Due anni
fa usciva la bella autobiografia “Una vita sul filo di lana”,
edita da Rizzoli, in cui l’autore, lo stilista e imprenditore
Ottavio Missoni, all’età veneranda di 90 anni, descriveva
con passione la sua esistenza, l’amore per lo sport, la scoperta
del suo talento artistico, la creazione di un “impero”
sorto grazie all’inventiva e al coraggio personali. Il titolo
del libro rivela anche, nel suo sottile doppio senso, l’ironia
di Missoni, la sua capacità di affrontare la vita con ottimismo,
di perseguire le proprie passioni, ma anche la volontà di
comprendere gli altri.
Dopo l’esperienza della seconda guerra mondiale e della prigionia,
tornato a Trieste, Missoni fu sul punto di emigrare, ma fortunatamente
decise di rimanere in Italia dove iniziò la sua esperienza
di piccolo imprenditore. Nella sua carriera da olimpionico, che
fin dai 14 anni aveva iniziato, conquistò ben 8 titoli italiani
nell’atletica, fino al 1950, in cui arrivò quarto ai
campionati europei; tuttavia nel ’58, dopo aver aperto un
piccolo laboratorio di indumenti a Gallarate insieme alla moglie
Rosita Jelmini, arrivò l’occasione della vita, ovvero
la richiesta di produrre 500 abiti per la Rinascente. Da quel momento
Ottavio Missoni e Rosita iniziarono un’attività di
successo, coniugando capacità manageriali, apporto della
tradizione artigianale e forza inventiva; dopo aver costruito nel
’69 lo stabilimento di Sumirago, in provincia di Varese, lo
stilista cominciò l’ideazione di una collezione di
capi in maglieria che costituirono un’assoluta novità,
sia per le forme, sia per i colori, ma soprattutto per la tecnica
realizzativa e per l’eccellenza dei materiali.
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Abiti da donna e da uomo, maglioni, pantaloni
e cardigan, foulard e arazzi, tutto dalle tinte smaglianti, con
motivi di patchwork, righe e intrecci geometrici, accostamenti inediti
di colori e il caratteristico zig zag: un turbinio raffinato di
linee e di cromie, che rappresentò un vero unicum nel panorama
della moda degli anni ’70 e che gli americani definirono “put
together”! L’artisticità delle sue creazioni
lo fece definire dal pittore Balthus “maestro del colore”
e infatti decine di mostre nei più prestigiosi musei del
mondo gli sono state dedicate, assieme a riconoscimenti e premi
per la sua carriera, a New York, come a Tokio, a Milano come a Londra.
Dagli anni ’70 fino alla sua morte, avvenuta il 9 maggio 2013,
l’Azienda Missoni ha continuato a creare meravigliosi e dinamici
abbigliamenti, sempre diversi eppure riconoscibilissimi per stilemi
e per eleganza.
Il nome di Missoni fa ormai parte integrante di quel rinnovamento
della moda che dagli anni ’70 ad oggi ha visto apparire una
seconda generazione di stilisti di grande valore, dopo Valentino:
da Armani a Versace, da Trussardi a Ferrè, da Biagiotti a
Krizia, da Fendi a Dolce & Gabbana. Ottavio e Rosita Missoni
hanno prodotto un tipo di maglieria creativa, in cui i due protagonisti
sono il filato e il colore. Sovrapposizioni, motivi etnici provenienti
da lontani paesi, astrazioni geometriche, linee di forza memori
del dinamismo futurista, caratterizzano lo stile di Missoni in tutto
il mondo e siamo certi che, anche dopo la sua scomparsa, il marchio
perseguirà i successi già ottenuti, portando alta
la bandiera della creatività italiana.
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