrimonio dell’umanità sotto la protezione dell’Unesco, andrebbero coraggiosamente e definitivamente distrutti, non restaurati né conservati, in quanto non solo improduttivi, ma anche voragine di risorse spesso incrementate ad arte per la ben nota disonestà. Volete un esempio? Le Mura Latine a Roma e – tanto per provocare maggiormente – il famigerato e famoso Colosseo. Ma quanti altri emblematici esempi si potrebbero citare non solo a Roma, ma anche in tutte le parti d’Italia, per non parlare degli scavi archeologici. Non so se è chiaro il mio punto di vista, ma è meglio scoprire le carte fino in fondo. Si parla sempre dei tagli alla cultura condannandone l’iniziativa e la decisione resa operativa, ma mai che qualcuno, uscendo fuori dal coro, condanni gli sprechi, l’incompetenza e l’inopportunità di certi interventi, cioè quando il bene è irrecuperabile e spesso si rivela un inutile intralcio ad opere di costruzione, ricostruzione e ammodernamento ove necessario. La Domus dei Gladiatori a Pompei è crollata: finalmente! Che ci stava a fare quel monumento alla barbarie? Però si grida allo scandalo e si condannano ignoti autori dell’incuria e specifici responsabili che negano le necessarie risorse. Siamo forse interessati a ripristinare gli antichi Ludi Circenses e che quindi c’è bisogno di addestrare nuovi gladiatori? Credo proprio di no. Comunque, per farla breve, voglio qui dare un consiglio valido per tutti quanti i cultori delle antichità e belle arti e per gli amministratori della cosa pubblica: nel caso di specie, siano rimosse le macerie, si ripulisca l’area e si affigga una lapide con su scritto: IN MEMORIA DEI GLORIOSI GLADIATORI, VITTIME DELL’INCURIA UMANA E DELLA VIOLENZA DEL TEMPO CHE TUTTO TRAVESTE. Quindi si proceda al restauro, alla conservazione e valorizzazione dei beni possibili per una migliore fruizione.

ariscannabue

 

Ritrovamenti preziosi grazie ai restauri!!

Ho appreso che a Bologna, in occasioni di restauri ad una chiesa cinquecentesca, in via Parigi, decorata dalla bottega di Annibale Carracci, è stato miracolosamente ritrovata, sotto il pavimento, una cripta medioevale, dipinta con affreschi attribuibili a Giunta Pisano, di cui nulla si sapeva finora. Si tratta di una bellissima Crocefissione che il tempo aveva cancellato dalla memoria e che ora, grazie ai restauri, è venuta alla luce ricollegando la storia all'arte e aprendo un nuovo e interessante capitolo per la Città. La mia considerazione è questa: le attività di restauro, tanto bistrattate e poco pagate, sono spesso, anche involontariamente, opportunità di scoperta di altri capolavori, inghiottiti dal tempo!

Lisetta P. da Sarzana

 

Possibili "rimedi", anche se tardivi, al deterioramento dei beni culturali

Sono un lettore attento ai problemi della conservazione del Patrimonio artistico italiano e della sua valorizzazione per i posteri. Dopo il grave crollo a Pompei e le ripetute disgrazie accorse ad altre testimonianze preziose della nostra cultura (cito ad esempio il portale della chiesa di Gela), voglio associarmi ad una proposta intelligente lanciata dal Sunday Telegraph, che pochi giorni fa recitava quanto segue: Il patrimonio culturale dichiarato dall'Unesco patrimonio "universale" dell'umanità deve eserre tutelato dal mondo intero che ne gode e ne usufruisce, pertanto tutte le nazioni devono contribuire al restauro di beni particolarmente significativi, come Pompei, per l'intera collettività umana. Fermo restando, s'intende, da parte mia, il rifiuto dell'esecranda consuetudine dei governi di "non fare manutenzione ordinaria" di capolavori tanto unici, e ciò non avviene soltanto in Italia, ma anche all'estero, ad esempio, a Machu Pichu in Perù, che sta morendo nel disinteresse generale!

Patrizio R. da Siena

 






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