Abbigliamento maschile del '700, detto " giustacuore"
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Giustacuore: i ricami preziosi con fili metallici (part.)
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Al pari del Victoria and Albert Museum di Londra o del Musée de la Mode et du Costume di Parigi, molte gallerie e musei italiani conservano rare collezioni di abiti d’epoca; fra questi il museo Braschi di Roma, che fino all’estate prossima espone alcuni originali costumi settecenteschi nell’ ambito della bella mostra dedicata al pittore vedutista Antonio Canal, detto Canaletto. Nell’ammirare esemplari magnifici di abiti del ‘700 veneziano restiamo ammirati dall’accurata fattura e dai materiali preziosi con cui erano realizzati; immaginiamo balli settecenteschi con eleganti dame, strette nei loro bustini, da cui si aprivano gonne sostenute dal “panier” (una “cesta”, ovvero una struttura circolare inizialmente fatta di vimini, rialzata ai fianchi), oppure pensiamo ai salotti letterari, dove le menti illuministe del secolo discutevano di scienze e di filosofia, mentre raffinati cicisbei, abbigliati con attillate marsine (o giustacuore) di seta e preziosi gilet, s’intrattenevano in lieti conversari con le dame. |
Abito di broccato di seta, detto "andrienne"
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Il bustino steccato e le decorazioni sovrapposte
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Particolare dell'andrienne: il mantello ricadente
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Non dimentichiamo che la moda veneziana, famosa in tutta Europa, aveva reso la città lagunare la più ambita e ricercata meta per viaggiatori, studiosi, aristocratici, artisti, ma anche luogo di piaceri materiali, come il celebre Carnevale, che prometteva a chiunque libertà e licenze d’ogni genere. Grazie alla bautta (maschera) e al tabarro (mantello) tutti, nobili e plebei, uomini e donne, potevano godere dell’anonimato per vivere senza freni un periodo dell’anno che da ottobre giungeva fino alla Quaresima: il Carnevale appunto!
E’ strabiliante riscontrare quanto le calzature femminili di tre secoli fa, munite da tacchi a rocchetto, cinturini e nastri, siano somiglianti alle moderne scarpe! I tessuti degli abiti delle donne, dai tenui colori pastello, rosa, azzurro, verde pallido, grigio perla, erano in taffetas broccato con fili d’oro e d’argento, ricamati e impreziositi da ruches; la mise più alla moda era caratterizzata da una sopravveste che scendeva sulla schiena come un leggero mantello (andrienne), mentre sul decolletè delle dame si aprivano generose scollature quadrate.
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Bustier di broccato di seta ricamato a fiori (part.)
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Abito da pomeriggio con gonna sostenuta dal "panier"
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Oltre a denotare la bravura manifatturiera e sartoriale, i costumi settecenteschi rivelano l’agiatezza dei ceti aristocratici, le consuetudini di vita di classi sociali opulente che avrebbero visto, al declinare del secolo XVIII, la fine della loro lunga supremazia politica ed economica, durata quasi 5 secoli. Anche le fogge degli abiti maschili, realizzati con tessuti preziosi, dalle tinte pastello e dal taglio impeccabile, rimandano l’immagine di un mondo raffinato ed elegante, anche se spesso troppo lezioso per l’ uso eccessivo di ricami e di merletti. Ammirando le calze ricamate, le fibbie d’argento sulle scarpe affusolate, i gilet di seta e di velluto operati, impreziositi da paillettes e da bottoni di madreperla, ci rendiamo conto che nel secolo dei Lumi e dell’Encyclopédie la ricerca del “bello” è molla di ogni scelta e l’aspirazione di gran parte della società che deteneva il potere. L’evoluzione storica del costume, infatti, non è soltanto un settore della cultura destinato a specialisti, né un aspetto marginale che riguarda le abitudini sociali e il folklore, ma è soprattutto uno status symbol, l’esteriorizzazione tangibile dei privilegi di pochi, il riflesso del gusto dominante in una determinata epoca e dei mutamenti avvenuti nel tempo; pertanto il suo studio riveste un’importanza significativa nella conoscenza della storia di un popolo. L’abito è sì oggetto del desiderio, espressione di una sapienza tecnica ed estetica propria della manualità umana, che ha molte affinità con l’arte considerata “maggiore”, ma è anche elemento significante e metaforico di un' età e di una cultura, della sua pregnanza e dei suoi limiti.
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Carrozza settecentesca con stemmi e decorazioni dipinte
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Carrozza aristocratica (part.)
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