Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno IX - n.42 - Ottobre - dicembre 2014
IL COSTUME NEI SECOLI  
DISSERTAZIONI SULLA MODA


"Rdress": l'abito, una tela d'autore!

di Bruna Condoleo


Il connubio moda e arte è una realtà nata tangibilmente nel secondo dopoguerra, quando alcuni geniali stilisti, primo fra tutti il francese Yves Saint Laurent, creano collezioni ispirate ai grandi interpreti della pittura del ‘900. Riferimenti all’opera di artisti innovatori, come ad esempio a Piet Mondrian e alle sue perfette geometrie, rivelano quanto i più rinomati stilisti europei, dagli anni ’50 in poi, ritengano importante istituire con l’arte figurativa un rapporto privilegiato che garantisca alle loro creazioni l’appartenenza a un mondo non soltanto di altissimo livello artigianale, ma anche di autentica artisticità.
Bisogna tuttavia sottolineare che negli anni tra le due guerre mondiali fu proprio una stilista italiana, Elsa Schiapparelli, a dare inizio al felice connubio moda-arte, grazie alle frequentazioni con le personalità più originali del Surrealismo e del Cubismo. Le collezioni della Schiapparelli, spesso ispirate alle immagini surrealiste dell’amico e collaboratore Salvator Dalì, mostrano fantasia e desiderio di sperimentazione nella scelta di linee inedite, di colori e di stoffe originali. Né si deve tralasciare l’apporto fecondo del Futurismo che nel campo della moda è stato antesignano di idee, forme e materiali veramente rivoluzionari, grazie alla poliedrica creatività degli stessi artisti futuristi, come Giacomo Balla, Ernesto Thayhat e Fortunato Depero.








Nei primi anni ’60, le nuove tendenze estetiche della pop art e dell’optical art diventano anch’esse un campo fertile da saccheggiare da parte di stilisti emergenti, più aperti alle novità della cultura figurativa contemporanea, per adeguarsi alle mutazioni dei tempi.
Nella società del 2000, definita postmoderna, in cui dominano l’incertezza e la labilità, appare invece più difficile proporre modelli creativi e lo stesso concetto di “stile”, fondamentale fino a qualche decennio fa, sembra oggi poco proponibile, perché non più associabile a riferimenti valoriali condivisi dai più. In un mondo che i sociologi definiscono frammentario, in cui dominano le “tribù”, appare difficile la rinascita di una “moda” che esprima un codice accettato dalla maggioranza; ma sappiamo bene che tutto cambia in breve tempo e già nel momento in cui si parla di fine del sistema moda, probabilmente si sta preparando un nuovo assetto futuro!
In un clima culturale e sociale così mutevole, ma anche foriero di potenzialità, s’inserisce il progetto di Rdress, un brand giovane e raffinato che propone un modo personalizzato di creare moda, in cui il rapporto fra opera d’arte e stilismo nasca da un’ impostazione originaria.
Un’artista già affermata, Raffaela Quaiotti, una sartoria che utilizzando tessuti esclusivi di pura seta, stampati con i disegni delle sue tele, realizza su misura abiti femminili e accessori maschili: questo l’originale progetto di "Rdress"!







Non si tratta pertanto di una generica e occasionale ispirazione al mondo dell’arte figurativa, ma di un’esperienza totale nella quale i due momenti creativi, dipinto e abito, si amalgamano completamente.
Tubini, completi pantaloni, abiti da sera e ancora foulard, cravatte e camicie maschili, rifulgenti dei vividi colori usati dall’artista, rendono l’abbigliamento come un’opera d’arte da vivere in ogni momento della giornata, esaltando l’esteticità del vestito, valorizzando il concetto di bellezza, che significa rigore formale e armonia cromatica. Le opere di Raffaela Quaiotti, alla base del progetto Rdress, traducono la sua articolata formazione artistica che spazia dalla decorazione pittorica e plastica alla realizzazione di tappeti e di arazzi; un gusto, il suo, tendente all’astrazione formale e alla sintesi espressiva. Quest’ultima si coniuga con la predilezione per tinte brillanti e decise d’ispirazione fauve, che per l’equilibrata giustapposizione di toni caldi e di toni freddi ricordano l’esplosiva tavolozza di André Derain. Anche se sulle stoffe s’intuiscono tracce di elementi figurativi, spesso di valenza simbolica, tra le pieghe morbide di abiti dalla linea volutamente essenziale spiccano soprattutto le sciabolate di energia cromatica, elemento prioritario dello stile dell’artista.
Quello di Rdress, artwort luxury clothing, è dunque un modo di concepire la moda come un valore d’alto significato estetico, espressione della personalità di chi la indossa, non affollamento di segni casuali e di indicazioni frammentarie, ma stile personale, denso di significati artistici e culturali.
La moda può diventare arte? Qualche volta è possibile!








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