Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno IX - n.40 - Aprile - giugno 2014
IL COSTUME NEI SECOLI  

DISSERTAZIONI SULLA MODA


La nuova generazione di stilisti italiani: Davide Rovatti

di Bruna Condoleo




Per Davide Rovatti, nato a Bologna 36 anni fa, la passione per la moda si manifesta sin da bambino in un ambiente in cui la nonna e gli zii sono bravissimi magliai e una sorella è un’esperta confezionista di abbigliamento. Dopo aver ricevuto in dono un bozzetto da parte di uno stilista famoso, Davide Rovatti capisce quale sia la sua vera vocazione: il mondo della moda. Perciò affronta studi appropriati, al termine dei quali trova impiego come assistente in un laboratorio di confezioni, dove apprende l’aspetto più autentico della creazione sartoriale. In seguito si occupa della vendita d’abbigliamento presso famosi brand, come Ralph Lauren, Loro Piana, Hermés, Cartier, da cui riceve anche un primo premio per un suo progetto che viene sviluppato su scala mondiale. Presso le importanti maisons impara l’estremo rigore, il savoir-faire, l’impegno, il significato della moda e l’importanza della ricerca che non lo abbandonano mai.
Nell’ambito dell’ abbigliamento maschile egli sente la necessità di dar vita a una più ampia varietà creativa, con uno sguardo al passato, ma in una chiave di rivisitazione raffinata e piena di glamour. I suoi primi passi sono completamente autogestiti, ma rappresentano già in modo chiaro la sua personalità, permettendogli anche di vestire alcuni importanti esponenti del mondo dell’arte e della cultura.






Lo sguardo verso la storia del costume è d’obbligo per uno stilista: l’abito maschile, fino alla fine del 1700, è stato improntato alla stessa fantasia e ricchezza decorative dell’abbigliamento femminile, ma all’inizio dell’800 ha seguito una via opposta, ad iniziare dal colore, con la prevalenza assoluta del nero, che, paragonato alla policromia degli abiti settecenteschi, ha rappresentato una vera rivoluzione del gusto. L’abito maschile ottocentesco, infatti, è composto da 3 elementi essenziali: gilet, giacca e pantaloni, sempre più austeri nella foggia e nel colore e tendenti ad assecondare nella linea le forme del corpo. Tuttavia la giacca subisce un mutamento durante il corso del XIX secolo trasformandosi in un elemento unitario, la famosa “redingote”, dal taglio impeccabile e dal tessuto a tinta unita. Da quel momento storico non saranno più i broccati preziosi e le fogge stravaganti a differenziare gli uomini e le classi sociali, ma il taglio perfetto dell’abito e la linea rigorosa. In questo contesto la figura di George Bryan Brummel è paradigmatica: personaggio simbolo del dandismo, arbiter elegantiarum della corte inglese, egli ha incarnato il concetto moderno della vera eleganza, che risiede nella sobrietà ricercata, nel buon gusto, nella distinzione dei modi e del portamento.





A riguardo delle creazioni di Davide Rovatti si può asserire che la moda maschile da lui proposta sia un incontro felice tra l’ eleganza moderna e la raffinatezza di stili storici più antichi, in cui la preziosità dei materiali, senza eccessi nella leziosità, e la perfezione innovativa dei tagli siano gli elementi caratterizzanti.
D. Rovatti: Da ragazzo immaginavo sfilate meravigliose con le mie creazioni, soprattutto dopo aver ricevuto in dono il bozzetto di uno stilista famoso.
B. C.: Cosa ti ispira maggiormente nella tua ideazione di abbigliamento maschile?
D.R.: Guardare e scegliere, toccare le stoffe, sentire gli umori della gente, vivere insomma, sono gli elementi che mi ispirano; il passato lo considero con rispetto ma ne utilizzo gli elementi fondamentali dell’eleganza per proiettarmi poi nel futuro.
B.C.: In cosa consiste la caratteristica delle tue collezioni ?
D.R.: La moda è certamente un ciclo al quale non ci si può sottrarre, anche volendo, poiché essa rappresenta il tempo in cui si vive, lo stato d'animo di chi la indossa, il nostro modo di pensare e di raccontarci agli altri. Le mie linee tendono all’essenzialità, ma hanno anche un preciso “carattere” e sono rivolte alla mia idea di futuro. Non ho paura di creare abiti differenti rispetto alle tendenze correnti, anche solo per il colore o per qualche particolare, per me molto importante. Ad esempio, le mie giacche hanno forme ed elementi innovativi, come le stoffe elaborate, i colori chiari, i risvolti geometrici, le asimmetrie dei colli e le rifiniture di toni contrastanti.








B.C.: Quanto ha contato l’esperienza scolastica nell'indirizzare la tua futura professionalità?
D.R.: Le scuole di moda da me frequentate sono state un viaggio tra sogno e realtà, dure e appassionate assieme. A Bologna, mia città natale, ho avuto le prime esperienze nel campo; poi ho lavorato presso importantissimi Brand che mi hanno fatto scoprire la vera creatività e mi hanno molto maturato.
B.C.: Quando è nato il desiderio di metterti in proprio per esprimere una tua visione dello stilismo maschile?
D.R.: La voglia di dare una mia personale idea di moda è esplosa qualche tempo fa, quando ho cominciato a creare abiti per uomo firmati con il mio nome. Io credo, come ho già accennato, che l'abbigliamento maschile abbia bisogno di un cambiamento sostanziale e di una varietà maggiore di proposte, in quanto trovo il guardaroba attuale completamente assopito. Nel passato l'uomo si è sempre vestito in maniera ricercata: il vestirsi era sinonimo di importanza e di appartenenza a un determinato ceto sociale. Anche in natura il maschio è quasi sempre il più bello esteticamente per poter conquistare la femmina. Dunque, prendendo spunto dalla natura, auspico un rinnovato e più libero modo di vestire l’uomo.
B.C.: Ti piacerebbe proporre una moda al femminile?
D.R.: Sì, infatti l'ultima sfida è creare abbigliamento da donna, incentrata sulla maglieria, ovvero su capi estremamente raffinati ed eleganti, utilizzando materiali singolari, come già avviene nelle mie collezioni per l’uomo, che sono di altissima qualità e frutto di un nuovo design, disinvolto e inedito, anch'esso dedicato al mio concetto di futuro.





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