L'arte, che annosa questione! È innovazione, tradizione, tecnica, oggetto popolare o linguaggio ad appannaggio di pochi? Deve avere una funzione salvifica, essere al servizio del potere, seguire l'ideale universale del bello o essere funzionale? Probabilmente è tutto questo e molto di più. Quello che suggeriscono Mariano Cohn e Gastón Duprat, i registi dell'acclamata pellicola presentata alla seconda edizione del Festival Internazione del Film di Roma, ottenendo successo di pubblico e critica, è che l'arte non può essere etichettata, che è libera, priva di bandiere e di padroni, espressione suprema di un'età o di un momento, madre severa e al tempo stesso seno consolatorio. Se si prova ad imprigionarla appiccicandole sopra una definizione, perde la sua forza, la sua potenza creatrice e distruttrice al tempo stesso. Quando ci si azzarda a definirla, invece, si rischia di cadere nel ridicolo.
Ironica e brillante commedia costruita di un virtualismo visivo da cinema di altri tempi, “ El Artista ” è la storia di Jorge, infermiere senza interessi e passioni che scopre il talento nel disegno di un suo anziano assistito e si appropria delle opere spacciandole per proprie; attirando così l'attenzione del circuito delle gallerie d'arte, diventa, nell' ingegnosa e minimalista messa in scena degli autori, terreno fertile per una sarcastica messa alla berlina di critica e mercato artistico.
Le tematiche sono quelle care agli esistenzialisti francesi: dalla "nausea ” sartiana allo “ Straniero ” di Albert Camus, il tutto condito di un' ironia deliziosa che dà al film il sapore delle pellicole eleganti ed acute. Jorge, fluttua con totale estraneità in un mondo impazzito nel tentativo di afferrare l'inafferrabile, tutto preso a definire quello che non può essere definito. Un acuto sguardo sul mercato dell'arte, sulle mostre, sui critici, sui paroloni privi di senso che vagano nell'aria con la consistenza di una bolla di sapone. Come Meursault, il protagonista del libro di Camus, Jorge rimane estraneo ai fatti della vita e alla rivoluzione che si muove intorno a lui. Sono gli altri che, come parassiti, giovano del suo inaspettato successo. Le opere che l'anziano invalido realizza e sulle quali Jorge appone la propria firma, suscitano ammirazione e il plauso della critica, ma nessuno arriva a comprenderle, a capirle sul serio.
Nel film non vengono mostrati quadri a sottolineare la fragile inconsistenza dell'arte contemporanea. Costruito come un affresco rinascimentale, del quale non imita i colori, ma la perfetta composizione geometrica, la capacità cioè di trasmettere attraverso un immediato impatto visivo il rapporto tra i soggetti raffigurati, El artista è un chiaro inno all'arte. È un grido d'amore, il canto del cigno nell'era della tecnologia digitale, delle immagini di pessimo gusto, del cinema veloce e dell'arte inquieta, ma priva di padri e con troppe angosce da raccontare. Una manifestazione di passione e rispetto, ma soprattutto un ammonimento che ricorda le negazioni simboliste : “ Questa non è una pipa ”, diceva René Magritte con acuta ironia, cui Mariano Cohn e Gastón Duprat aggiungono: attenzione: questo non è artista, ma chi lo è ?
Cast and Credits
Regia : Mariano Cohn, Gastón Duprat ; sceneggiatura : Andrés Duprat ; fotografia : Ricardo Monteoliva ;
montaggio : Santiago Ricco ;
musica : Diego Bliffeld ; interpreti : Sergio Pángaro (Jorge Ramírez), Alberto Laiseca (Romano), Enrique Gagliese (Losada), Ana Laura Loza (Ana), Marcello Prayer (segretario della galleria italiana), Andres Duprat (Emiliano) ; produzione : Aleph Media in coproduzione con Costa Films, Barter, in associazione con Istituto Luce ; distribuzione : Istituto Luce ; origine : Argentina, Italia, 2008 ; durata : 95’
|
|
El artista: il protagonista Sergio Pangaro
Sergio Pangaro e l'assistito Alberto Laiseca
Una scena del film "El artista"
L'attore A. Laiseca nei panni del pittore Romano
|