Autorizzazione Tribunale di Roma n. 378 del 30/09/2005
 
Work in progress - Anno XI - n.50 - Ottobre-dicembre 2016
INTERFERENZE 



Worried about DAVID. Il "Gigante" dai piedi fragili
di Alessandra Berruti





"Ciò che infastidisce di più le statue di marmo è avere i piedi sempre freddi."
(Ramon Gomez de la Serna)


Così scriveva ironicamente l’autore e aforista spagnolo nei primi del Novecento; oggi, invece, ciò che infastidisce il maestoso David di Michelangelo, non è la temperatura dei suoi piedi ma una serie di microfratture nel marmo bianco di Carrara, all’altezza delle ginocchia e delle caviglie, che minacciano la sicurezza e la stabilità di una delle statue più famose e amate in tutto il mondo.
La scultura di Michelangelo Buonarroti, conservata nella Galleria dell'Accademia da 143 anni (il trasferimento avvenne infatti nel 1873; al suo posto nel 1910 venne collocata una copia), ha subito importanti operazioni di restauro, l'ultimo risalente al 2003. Tredici anni fa metodi per l'epoca modernissimi, come la scansione al laser per simulare le zone di maggiore esposizione agli agenti inquinanti, permisero un'accurata, profonda e necessaria pulitura; già allora, durante le indagini preliminari, le microfratture che interessano la parte inferiore erano presenti e ben visibili, ma vennero classificate come "superficiali e non pericolose" dai restauratori.
Con il passare del tempo le stesse lesioni, accuratamente monitorate, risultano purtroppo peggiorate, soprattutto nella caviglia sinistra e nel tronco destro, al punto da attirare l'attenzione due anni fa (2014) anche dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse (Igg-Cnr) del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell'Università di Firenze, i quali ritennero opportuno, attraverso esperimenti a piccola scala in centrifuga, un approfondito studio. Per poter calcolare l'effettivo stato di conservazione a livello strutturale, vennero realizzate repliche di gesso a scala ridotta (10 cm. di altezza invece di 410), deformate all'interno di una centrifuga. "Durante la rotazione all'interno dell'apparato, i modelli a picola scala sono sottoposti a forze molto più elevate della forza di gravità, ma che agiscono con le stesse modalità", spiega Giacomo Corti dell'Igg-Cnr. In differenti prove, le piccole statue sono state sottoposte a una forza centrifuga crescente, rendendo la statua sempre più 'pesante', finché gli sforzi gravitazionali superano la resistenza del materiale e si giunge alla rottura". Ad aggravare la situazione un'inclinazione pericolosa. "In particolare - spiega ancora Giacomo Corti - i risultati suggeriscono come sia la stabilità sia le caratteristiche della deformazione del David siano principalmente dovute all'inclinazione della statua. Innanzitutto, maggiore è l'angolo di inclinazione, maggiore è l'instabilità della statua sotto il proprio peso, particolarmente per inclinazioni maggiori di 15°. Inoltre, l'inclinazione influenza anche la posizione delle fratture, che tendono a interessare porzioni via via più alte. Danno probabilmente legato anche alla sua permanenza di fronte a Palazzo Vecchio, tra il 1504 e il 1873", conclude il ricercatore.
Perché ora, dopo le indagini del 2014, se ne torna a parlare? Perché l'allarme, cui a tutt'oggi non risulta si sia cercato di porre apposito rimedio, viene rilanciato con grande visibilità dal giornale più influente del globo: ovvero il New York Times, che sul suo magazine dedica alla vicenda un lungo e approfondito saggio firmato Sam Anderson (1). L'America, dunque, si preoccupa per il "nostro" David e per la fin troppo moderata importanza che viene data agli sviluppi dal restauro del 2014. Ad onor del vero il ministro Dario Franceschini chiese a suo tempo di accelerare il progetto di realizzazione di una pedana antisismica (come quelle sulle quali poggiano i Bronzi di Riace al Museo di Reggio Calabria), che allenterebbe una buona fetta delle preoccupazioni sul futuro del capolavoro: paura giustificata, quindi, perchè a tutt'oggi non si hanno notizie di un progetto operativo. L'unica altra proposta, immediatamente scartata, fu quella di spostare il David in un museo moderno, meno soggetto alle sollecitazioni sismiche causate dagli scavi del tunnel dell'alta velocità ferroviaria, a circa 600 metri di distanza dalla Galleria dell'Accademia!!!
Detto questo, viene naturale ripensare alla polemica che vide coinvolta sempre la statua di Michelangelo e una ormai "famosa" quanto deplorevole pubblicità americana. Come dimenticare l'ArmaLite Inc, l'azienda produttrice di armi con sede nell'Illinois, che decise di utilizzare senza autorizzazione l'immagine del David per i propri scopi pubblicitari! L'opera di Michelangelo, ideale di perfezione, di bellezza e di forza intellettuale, nell'indegno poster ideato dall'azienda americana abbracciava un rigido fucile di precisione! (vedi link a fondo pagina). Ad accompagnare il fotomontaggio, uno slogan recitava: "A work of art", un'opera d'arte! Diffusa su moltissime riviste degli U.S.A specializzate in armamenti, l'immagine shock venne pubblicata anche da l'Espresso e condivisa in pochi minuti sui social network in tutta Italia, scatenando a buon diritto un putiferio nel mondo dell'arte e non solo. La vicenda prese poi naturalmente le vie legali, ma al di là dell'indiscutibile cattivo gusto, non si può negare che l' immagine attirò sì riprovazione e sconcerto, ma anche "attenzione", rimanendo presente nella memoria di molti.

Il David di Michelangelo. (part.)



David di Michelangelo. Galleria dell'Accademia(FI)



Le fragili estremità del David: urge una cura!
(Foto: Alessandra Berruti)


Mi chiedo, quindi, vista la situazione e il silenzio che "rimbomba" intorno alle nuove, gravi preoccupazioni attorno alla inestimabile opera scultorea, se sia il caso, rischiando una denuncia (...), proporre l'immagine di un David con due belle STAMPELLE! E' azzardata l'idea? Certamente, ma forse sarebbe utile se questa pur irriverente immagine (ma certamente non offensiva quanto quella che proponeva la statua con un fucile "tattico" !!!) riuscisse a divenire una forte provocazione e potesse attirare l'attenzione sulla estrema necessità della cura di quello che è universalmente riconosciuto come uno dei capolavori della scultura di tutti i tempi. Forse dopo lo shock iniziale, si inizierebbe concretamente a pianificare un serio e fattibile progetto di tutela per un'opera d'inestimabile valore culturale. Così facendo la nostra unica preoccupazione potrebbe tornare ad essere, visto l'arrivo del freddo e umido autunno, la temperatura dei sui piedi...!

(1) Sam Anderson autore e recensore americano di libri, è Critico per il New York Times Magazine. Nel 2007 ha ricevuto il Premio Balakian per l'Eccellenza nella critica da il Critics Circle National

Nota: qui di seguito il link per chi voglia vedere la sconvolgente e odiosa utilizzazzione del David, peraltro mai autorizzata, per la pubblicità delle armi!
http://firenze.repubblica.it/images/2014/03/07/201648255-76a53f65-e755-4115-9b5c-c19056381c0e.jpg



Alessandra Berruti, laureata in Conservazione dei Beni Culturali, collabora, grazie alla Società Cooperativa Biblionova, al progetto BAV nella Biblioteca Apostolica Vaticana.





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